sabato 30 aprile 2011

Le interviste: Salvatore Fasano | SPARTANS Taranto



Per la nostra rubrica, "Vita da Coach", avevam perso per strada l'intervista a Salvatore Fasano, head coach degli Spartans Taranto. La recuperiamo qui di seguito, nella speranza che sia di vostro gradimento:

Coach, ciao e grazie di essere ospite delle nostre pagine. Quali sono i punti di forza espressi maggiormente dalla tua squadra e dove invece c'è più bisogno di migliorare?

La squadra deve migliorare sia in attacco che in difesa. Questo è il ns. primo campionato disputato interamente con giocatori tarantini. Quest’anno abbiamo registrato il ritorno di 3 dei nostri dopo due stagioni nei Wild Boars di Bari, mentre, d’altro canto, nelle nostre precedenti esperienze (in altre Federazioni) avevamo avuto il contributo di giocatori baresi dei Trucks, l’altra squadra barese con cui abbiamo spesso avuto un rapporto osmotico, tant’è che ad inizio campionato si è unito al coaching staff anche Lelio De Nicolò che in passato ne aveva guidato l’offence. A questo proposito, mi si permetta un breve inciso: mi è molto dispiaciuto che la partita di andata con i Patriots Bari, una bella, corretta e combattuta partita tra amici che si stavano divertendo, sul 6-14 nel 4° quarto, sia stata rovinata da una contestatissima crew arbitrale che ci ha espulso 3 giocatori della linea di difesa (cioè tutta la linea di difesa), senza farci capire perché. Peraltro, è stata l’unica non all’altezza che sia capitata sui nostri campi, perché invece le altre crew che ci hanno arbitrato sono state perfette ed hanno anche applaudito le squadre al termine dei match, cosa che mi ha fatto molto piacere, perché vuol dire che si sono divertiti anche loro! Questo è il football che mi piace e che stiamo cercando di diffondere ulteriormente nella provincia. Comunque, abbiamo fatto esordire in campionato 10 rookies: il bilancio pertanto non può che essere positivo.

Rispetto alle tue previsioni, come giudichi quella che è stata la regular season della tua squadra?

Dal punto di vista della classifica, mi aspettavo il primato dei Patriots e ritenevo che ci saremmo giocati i play-off con i Dragons, come in effetti è stato. Certo, mi sarei aspettato prestazioni migliori dalla mia squadra nei momenti decisivi, e cioè negli scontri diretti con i Dragons appunto, mentre quelle sono state le partite peggio giocate, devo dire anche a causa dei numerosi infortuni di giocatori titolari, che hanno decimato il roster nel corso della pur breve stagione: nello scontro decisivo a Lecce eravamo con 18 giocatori a roster, senza comunque nulla togliere ai Dragons, che hanno giocato molto bene contro di noi.

Come si svolgono abitualmente i vostri allenamenti? Quali sono gli aspetti sportivi e disciplinari che curate maggiormente?

Cominciamo con atletica e stretching, poi facciamo tecnica e drill specifici per reparti e scrimmage con prova degli schemi, in un mix modulato a seconda delle fasi di preparazione nei diversi momenti della stagione, pre-season e campionato.

In percentuale, quanti giocatori del vostro Roster hanno un'età giovane, diciamo compresa tra i 16 ed i 21 anni?

Il 25%, di cui il 98% starter (o titolari che dir si voglia).



Qual'è la squadra più forte che avete incontrato finora?…e perché?

Ritengo i Patriots la squadra più forte finora incontrata, perché nei momenti decisivi mette la palla oltre la goal line avversaria. Anche i Dragons sono comunque una squadra molto quadrata e compatta, e penso che il nostro girone sia stato abbastanza tosto.

E' anche quella che esprime il miglior gioco?

Personalmente, mi piacciono attacchi più “pass oriented”, magari “west coast”; le nostre compagne di girone, tranne gli intrepidi Achei, hanno giocato molto sulle corse.

Come vi preparate ad un incontro?…qual'è lo spirito giusto con il quale affrontate l'impegno di una gara, sia essa in casa o in trasferta?

Gli incontri li prepariamo sul campo d’allenamento, provando le contromosse agli schemi offensivi e difensivi delle avversarie di turno, e con la testa, cercando la concentrazione e la motivazione giuste per mettere in atto le tattiche studiate e provate, e mantenere la tensione agonistica per tutta la partita: questa seconda fase è forse la più difficile da gestire per un coach, a meno che non sia uno psichiatra.

Qual'è la squadra favorita per la vittoria finale di questo Campionato a tuo avviso?...e la favorita della Conference alla quale appartieni?

L’anno scorso ho visto nei play-off i Crusaders Cagliari e mi sono piaciuti: voto loro sia per la Conference che per il titolo finale, ma terrei anche in considerazione i Patriots.

Come giudichi l'organico a tua disposizione? Ti va di citare qualcuno dei tuoi ragazzi, del quale sentiremo senz'altro parlare, a tuo avviso?

Purtroppo l’organico a nostra disposizione è stato un po’ il punto dolente della stagione, in ragione della sua esiguità. Ci sono poi stati gli infortuni che, come già detto, ci hanno fortemente penalizzato. Ciononostante, ci sono delle individualità molto buone, come Marozzo, un giocatore di livello superiore, che meriterebbe una chance in nazionale; come l’under 21 Benefico, che in nazionale c’è gia; come Ancona, Di Lorenzo, Fiore e Monaco solidi veterani o come Basile, D’Amore, Fiusco, Tomaselli e Torcivia (tutti rigorosamente in ordine alfabetico) giovani protagonisti, oltre alla pattuglia di interessanti rookies (ben 10, di cui 8 titolari) che sicuramente sono destinati a ben figurare in futuro.



Qual è la situazione del football americano in Italia? Quali iniziative possono risultare utili per promuovere la diffusione del Football nella tua città?...e in generale in tutta Italia? Come giudichi la "spinta" alla pratica di questo sport nella tua regione?

Il football in Italia mi sembra sulla buona strada per tornare ai fasti degli anni ’80, anche se rispetto ai quei tempi, in termini reali, c’è una disponibilità finanziaria molto minore. Anche il livello degli atleti all’epoca era più alto: fior di giocatori e allenatori americani hanno calcato i nostri campi in quel periodo; attualmente però vedo in giro molta voglia di fare football, perseguendo anche livelli di eccellenza sia tecnica che organizzativa fra le società nostrane, e questo è di buon auspicio. Esattamente opposto è il tenore del discorso quando ci riferiamo all’apporto ricevuto dalle Istituzioni pubbliche, almeno per quanto riguarda alcune realtà sportive del sud: esso è pressoché nullo. Noi dobbiamo alla disponibilità di un privato se possiamo disputare campionati senza doverci arrabattare ogni domenica per trovare un campo regolamentare disponibile. L’unico campo comunale disponibile è destinato a vita a tutte le categorie minori del calcio maschile e femminile.

Da quanto tempo alleni questa squadra?

Da tre anni.

In quale squadra hai militato come giocatore?

Ho fondato e presieduto la prima squadra di football a Taranto nel 1985, i Delfini del Mon Reve, nella quale ho ovviamente anche giocato (sia in attacco che in difesa) fino al 1990; poi, una volta conclusa quella esperienza, un anno nei Green Hawks Barletta. A questo punto ho avuto un lungo stop, per tornare a giocare nel 2002 con i Delfini Taranto prima e con gli Spartans Taranto poi, fino all’ultima esperienza come giocatore lo scorso anno nelle fila dei Trucks Bari.

Cosa rappresenta il football nella tua vita?….che spazio gli dai?

Il football è uno sport molto particolare perché non solo è un gioco di squadra, ma anche perché la squadra è composta da almeno 35 persone, le quali, pur avendo spesso personalità differenti, devono convivere e giocare l’uno per l’altro fino allo spasimo. La squadra ricrea un microcosmo con tutti i vizi e le virtù del genere umano, per cui farne parte resterà comunque un’esperienza formativa e, nella stragrande maggioranza dei casi, positiva. Questo è confermato dal buon ricordo che di quella esperienza è rimasto ai tutti i vecchi giocatori degli anni ’80.

Un aggettivo per definirti?

Più che un aggettivo, una frase: "love me or leave me"..

Quale lato del tuo carattere pensi sia più apprezzato dai ragazzi della tua squadra?....e perchè?

Non saprei, dovreste chiederlo a loro (sempre ammesso che ve ne sia uno). Qualche anno fa qualcuno dei giocatori mi affibbiò il nick “Sensei”, il maestro, nel film Karate Kid quello di “metti la cera, leva la cera”.

Possiedi un motto che ripeti spesso?

Ad maiora, semper.

Cosa dici ai tuoi giocatori appena prima di entrare in campo?...e al termine del match?

Prima di un match ricordo loro che per giocare a football ci vogliono cuore e cervello, e che uno dei due senza l’altro non basta. Alla prossima occasione però, parafrasando JFK, dirò loro: non chiedetevi quello che la squadra può fare per voi; chiedetevi quello che voi potete fare per la squadra.

Grazie, coach, per il tempo che ci hai dedicato. Lasciaci con una frase, esprimendo liberamente un tuo pensiero, qualcosa a cui tieni particolarmente o semplicemente, se credi...dei saluti o dei ringraziamenti.

Vorrei ringraziare il presidente Pasquale Ramunni e il vice Marco Avarello, visto che non lo fa nessuno e se lo meritano, così come Lelio De Nicolò che cura l’offense e Claudio Benefico che mi assiste con le linee, oltre a Vito Partipilo, valente linebacker che quest’anno, pur non potendo giocare a causa di un infortunio patito nello scorso campionato, sta dando comunque il suo contributo alla squadra.


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