giovedì 31 gennaio 2013

Un po’ d’Italia al Superbowl di New Orleans

Nella crew arbitrale di Jerome Boger, che dirigerà il Superbowl XLVII di New Orleans (Boger, Jenkins, Stelljes, Boston, Wrolstad, Larrew, Paganelli) c’è un arbitro che ha un forte legame con l’Italia. Il back judge sarà, infatti, Dino Paganelli, ultimo dei tre figli di Carl Paganelli Senior, mentore e guida tecnica degli arbitri Italiani.

Dino sarà l’ultimo dei tre fratelli a raggiungere il “Gran Ballo”, infatti gli altri Paganelli hanno già avuto questo onore, Carl Jr tre volte e Perry una, nel 2007, quando, assieme al fratello, scrissero la storia della NFL, essendo i primi fratelli ad arbitrare assieme un Superbowl…sei anni prima dei fratelli Harbaugh.
Quest’anno i tre fratelli Paganelli si sono classificati ai primissimi posti del ranking arbitrale dei professionisti, tanto è vero che Carl Jr è stato designato per la finale di conference tra San Francisco e Atlanta, mentre Perry, nella finale AFC, ha arbitrato Baltimore e New England.

Carl Paganelli Senior, le cui origini sono di Tivoli, con 40 anni di esperienza sul campo, dai college, alla USFL alla World League alla AFL, dopo il ritiro si è dedicato a far crescere gli arbitri statunitensi e di tutto il mondo, e, attualmente, è supervisore per la NFL e responsabile degli arbitri per la Arena Football League e per la Mid American Conference NCAA, oltre a dedicarsi ogni anno allo sviluppo ed alla crescita del gruppo di arbitri italiani.

Gli arbitri italiani, avranno dunque una ragione in più per guardare il Superbowl domenica sera, aspettando di abbracciare Carl Paganelli Senior che li raggiungerà a Verona in veste di Lead Clinician nel Clinic Nazionale di aggiornamento che si svolgerà il 15/16/17 febbraio.

Per informazioni:
cia@fidaf.org


Ufficio Stampa Cia Fidaf

mercoledì 30 gennaio 2013

Achei: La nuova stagione 2013 e intervista al direttore tecnico Massimo Arrighi

La Fidaf – Federazione Italiana American Football - ha ufficializzato il calendario 2013 del Campionato. Gli Achei partiranno fuori casa con i Caribdes Messina per poi confrontarsi con gli Highlanders di Catanzaro, nell’agognato derby calabrese, e con il farm team degli Elephants Catania squadra di A1 vicecampione d’Italia nel 2012. Quest’anno gli Achei puntano ad un campionato di assestamento dopo i buoni risultati 2012 con l’accesso al 2° turno di play-off. Parecchi veterani hanno appeso le classiche scarpette al chiodo lasciando spazio alle nuove leve provenienti dai settori giovanili ed impazienti di confrontarsi con il football maggiore. Il coaching staff ha visto il rientro di diversi veterani storici del football Crotonese e sarà composto da Massimo Arrighi – direttore sportivo, Francesco Pizzuti – head coach, Giorgio Di Lorenzo – offensive coach, Francesco Arrighi – defensive coach, oltre a che da Gianfranco Barone, Stefano Oppido e Renato Sellaro negli altri settori. Insomma i fattori per una ulteriore crescita della compagine crotonese ci sono tutti, ora finalmente sarà il campo a mostrare la consistenza del lavoro svolto da tutta l’organizzazione Achea. A seguire due chiacchiere col direttore sportivo Massimo Arrighi:

Cosa si dice in casa Achei, quali novità?

Abbiamo avviato un nuovo contesto richiamando tra le fila un gruppo di ex Opliti che in questi ultimi venti anni avevano assolto i doveri di mariti, padri, nonni!! e dopo avere assecondato le legittime attese dei rispettivi datori di lavoro e tutto quanto serve alla normale sussistenza e riproduzione, ottenute infine le necessarie autorizzazioni coniugali, si sono rituffati nella vecchia passione promuovendo per cominciare la partecipazione di quattro elementi al corso per allenatore di primo livello che si è tenuto di recente a Salerno al fine di creare una task force per seguire il settore giovanile in uno alla prima squadra.

Quali sono i progetti di sviluppo e le politiche che riguardano i settori giovanili?

Io stesso ho posto come condizione principale al mio ritorno nel direttivo/esecutivo della squadra il rilancio del settore giovanile che rappresenta la vera prima fonte di sostegno del nostro sport. Poi a Crotone le scarse prospettive di lavoro e la lontananza dalle sedi universitarie fanno si che i nostri ragazzi intorno ai venti anni troppo spesso si spostino in altre città in cui continuano a giocare nei teams di A1, questi ultimi ben felici di accogliere atleti preparata e a costo zero. Altra storia per quelli che sono costretti a mollare quando trovano un posto di lavoro sottopagato e per dodici ore al giorno! Ben felici ma che fatica! Quindi alcune carriere sportive che in altri contesti si concluderebbero in nazionale (potremmo fare diversi nomi) ahimè' da noi si perdono per strada. Va da se che il settore giovanile dovrà rappresentare la nostra vera eccellenza. I titoli conquistati in passato non lasciano dubbi, le nostre migliori energie devono andare in questa direzione .

Quali le considerazioni sulla stagione passata, cosa avete aggiunto di nuovo al vostro team?

La passata stagione avevamo potuto contare sull'apporto di un drappello qualificato di Highlanders Catanzaresi che per noi significa potere mettere assieme una buona squadra di livello A2 ma lo spogliatoio non ha funzionato alla perfezione ed il risultato finale, nonostante l'accesso ai play off, non è stato all'altezza delle aspettative con tutto il rispetto per gli avversari che hanno meritato di passare il turno a Bari. Quest'anno ci affideremo al collettivo. Abbiamo chiesto aiuto ad una mezza dozzina di vecchi tizzoni d'inferno ex opliti ognuno dei quali specialista nei ruoli in cui hanno giocato e ai quali abbiamo affidato i vari reparti d'attacco e difesa al fine di trasmettere ai ragazzi la filosofia specifica del ruolo nel quale si cimenteranno e per il quale riceveranno le dovute attenzioni, il tutto supervisionato dall’head coach Pizzuti e da me. I giovanissimi partecipanti al torneo di flag sono stati affidati alle amorevoli cure di due assistant quali Stefano Oppido e Renato Sellaro coordinati e diretti da Ciccio Caruso, fra di loro e' stata anche reclutata la prima Achea donna felicissima di dare man forte ai suoi fratellini maschi che la considerano e la rispettano senza riserve.


Qualche nome fra i sicuri protagonisti di quest'anno?

"Il collettivo", i nostri ragazzi si considerano piu' che fratelli lo si percepisce nello spogliatoio e sul campo dove si sostengono nei momenti di frustrazione oppure esultando quando anche l'ultimo compagno supera la difficoltà o la fatica. Si comportano da veri agonisti chiedendo solo di acquisire il bagaglio tecnico necessario, è un onore per noi tutti guidarli.

Quali sono gli impegni che riguardano l'immediato futuro degli Achei?

Abbiamo ricevuto in gestione dalla nostra Città una bellissima struttura sportiva comunale segno che la nostra attività quasi trentennale portata avanti con serietà ed impegno ha superato innumerevoli altre avventure sportive. Tale struttura, finche' sarà affidata alla nostra società, diventerà un riferimento per la nostra realtà e per tutti quei cittadini o associazioni sportive che ci chiederanno di poterla utilizzare.

Si dibatte parecchio a proposito della suddivisione delle categorie in Italia. Football a 9, a 11, regionali nord sud ecc. tu come la pensi?

Se devo essere sincero non capisco perché si debba giocare a 9 e quale possa essere l'utilità quando ogni squadra organizza, equipaggia, allena e trasporta almeno 30 elementi sia che si giochi in 9 o11. Discorso a parte è la localizzazione geografica di cui si deve necessariamente tenere conto poi che si chiami A1 A2 B ecc. ha poca importanza, ricordo alcune trasferte a Cagliari ... Per quanto riguarda gli stranieri (americani bravi) ne consentirei uno solo e solo nelle serie maggiori. Per quanto riguarda gli allenatori invece preferisco quelli Italiani non troppo schiavi di freddi tecnicismi teorici, dotati di carisma e che abbiano necessariamente giocato, capaci di emozionarsi di fronte ad un progresso del proprio team o di una manifestazione di stima da parte dei propri ragazzi.

Ufficio Stampa Achei Crotone

martedì 29 gennaio 2013

Il codice da Linci | La Preseason dei Bobcats Parma

Parma, 29 Gennaio 2013 - Quando si parla del binomio Football americano - città di Parma, inevitabilmente il pensiero va ai Campioni d'Italia dei Panthers ed al famoso romanzo del 2007 di John Grisham "Playing for pizza" [Il Professionista, in italiano], che ha reso celebre la formazione nero-argento in tutto il mondo della palla lunga un piede; ma nella città emiliana a cavallo tra gli Appennini e la Pianura Padana, gli uomini di Ivano Tira con il tricolore cucito addosso non sono gli unici a contribuire alla diffusione ed alla notorietà di questo sport. Da quasi un decennio, infatti, esistono e sono in piena attività anche i Bobcats. Le linci blu-arancio sono reduci da una soddisfacente stagione in serie A2, ma nonostante ciò hanno scelto, per motivi strettamente legati ad esigenze della società stessa, di prendere parte al Campionato Italiano di Football a 9. Uno dei punti di forza? L'esperienza: Di sicuro alcune individualità militanti in questa formazione rappresentano un autentico lusso per la categoria. Con quali premesse, quindi, e con quali obiettivi i parmensi stanno vivendo la pre-season? Lo chiediamo al loro simpatico e disponibile headcoach Gabriele Picelli:

Ciao Gabriele e benvenuto. Che nuove allora in casa Bobcats?

In quel di Parma le cose vanno bene.. si respira un'aria che era un po' che mancava (l'amicizia…). Dopo la pausa delle feste, abbiamo ripreso gli allenamenti la settimana del 7 Gennaio. La novità è il ritorno di tanti giocatori che avevano deciso di fare una pausa un paio di anni fa, la parola d'ordine di quest'anno sarà giocare per divertirsi..

L'anno scorso l'esperienza in Lenaf vi ha regalato innanzitutto un record-percentuale di tutto rispetto (4-4) e secondariamente la consapevolezza di essere una compagine che può lottare per altri traguardi…invece dopo cosa è successo? Come mai questo…"passo indietro", se così possiamo definirlo, e l'approdo in Cif9?…Cosa vi ha portato a questa scelta?

L'esperienza in Lenaf della stagione scorsa è stata molto importante, ma ci ha fatto ragionare attentamente..abbiamo tanti giovani che debbono avere la possibilità di crescere ulteriormente e un campionato come quello è troppo duro al momento per loro, allora tutti insieme, giocatori e società, abbiamo deciso di scendere di categoria.

Quali sono allora gli obiettivi più immediati?

I presupposti per questa stagione sono di ritrovare la nostra vera identità, senza nulla togliere alla esperienza passata, non ci poniamo limiti e l'obiettivo è di cercare il massimo ad ogni incontro, poi vedremo strada facendo.

Dove credi che concentrerete maggiormente la vostra attenzione in fase di preparazione?

Rispetto al 2012 cercheremo di esaltare al massimo il nostro potenziale, senza scendere a compromessi. Avremo un gioco molto molto aggressivo sia in attacco che in difesa, la preparazione è impostata sulla tenuta fisica, cercheremo di migliorare sul piano individuale, dando la possibilità ad ogni atleta di trovare la giusta collocazione, senza guardare solamente il bisogno del team.

Quali invece i programmi a livello societario per il prossimo futuro?…e ancora…Qualche Test-match in programma a breve scadenza?

Abbiamo ripreso un programma triennale che avevamo messo da parte per vari motivi.
 Per la pre-season decideremo in corso d'opera, ma sicuramente qualcosa faremo.


Guidare un team comporta sempre delle importanti responsabilità. Dove trovi lo stimolo per riuscire ad assumerle (gratuitamente, lo ricordiamo..) ed andare avanti giorno per giorno?..e ancora, come è avvenuto il passaggio da player a coach?..

La cosa che riesce a farmi andare avanti è quello che si crea tra un allenatore e un giocatore..quella simbiosi difficile da creare in altri sport e….poi anche la possibilità di poter far conoscere a più gente possibile i Bobcats…e sopratutto spiegare che non è uno sport, ma uno stile di vita. Il passaggio da giocatore ad allenatore è stato praticamente immediato, dopo pochi mesi di gioco, iniziai subito ad inculcare ai ragazzi la disciplina che richiede il football...

Ti aspetti qualche importante conferma tra i tuoi ragazzi nel 2013?

Sono sicuro che avremo degli exploit molto importanti, sopratutto da alcuni giovanissimi che hanno fatto vedere cose interessanti...ma sopratutto avremo tante conferme da un gruppo che mi ha dato tantissimo negli anni.

Come gestite l'approccio che i ragazzi nuovi devono avere, allorché si affacciano per la primissima volta verso la pratica di questa disciplina?…e come vi state muovendo per il settore giovanile?

L'approccio che noi teniamo con i giovanissimi è quello di farli sentire parte di una famiglia..li facciamo allenare insieme a tutti gli altri, riservandogli uno spazio dedicato, facendoli seguire da quei ragazzi che per vari motivi non riescono ad allenarsi, ma tutti insieme. Per i giovanissimi stiamo lavorando in vari istituti tecnici che ci vedono impegnati 4 volte alla settimana..la nostra intenzione per il 2013 è di una under 21. Under 18, e tanto Fivemen U15/U18..

Dimmi un pregio ed un difetto del Football in Italia…

Il pregio del football italiano è quello di esistere sotto ogni forma, per permettere a tutti di partecipare...un difetto: le manie di grandezza e la poca serietà di alcuni addetti ai lavori.

Qual è il tuo player italiano preferito?…

Il mio giocatore italiano preferito… non vi dirò il nome, ma fa parte della mia squadra ed è sicuramente uno dei più forti in assoluto d'Italia, ma ha sempre resistito alle tentazioni, restando un Bobcats.

Quale squadra ti ha più colpito nel 2012?..

Il team che più mi ha impressionato di più la scorsa stagione..sono stati i Giaguari, per la loro grande organizzazione.

Chiudiamo, al solito, in simpatia. Sei davanti ad uno specchio. Fai una domanda a Gabriele Picelli..

Picelli, fino a quando continuerai a rovinare i ragazzi, insegnandogli il tuo "non-Football"?….Risposta: Continuerò fino a quando non si spegnerà quella fiammella che arde dentro di me da tanti anni che si chiama "credere in quello che fai". Buon football a tutti

Grazie, Gabriele e alla prossima.


Ufficio Stampa Cif9.com

domenica 27 gennaio 2013

Highlanders: Buona la prima

Buona la "prima" per gli Assitur Highlanders Catanzaro, che davanti al proprio pubblico presso il campo scuola di Catanzaro, si impongono senza problemi sui Caridbes Messina, nel test match in preparazione all'esordio del campionato di football americano a 9 che avverrà il prossimo 24 Febbraio.

30 a 16 è il punteggio finale di una partita mai in discussione, con i ragazzi del Coach Massimo Marino che battono i collegi messinesi.

La Cronaca del match vede nelle prime azioni di gioco subito la squadra catanzarese in vantaggio grazie al touchdown su corsa del quarterback Marco Megna, e la partita per l'Assitur Highlander inizia in discesa. I messinesi, da sempre avversario ostico, non mollano la presa e soprattutto con la loro difesa riescono a contenere il gioco di corse dei catanzaresi. Gli spettatori hanno visto per lunghe fasi del primo tempo il punteggio restare fermo fino agli ultimi minuti della prima fase quando i catanzaresi hanno segnato con il loro runner Saverio Pugliese e la squadra messinese subito dopo negli ultimi secondi ha siglato un touchdown con Milioti, importantissimo per rimanere in partita ed andare negli spogliatoi con un distacco non eccessivo. Il primo tempo si è concluso così con un punteggio di 22 a 8 per l'Assitur Highlander Catanzaro.


Il Secondo tempo ha evidenziato i problemi di preparazione per entrambe le squadre, con errori che evidenziano come le squadre debbano ancora registrare i meccanismi voluti dai preparatori. I Caridbes Messina dopo alcune affondi accorciano e rientrano in partita ed il parziale a questo punto è di 22 a 16. Nell'ultimo quarto di gioco però gli Highlanders riportano le distanze a più 14 con touchdown del ricevitore Ivan Princi su passaggio perfetto del quarterback Marco Megna. Finale che si fissa sul 30 a 16.

Per il Coach nero-oro degli Assitur Highlanders Catanzaro, Massimo Marino, soddisfazione per la vittoria e sopratutto per il touchdown di Ivan Princi che ha evidenziato l'unione del gruppo catanzarese, ma comunque tanto ancora da lavorare, buoni alcuni schemi ma le premesse sembrano orientare la squadra per un buon campionato.

Francesco Vallone | Ufficio Stampa Highlanders Catanzaro


Neptunes sconfitti a Pisa

Bologna, 27 gennaio 2013 – Sconfitta 10-0 per i Neptunes nella prima uscita ufficiale della stagione, nello scrimmage a Pisa contro gli Storms. Padroni di casa subito in vantaggio nel primo quarto grazie a una corsa del runningback Galletti (buono l’extra point di Carvelli), ma la difesa dei ‘Tunes si sistema e riesce a forzare due turnover, con un intercetto del cornerback Pederzoli e un fumble ricoperto dal linebacker Vertuan. Da segnalare anche un sack del nose guard Martelli, ma il buon lavoro della difesa non basta, l’attacco fatica a ingranare e Pisa chiude il primo tempo avanti 7-0. I padroni di casa arrotondano nel terzo quarto con un field goal di Carvelli: i Neptunes calano, danno spazio a tutti gli uomini a roster e non riescono ad andare a segno.

«Nonostante l’assenza di un giocatore importante come la safety Marata ho visto una difesa bilanciata – spiega l’head coach dei Neptunes Toni Mangiaficomentre abbiamo stentato in attacco, producendo solo 155 yards di total offense. Siamo riusciti a trovare un buon ritmo in un paio di drive, ma abbiamo delle difficoltà in linea d’attacco su cui dobbiamo lavorare». Sul lavoro in generale insiste anche il presidente gialloblù e coach della linea di difesa Maurizio Brini: «Sulla tecnica, ma soprattutto a livello mentale. Gli Storms, compatti e quadrati, hanno dimostrato di essere più avanti di noi. Siamo sereni, c’è ancora un mese di tempo per colmare il gap prima del via del campionato».

Dario Giordo | Ufficio Stampa Neptunes Bologna

Skorpions: L'alba di una nuova stagione

Vedano Olona (VA), 27 gennaio 2013 - Il Campionato CIF9 2013 è alle porte e gli Skorpions Varese si presentano al proprio pubblico e alla Provincia di Varese come forza emergente di questo meraviglioso sport. Corrono 30 anni da quando nel 1983 venne fondato questo sodalizio che si mise in luce per i notevoli traguardi raggiunti: all’esordio vincitrice assoluta del campionato di serie B 1984 con record in tutte le specialità: miglior difesa e migliore attacco! Da matricola terribile del 1985 a squadra tra le migliori otto italiane del 1988 (torneo italiano con giocatori americani a 24 squadre e Head Coach Pier Gallivanone il “Principe nero”). Dalla Vittoria nei Campionati 1994 della FIAF serie B, alla Vittoria del 1999 nella Winter League FIF e ciliegina sulla torta al risultato ultimo del 2011 quale Vincitrice della Silver League FIF, nel 2012 il passaggio alla Federazione Italiana di American Football FIDAF e raggiungimento della finale di Conference.

Tanta acqua è passata sotto i ponti e, con la nuova avventura, la Dirigenza degli Skorpions Varese si è voluta dare un nuovo progetto:

1) Nuovi dirigenti e responsabili: professionisti affermati, ex giocatori, dirigenti d’azienda hanno affiancato quest’anno il Presidente Mangano, pietra miliare della nuova avventura e il Vice Presidente Chiurato, storica figura presente dagli esordi del 1983 (i figli Tiziano e Loris furono grandi giocatori degli Skorpions). Tra questi nuovi dirigenti figurano personalità imprenditoriali e sportive di spicco, alcuni nomi: Tarchiani Gianmaria ex Skorpions e imprenditore, Omar Frontini dottore commercialista, Pietro Caprioli ex Steelmen e Skorpions CSM prestigiosa azienda internazionale, Franzini Fabio detto Franz un MITO!!! ex di Skorpions, Rhinos, Frogs, Lions 6 volte vincitore del SuperBowl! e un grande del Basket italiano Alberto Lo Duca ex giocatore della nazionale militare e della giovanile della pallacanestro Varese (Turisanda), ha militato nella Filo d’Oro Brescia con Mike Mitchell nonché in altre società di serie A e B.

2) Il nuovo Coaching Staff che vede la presenza di grandissimi nomi che hanno fatto la Storia del Football Americano in Italia: Il coach Giorgio Nardi Giocatore di Skorpions, Rhinos e Frogs, giocatore della nazionale Italiana, vincitore di 3 SuperBowl, grande esperienza come allenatore e come UOMO. Fulvio Rusconi, un uomo una LEGGENDA: Skorpions, Frogs, titoli Italiani 1994 e 1995, esperienza in coppa dei campioni, 2 europei con Giorgio Nardi, 1993 e 1995! 25 anni di Football! Vincitore di una Coppa Italia con gli Skorpions e grande allenatore. Al loro fianco lavoreranno Federico Turchi ex giocatore Skorpions, Paolo Zanella ex giocatore grande Quarteback grande esperienza al fianco di uno dei migliori in questo ruolo l’indimenticato Ron Adams! Vincitore di un SuperBowl (1994). Cosa dire di Fortunali Marco, Donati Daniele, Aimetti Pierangelo e il mitico “Bumba” Cristian Bianchi, tutti ex giocatori Skorpions e di altre squadre italiane blasonate quali i Rhinos, Tutti con grande maturità e competenza nel ruolo di allenatori con esperienze in campionati e in squadre straniere.

3) I nostri giocatori!! Sono l’esempio per molti: chi lavora, chi studia e poi la sera testa bassa e pedalare – si diceva così una volta! – palestra, campo, tecnica altro che giovani sfaticati, grande volontà e grande voglia di costruire una squadra!!, tanti giovani e numerosi veterani di grandi battaglie uniti e pronti nel condividere il progetto di Coach Nardi.


Quest’anno si giocherà nell’impianto sportivo di Vedano Olona che l’Amministrazione Comunale ha messo – negli ultimi anni lì è la nostra sede - con grande sensibilità a disposizione della nostra Società; abbiamo inoltre a disposizione la palestra comunale che ci permette di allenare i ragazzi anche nei momenti dove le forze della natura imperversano. Gli allenamenti tecnici e sul campo, si svolgono tutti i martedì e giovedì sera dalle ore 20,30 presso il campo sportivo di via Volta e per l’under 15 e le “matricole” ci si trova nella palestra comunale di via Roma; sono aperti a chiunque voglia iniziarsi al Football Americano, è possibile parlare con dirigenti e allenatori – sempre presenti – e provare!!

La Federazione Italiana ha già predisposto i calendari e si inizierà il 2/3 marzo con la prima in trasferta, e il WE 9/10 marzo giocheremo la prima in casa contro gli amici-rivali Blue Storms con i quali abbiamo condiviso l’incredibile esperienza della UNDER 18.

Quali le sfide in questo 2013? L’Head Coach Nardi le riassume nel nuovo slogan della Società “Respect & Fun”. I pilastri quindi sono il rispetto dei ruoli in campo e fuori, l’esempio e la professionalità, la correttezza e la onestà sportiva, il puro divertimento e non il vincolo di vincere e basta a qualunque costo, la crescita degli atleti in campo e fuori e l’amicizia come base, cemento e fondamenta della squadra, il modello è l’essere tutt’uno nell’huddle e essere squadra prima che singolo, fianco a fianco, proteggendosi a vicenda e giocando con lo spirito dei guerrieri spartani alla guida di Leonida: "Ricorda sempre: la vera forza di uno spartano è il guerriero che sta al suo fianco. Perciò dagli rispetto e onore, e li riceverai a tua volta."

Ufficio Stampa Skorpions Varese

Alziamo la guardia | La Preseason dei Sentinels Isonzo

Monfalcone (GO), 27 Gennaio 2013 - Il Campionato 2013 vede ai nastri di partenza tante nuove e scalpitanti realtà del football nostrano, pronte a scendere in campo e ad affrontare il primo impatto con la competizione vera e propria. Molte di loro non sono di certo nate così recentemente, ma hanno sfruttato una sorta di "gavetta", della durata di qualche anno, proprio per cogliere e perfezionare molti aspetti del gioco, assimilare meccanismi, verificare l'affiatamento ed in ogni caso per porre in essere tutto ciò che è necessario per affrontare la sfida agonistica che un Campionato sa offrire. Oggi il nostro viaggio ci porta quasi al confine con la Slovenia, in un territorio, il Friuli, già sportivamente attivo [per ciò che concerne la palla lunga un piede], grazie alla presenza di squadre blasonate come quelle di Trieste e Udine. Anche la provincia di Gorizia, infatti, cerca di fare capolino in questo panorama e lo fa attraverso la nascita dei Sentinels Isonzo, che raggrupperanno sotto un unico blasone tutti quegli atleti provenienti dalle zone attraversate dal noto fiume color smeraldo. Per tenere a battesimo i nuovi arrivati, ci facciamo accompagnare da Marco Frizzi, Offensive Coordinator dei giallo-verdi isontini, alla scoperta del suo team e dei dettagli della loro Preseason:

Ciao Marco e benvenuto. Subito due parole sul progetto "Sentinels"…nella vostra regione son già attive diverse squadre di Football…Da dove nasce l'esigenza di creare questo nuovo team?…e da dove viene l'ispirazione per questo nome? …inizialmente la denominazione era in bilico tra Isonzo e Monfacone, mi pare..

Innanzitutto è un vero piacere per noi avere questa opportunità di farci conoscere nella pre-season e ci tengo a ringraziarvi, a nome di tutti i Sentinels, per questo spazio…dunque, cercavamo un nome che legasse, in qualche maniera, la squadra al nostro territorio. Il nome Sentinels ci è stato ispirato da un nostro amico. Durante la Seconda Guerra Mondiale, Monfalcone è stata nominata "sentinella d'Italia". Ora, nè io nè il presidente siamo dei saggisti storici, ma il nome "Sentinels" ci piaceva e quindi abbiamo deciso di chiamarci così. La denominazione corretta è Sentinels Isonzo per il fatto che il nostro team gioca e attinge giocatori in tutto l'isontino, quindi ci sembrava ingiusto nominarla solo con un nome di una città. Più che un'esigenza, è una sfida, aver creato questa società. Trieste e Udine hanno delle realtà affermate da molti anni, ma qui, nella provincia goriziana, non è mai esistita nessuna squadra, nessuno che avesse osato provare ad instaurare uno sport nuovo, così ci siamo avventurati in questa esperienza. Vogliamo essere i "precursori" nella nostra zona!

Quando è nata l'idea di formare la squadra?

L'idea (e di conseguenza il team) è nato 3 anni fa. Siamo partiti da zero. E quando dico zero, intendo che non avevamo nulla. Non esistevano giocatori, allenatori, spalliere, caschi, campo...niente ! Abbiamo provato con un training-day e, vista l'affluenza, piano piano, abbiamo deciso di far partire il progetto. E' stata molto dura, devo ammetterlo. Abbiamo riscontrato grossi problemi a trovare campi disponibili, sponsor e per i ragazzi era la prima volta che toccavano un pallone da football. Per quasi un anno ci siamo allenati senza spalliere e caschi perchè, dovendoci autofinanziare in tutto, non avevamo soldi per comprare le attrezzature. Per fortuna esistono ancora Società sportive e persone che credono veramente nello sport e ci hanno dato una mano. Così, nel corso degli anni, siamo riusciti a "completarci" e successivamente ad iscriverci al campionato. 


Tutti i vostri ragazzi vengono quindi da una zona abbastanza ampia di questo hinterland...

Esatto, gli atleti vengono da tutto l'isontino, in particolare da Monfalcone, Gorizia, Ronchi dei Legionari, Staranzano, Gradisca.... forse me ne sfuggirà qualcuno!!! Il nostro campo di allenamento, da quest'anno, è a Turriaco. In ogni caso, son coinvolti tutti i comuni che orbitano attorno a Monfalcone.

Dal punto di vista sportivo, come ha risposto la provincia di Gorizia a questa iniziativa? C'è curiosità?

Dal punto di vista sportivo, inizialmente, non abbiamo trovato tanto riscontro da parte dei comuni dell'isontino. Ecco perchè, per i primi due anni, siamo stati costretti ad allenarci a Duino, che fa parte della provincia di Trieste. Dopo aver fatto un grande lavoro di pubblicità, aver insistito con caparbietà presso i comuni e la Provincia e organizzando esibizioni e chioschi presso le varie feste paesane, siamo finalmente riusciti a far sapere che esistiamo. Il giornale locale ha pubblicato diversi articoli su di noi. Ora c'è curiosità da parte di tutte le istituzioni, disponibilità ad aiutarci ed a ospitarci e credo che il Campionato sarà per noi una grossa opportunità per affermarci ancora di più nel territorio.

Potete già contare su un roster composto da un buon numero di atleti?

Il nostro roster conta 25 atleti. Piano piano lo stiamo facendo crescere, ma quest'anno purtroppo abbiamo perso alcuni giocatori che, per motivi di studio o familiari, hanno (si spera momentaneamente) abbandonato il progetto. Circa un quarto del roster è di età inferiore ai 21 anni. La media, comunque, è di circa 25, 26 anni.

Qualcuno tra loro ha esperienze passate di rilievo?

Attualmente non abbiamo giocatori "esperti". Come ti ho accennato..alcuni giocatori hanno dovuto lasciarci per motivi strettamente personali e uno di questi era l'unico giocatore con esperienza che avevamo e che proveniva dai Muli Trieste. Tutti quelli che abbiamo sono dei veri e propri "Rookies".


Ed il coaching staff?…da quali elementi sarà composto?

Per quel che riguarda il coaching staff vale lo stesso discorso che per i giocatori. Anche per noi sarà la prima esperienza in panchina da allenatori! Attualmente lo staff è composto da: Riccardo Munzone (ex Elephants Catania, Head Coach e Defensive Coordiantor), Marco Frizzi (ex Muli Trieste, Offensive Coordinator) ed il presidente Mauro Bais (ex Draghi Udine, Special Team). A darci una mano c'è anche Limoncin Marco (giocatore dei Silverhawks Lubijana), il quale, grazie alla sua grande esperienza ad alti livelli, cura i fondamentali, i runningback, le linee e chiunque ha bisogno di una "dritta".

Beh, è uno staff di tutto rispetto. Esattamente quello che ci vuole per cominciare con il piede giusto. A proposito, come si svolgono i vostri allenamenti? In quale misura, in che percentuale, curate i vari aspetti della preparazione?

Durante gli allenamenti cerchiamo di dedicare uno spazio equilibrato tra tecnica e teoria. Quest'anno stiamo cercando di curare molto anche l'aspetto atletico, perchè siamo consapevoli che un team di 25 persone, nel quale molti sarànno chiamati a svolgere un doppio ruolo, ha bisogno di una condizione fisica buona per tenere il campo ed arrivare a fine campionato senza infortuni dettati dalla scarsa preparazione atletica.

Avete già disputato degli incontri con altri team? Avete in programma altri test-match in questa pre-season?

Fino ad ora abbiamo disputato una partita contro i Cowboys Selvazzano, fine stagione sportiva 2012…e un paio di scrimmage contro i Draghi Udine. Abbiamo perso tutti gli incontri, ma stiamo notando un buon miglioramento nel gioco. Abbiamo ancora molto lavoro da fare. Speriamo di fare altri scrimmage con i Draghi e contiamo di fare almeno ancora una o due partite in pre-season. Questo ci permetterà sicuramente di definire meglio la squadra e cominciare ad entrare nei ritmi partita.

Quali indicazioni avete tratto da questi mesi di preparazione?…Siete pronti per affrontare una competizione come il Cif9?

Riguardo al nostro gioco, va ancora migliorato. Dai confronti con gli altri coach avversari, abbiamo dedotto che dobbiamo ancora lavorare in attacco. L'attacco è la parte più difficile perchè servono automatismi e prove che richiedono tempo. La difesa, credo, sia stata molto ben impostata. E' veloce e reattiva, ma, ovviamente, anch'essa richiede ancora cure. D'altro canto...il football è fatto di cura nei particolari. Se siamo pronti ad affrontare un campionato nazionale? Non mi sento ancora di sbilanciarmi. Non abbiamo affrontato tante partite e sappiamo che il lavoro è ancora lungo. Ciò che ti posso certamente dire è che anche noi siamo pronti a dare battaglia in campo.

L'anno scorso molte new-entries hanno fatto talmente bene da arrivare a scalare il ranking ed occupare delle posizioni di assoluto rispetto. Condor, Steelers e Skorpions giusto per citarne qualcuna. Quali sono, alla luce di questa premessa, le vostre aspirazioni per il 2013? Dove possono arrivare i Sentinels?

Penso che nel Cif9 ci siano molte squadre forti. Fatta eccezione per gli Hurricanes, squadra fortissima e ben equipaggiata, il nostro girone è composto tutto da squadre nuove come i Cowboys e i Thunders. Questo, però, non significa che abbiamo un girone "facile"! Sappiamo che tutte le nostre avversarie sono molto competitive e stanno facendo un ottimo lavoro di preparazione, perciò sarà per noi un campionato durissimo. Non so, onestamente, come quotare la mia squadra. Noi scenderemo in campo per vincere e fare del nostro meglio. Vogliamo essere una squadra tosta e difficile da battere…in poche parole, venderemo cara la pelle! Credo che, al nostro primo anno, sia difficile pensare ai risultati in pre-season. Tutto quello che otterremo varrà di sicuro come una grandissima esperienza. Comunque, abbiamo giovani con un grandissimo potenziale. In futuro, se continuiamo così, credo che i Sentinels potranno dire la loro.

E' quello che vi auguriamo, Marco…ok, altra piccola curiosità. Che divisa indosserete?

In casa giochiamo con casco giallo, maglia e pantaloni verdi con numeri e scritte gialle, calze gialle. In trasferta cambia la maglia che è bianca con scritte e numeri verdi. Volevamo avere dei colori che non siano proprio classici. Verde e giallo erano i colori che più ci piacevano.

Quale sarà il vostro campo di gioco casalingo? Credi che avrete un discreto seguito?

Allo stato attuale stiamo ancora trattando con diversi campi per decidere dove disputare il campionato. Il più quotato, fin ora, è lo stadio di Gorizia "La Campagnuzza", campo molto bello che può ospitare fino a 400 spettatori al coperto e altrettanti all'aperto. 
Purtroppo non abbiamo ancora certezza di poter usufruire di tale struttura in quanto stiamo attendendo il nostro calendario per poterlo incastrare con gli impegni calcistici che già si svolgono. Comunque, ci sono buoni propositi e buoni accordi, ma forse è meglio che non mi sbilanci troppo. Il nostro team sta creando molto interesse e curiosità nella zona. Partiamo dal presupposto che qui è insediato molto fortemente il calcio (del resto come in tutta Italia), il ciclismo, ma soprattutto il baseball dove giocano ben due squadre ai massimi livelli nazionali. Il football è una disciplina completamente nuova nell'isontino perciò va pubblicizzato molto. Anche se c'è ancora gente che ci guarda come se venissimo da Marte, siamo sicuri che avremo affluenza e partecipazione e che questo campionato sarà una grossissima occasione per farci conoscere ancora di più.

Qualche considerazione finale? Un pensiero che ti sta a cuore esprimere?

Per noi disputare questo campionato è un grande traguardo. E' bello poter far parte di un progetto nuovo e contribuire allo sviluppo di questo sport. E' importante che il football cresca in Italia, affinché ci sia più partecipazione e venga dato più spazio a questa splendida disciplina. Grazie a tutti quegli "addetti ai lavori"…e invito tutti gli appassionati o i curiosi a provare...provare non solo a giocare, ma anche a dare una mano e avvicinarsi ad un team. Presto si renderanno conto di essere utilissimi e di far parte di una nuova famiglia, perchè questo è il football !!! E' doveroso per me ringraziare e salutare i nostri amici Draghi Udine per il loro aiuto, supporto e per tutti gli insegnamenti che ci hanno dato. I Muli/Mustang Trieste, ai quali auguro un buon lavoro. Ed un ringraziamento anche alla Venjulia Rugby Trieste che, anche se di sport diverso, ci ha aiutato a crescere. Un grazie anche a voi, per l'attenzione e per la cura del vostro sito. A tutti gli appassionati di football americano voglio dire…ci vedremo in campo!

Grazie mille, Marco e alla prossima.


Ufficio Stampa Cif9.com

sabato 26 gennaio 2013

Storms vs Neptunes: Game Preview

Bologna, 26 gennaio 2013 – Prima tappa d’avvicinamento alla regular season del Cif9 2013 per i Neptunes, che domani a Pisa affronteranno in uno scrimmage gli Storms (kickoff alle 13). C’è molta curiosità per la prima uscita ufficiale dei gialloblù bolognesi: tanti i volti nuovi, a cominciare dal rinnovato coaching staff, guidato da Tony Mangiafico, al ritorno in casa ‘Tunes dopo le esperienze con Persiceto Knights e Warriors Bologna.

Gli Storms saranno sicuramente un buon banco di prova per testare il nuovo sistema di gioco e cementare l’intesa di gruppo. Un solo precedente fra le due squadre, risalente alla regular season 2010: a Pisa si imposero i Neptunes 23-0, nel giorno dell’esordio assoluto della formazione pisana. Da allora entrambi i team hanno fatto passi da gigante: i bolognesi si sono assestati ai vertici nazionali, con tre qualificazioni consecutive ai playoff, mentre gli Storms hanno raggiunto la loro prima post season proprio nella scorsa stagione.

«Negli ultimi allenamenti ho visto dei progressi – dice coach Mangiafico – e siamo pronti per affrontare lo scrimmage. Non sarà facile, gli Storms sono un’ottima squadra, ma sono certo che sapremo far vedere i passi avanti che abbiamo fatto. Ho già in mente il depth chart per ogni reparto, ma daremo spazio a tutti i giocatori».

Anche il presidente e allenatore della linea di difesa Maurizio Brini si aspetta di vedere la crescita dei Neptunes: «Vogliamo vedere il nostro stato di salute, e avere un punto di riferimento rispetto alle nostre avversarie di division. Dallo scrimmage cercheremo di ricavare un quadro generale del nostro potenziale per la prossima stagione. Di sicuro gli Storms saranno un ottimo test: sono reduci da una stagione vincente e le loro squadre giovanili hanno ottenuto ottimi risultati. Non ci preoccuperemo più di tanto del risultato finale, ma avremo sicuramente un riscontro importante».

Dario Giordo | Ufficio Stampa Neptunes Bologna

venerdì 25 gennaio 2013

I Cowboys Selvazzano si presentano

Cowboys Selvazzano American Football Team, dopo i primi buoni test match, la squadra è pronta per affrontare un Campionato importante.

La Società è nata da un'idea di Jerry Gianluca Bano nel settembre del 2011. Grazie ad un lavoro costante ed un progetto coerente, questa realtà conta adesso più di 60 iscritti. La parola al Presidente:

"La nostra Società Sportiva è dedita allo sviluppo individuale degli atleti, come persone e come sportivi. Da noi non esiste il “panchinaro”, perchè nel nostro sport tutti sono coinvolti al fine di un unico risultato, il Football è una disciplina sportiva alla quale possono avvicinarsi tutti".

Quali sono le principali difficoltà che incontra una squadra che si è appena formata?

"Prima di tutto, per creare un gruppo bisogna capire le dinamiche di un gruppo. Fatto questo, bisogna avere un buon staff di allenatori, poi c'è solo tanto lavoro".

Il Team Cowboys affronterà il Campionato Cif9 2013, quale sarà il futuro di questa Squadra?

"Faremo del nostro meglio, considerando che siamo una squadra appena iscritta, ma cercheremo di dare lustro a Selvazzano, il comune che ci ospita, ed al Football in generale. Stiamo lavorando bene e ho fiducia nel mio Coaching Staff, secondo me ci sono tutti i presupposti per fare bene. Parlando di spettacolo…lo spettacolo ci sarà ad ogni partita, come quello al quale ci hanno abituato i Cowboys..ci saranno fuochi d'artificio, stand gastronomico, halftime show…e tanto buon Football".

Ecco di seguito anche una breve dichiarazione dell'Head Coach Enrico Bano:

"Prima di tutto cercherò di fare in modo che i ragazzi diventino una vera squadra. Non mi sbilancio in pronostici, ma immagino e spero di fare del buon Football. I Cowboys augurano buon Campionato a tutti".

Di seguito il calendario:

02/03 Marzo Sentinels Isonzo vs Cowboys

16/17 Marzo Cowboys vs Thunders Trento

23/24 Marzo Hurricanes Vicenza vs Cowboys

06/07 Aprile Cowboys vs Sentinels Isonzo

20/21 Aprile Thunders Trento vs Cowboys

27/28 Aprile Cowboys vs Hurricanes Vicenza

26/26 Maggio WILD CARD

01/02 Giugno QUARTI DI CONFERENCE

08/08 Giugno SEMIFINALI DI CONFERENCE

15/16 Giugno FINALI DI CONFERENCE

22 Giugno NINEBOWL

Ufficio Stampa Cowboys Selvazzano

I catanzaresi dell’Assitur Highlanders affrontano i Caribdes Messina

Per gli Highlanders e' il ritorno in campo 20 mesi dopo l'ultima partita disputata nei playoff del campionato 2011 conclusasi con la sconfitta ad opera degli Eagles Salerno.

Il match di Domenica 27 Gennaio, alle ore 14,30 presso il campo scuola di Catanzaro, rappresenterà il battesimo del campo per tante nuove leve Highlanders, frutto del reclutamento effettuato durante l’estate e l’autunno 2012. I nuovi arrivi formano infatti la metà della rosa di 30 atleti che quest’anno saranno a disposizione di coach Massimo Marino.

Insieme a tanti volti nuovi, la formazione catanzarese vedrà naturalmente schierati i giocatori rientrati alla base, dopo il campionato 2012 disputato tra le file degli Achei di Crotone e dei Caribdes di Messina, in prima fila il Regista “quarterback” Marco Megna ed il portatore di palla “runningback” Saverio Pugliese, che sono le punte di diamante dell’attacco nero/oro.

I componenti la squadra si avvalgono della presenza di quattro giovani che hanno disputato il campionato 2012 nelle fila dei Caribdes Messina atleti di Palermo che però, al loro terzo campionato in Calabria, fanno ormai parte del nucleo “storico” del club in quanto pienamente integrati nel team, formato per il resto da ragazzi di Catanzaro e provincia.

A rinforzare la squadra di difesa in questa stagione, inoltre, è arrivato Roberto Dia, ruolo “safety/linebacker” , giocatore con alle spalle diversi campionati di A2 disputati nelle file degli Sharks Palermo.

E’ il quinto incontro tra le due formazioni dopo le due amichevoli e le due partite di campionato disputate nella stagione 2011. I precedenti sono tutti a favore della squadra catanzarese, anche se c’è da dire che il 2011 fu il campionato di esordio per i messinesi, e, come tutte le squadre esordienti, soprattutto nelle due amichevoli precampionato, i siciliani hanno pagato “lo scotto” del noviziato. Ora le parti sono invertite e saranno i siciliani a tenere a battesimo i nuovi Assitur Highlanders, che riprendono l’attività dopo lo stop del 2012.

Il match amichevole è, per il pubblico della città dei tre colli, l’antipasto di quello che sarà il campionato di football americano, che avrà inizio il 23 febbraio prossimo e si concluderà in giugno.

Francesco Vallone | Ufficio Stampa Highlanders Catanzaro

mercoledì 23 gennaio 2013

Casa nuova, vita nuova | La Preseason dei Blue Storms Busto Arsizio

Busto Arsizio, 23 Gennaio 2013 - Come in ogni progetto di trasloco che si rispetti, i Blue Storms hanno messo in opera tutte quelle procedure che vanno seguite quando bisogna affrontare un cambio di dimora: Ci si prepara parecchio tempo prima, si fanno le opportune valutazioni, dopodiché si organizzano e gestiscono al meglio tutte le operazioni, sia pratiche che personali, sia amministrative che istituzionali. Certo, "qualche pacco per strada" lo perdi sicuramente se non hai nastro da imballaggio a sufficienza, ma non sempre si può pretendere di ottenere tutto ciò che si vuole senza alcune "rinunce". Il team neo-bustese vuol fare senz'altro di necessità virtù. Si presenta ai nastri di partenza del torneo 2013 con una formazione rinnovata ed agguerrita e con un bagaglio di esperienza che può consentirgli davvero un importante salto di qualità. A guidare le tempeste blu lombarde c'è sempre lui, il carismatico ed eclettico Alessandro Di Lorenzo, il quale ci accompagna in questo viaggio che oggi fa tappa a sud delle prealpi varesine:

Ciao Dilo e bentornato a te e ai Blue Storms. Come vanno le cose? …Come mai innanzitutto il cambio di nome da Gorla Minore a Busto Arsizio?…avete cambiato quartier generale?...

Si, da questa estate abbiamo cambiato "casa": ci stiamo trasferiti a Busto Arsizio, un comune più grande dove contiamo di crescere meglio. Era da anni che cercavamo di trasferirci, solo che non trovavamo un campo al quale appoggiarci per gli allenamenti e le partite di Campionato; ora abbiamo trovato ospitalità e ci stiamo sistemando.

L'estate scorsa circolava la notizia di una vostra possibile iscrizione al Campionato di A2…poi non si è saputo più nulla. Cosa è accaduto nel frattempo?

È successo che, come da copione, lo spostamento di sede ha portato con sé dei cambiamenti, e da qui la necessità di  rivedere i programmi iniziali. Il Consiglio Direttivo della società ha preferito continuare in tranquillità per una stagione ancora in CIF9, sistemarci e crescere bene prima di affrontare un campionato più impegnativo.

Quali le altre novità della stagione?

Quest’anno le parole d’ordine saranno “umiltà e rinnovamento”. C’è tanto lavoro da fare, tanti i cambiamenti avvenuti durante l’estate e l’autunno, ma tanti altri ne dovremo affrontare la prossima stagione. Per questo, con pazienza e umiltà, ci siamo messi a lavorare, a poco a poco e piano piano, cercando di puntare al meglio. Quest’autunno ci siamo concentrati sulla giovanile con i Vipers, che sono stati una favolosa esperienza. Da gennaio (anche se in realtà abbiamo iniziato po’ prima) stiamo lavorando per spianare la strada alla Squadra Senior, che ne verrà fuori tutta nuova. In collaborazione con gli allenatori, vecchi e nuovi, stiamo cercando di creare un'atmosfera positiva, serena e di determinazione, puntando unicamente sulla singola partita che si andrà ad affrontare senza pensare troppo in là.

Nel 2012 una stagione francamente un po' opaca (specie se paragonata a quella 2011, nella quale avevate sfiorato la finale, sconfitti solo dalle Aquile)…con bilancio tutto sommato negativo….record-percentuale di 3-4, accesso ai playoff conquistato…ma poi l'uscita per mano dei bravi e meritevoli Knights…tracciamo un bilancio dello scorso anno?

Mah..l’anno scorso è stato, in confronto all’anno precedente, un po’ sottotono; forse l’errore più grosso è stato essere stati troppo sicuri di noi. Avevamo chiuso il 2011 molto bene, alla fine abbiamo perso con quella che si è poi dimostrata la vincitrice del campionato. Forse questo “eccesso” di consapevolezza ha fatto perdere la giusta concentrazione ai giocatori e, come tutti sanno, “vince chi fa meno errori”. Purtroppo abbiamo ne abbiamo commesso qualcuno di troppo e questo ci è costato qualche incontro. Questo moralmente ha scoraggiato alcuni ragazzi e non ci ha sempre permesso di essere al “top” durante la stagione. Inoltre abbiamo perso un paio di giocatori “chiave” durante la stagione e gli allenatori  hanno dovuto bilanciare nuovamente tutto l’assetto della squadra e trovare un nuovo ritmo che non siamo però più riusciti a conquistare.

Quali allora gli obiettivi di questa nuova stagione?

Quest’anno, come dicevo prima, non abbiamo grandi obiettivi, ci concentreremo solo e unicamente sulla partita che andremo ad affrontare di volta in volta; questo è quanto lo staff tecnico ha deciso. Non posso che condividere: guardare troppo in là può essere controproducente. Meglio concentrarsi su piccoli obbiettivi e lavorare con tanta umiltà. Nel 2011 non eravamo consapevoli delle nostre potenzialità, avevamo lavorato unicamente concentrandoci su noi stessi e sulla singola partita, quest’anno cercheremo di rifare la stessa cosa. Poi qualsiasi sia il risultato ottenuto per noi andrà benissimo. Questo è un anno di “rinnovamento e ricostruzione”.

Dove credi che concentrerete maggiormente la vostra attenzione in fase di preparazione?

Mah..qui dovrei farti parlare con lo staff tecnico alla fine dei prossimi due allenamenti.. Credo che si vorrà cercare di uscire un po’ dal solito football, credo che si vorrà osare di più in attacco uscendo da quello che è stato il solito nostro trend degli ultimi anni…e cercare di far tornare ad avere una difesa in vecchio stile, aggressiva e pronta a farsi sentire, anche fisicamente.

La tua esperienza come coach della Nazionale Italiana di Flag U13 ha portato un valore aggiunto anche al lavoro dei Blue Storms? E…cosa ne hai ricavato in termini di crescita personale e professionale?

L’esperienza in Nazionale Flag Junior è stata stupenda…anzi dovresti farmi un'intervista solo su questo perché avrei tantissime cose da raccontarti. È stata una esperienza che mi ha messo “in pace” con il mondo del football che, come sai, chiede tanto ma non sempre ti restituisce in egual misura, anzi! Quei ragazzini si sono fidati al 100% di me e Mauro Mondin (l’altro allenatore)…si sono lasciati guidare totalmente, e noi abbiamo cercato di unirli, renderli un vero solido gruppo, una famiglia. Vederli lottare in campo è stato favoloso! Anche il loro modo di apprendere gli schemi e giocarli, il darsi una mano l’un l’altro, incitarsi, supportarsi… bellissimo! E' una cosa che rifarei anche subito...Mi mancano tanto i “miei piccolini”. È stato anche bello incontrare le altre nazioni, confrontarsi, parlare e vedere come lo stesso sport possa unire ed esser vissuto con la stessa passione nonostante le realtà siano diverse. La Nazionale è stata come una nuova “famiglia”, siamo riusciti a creare un bel gruppo, non solo tra i ragazzi, ma con tutto lo staff. Tutte le persone coinvolte erano veramente felici di sacrificarsi e di lavorare per il gruppo. Questa è la cosa che voglio portare ai Blue Storms… un metodo di lavoro e pensare diverso, non solo orientato alla squadra, ma allo spirito stesso dello sport, al legame tra le persone e all’amore per il football in generale, che vada oltre i confini del proprio blasone.

Questa è una delle risposte in assoluto più belle che ci abbiano mai dato, Ale…complimenti davvero. Torniamo "in casa" vostra..quali, allora, i piani societari adesso?

Diciamo che ci sono dei “macro obiettivi” a lungo termine, appunto basati sui 3/4 anni. Il problema è che con l’incertezza economica generale diventa difficile pianificarli bene, quindi ogni anno vediamo di affrontare la stagione cercando di raggiungere quegli obbiettivi. Magari con la nuova sede in questo Comune più grande e più disponibile si potranno fare piani più dettagliati.

Qualche Test-match in programma in questa pre-season?

Ne avevamo organizzato uno a fine dicembre, ma le forti nevicate di quei giorni non ci hanno permesso di farlo. Appena possibile ci confronteremo con lo staff tecnico e vedremo se sarà possibile organizzarne un altro. Anche perché l’inizio della stagione è molto vicino e la questione “tempi stretti” non ci aiuta.

Ma..il Di Lorenzo player? Tornerà in campo anche quest'anno? Come fai a dividerti in questo triplo ruolo di dirigente/coach/atleta?…

Allora ti do uno scoop: quest’anno mi riposo, non scenderò più in campo a giocare, ma sarò sempre in sideline seppur in veste di allenatore! Sto cercando di fare “pulizia” tra i miei numerosi incarichi, perché l’anno scorso stava diventando veramente difficile fare tutto: giocatore, allenatore, dirigente, presidente, commissioner… diciamo che quest’anno mi prenderò un po’ di riposo. Cosa mi fa andare avanti… beh le potenzialità di un progetto, sapere che lavorando con sacrificio e impegno i risultati si possono ottenere. Spesso, anzi quasi sempre, ci sono un sacco di ostacoli da affrontare, problemi, difficoltà, ma non mi abbatto mai se so che il risultato è giusto e la sua potenzialità è alta. Non so dove trovo la “forza” per farlo, anche perché trasmettere “entusiasmo” a tutti non sempre è facile quando sei particolarmente stanco o hai problemi personali esterni al “gioco” del football. Però penso sempre ai più piccoli, ai bambini, anche ai grandi (che in fondo sono bambini più cresciuti), al loro entusiasmo e alla loro voglia di giocare. Il mio obiettivo è sempre stato di dare a tutti la possibilità di vivere al meglio questo sport, bellissimo, con molte più opportunità e chance rispetto a quelle che  ho potuto aver io come giocatore. Anche se non tutti riescono a capirlo, tutto quello che questa società fa è prendersi cura dei giocatori e svolgere quel servizio “sociale” che ormai non fa più lo Stato. Se vuoi parliamo in un'altra intervista del valore sociale e aggregante che dovrebbe avere lo sport…


Volentieri, DiLo…anche perché è un argomento che ci sta particolarmente a cuore…come quello dei giovani. A proposito, che ci racconti della joint venture con gli Skorpions, sfociata nella creazione dei Vipers? Come giudichi l'esperienza dei ragazzi nel torneo High School di quest'anno?

Io direi che è stata “spettacolare”! Una bellissima esperienza, sia per i ragazzi, sia per lo staff tecnico, indipendentemente dai risultati ottenuti. Ovviamente quando quest’estate ci siamo confrontati con i vari allenatori sapevamo che questo era un progetto sperimentale con tante difficoltà: prendere due gruppi diversi di ragazzi, che vengono da realtà differenti, con preparazioni diverse, con pochissimo tempo per metterli sul campo sarebbe stata dura; senza contare che andavamo a confrontarci con squadre che sono anni che lavorano sui loro giovani (Daemons, Seamen e Giants). Noi eravamo quelli appena arrivati, formati da due realtà diverse: una bella sfida! L'obiettivo era quello di creare, soprattutto, un gruppo di ragazzi entusiasti che potessero finalmente giocare a football… e questo obiettivo è stato centrato in pieno. Con più tempo per prepararci avremmo potuto ottenere più risultati in campo, ma guardando al modo in cui si è giocato, le differenze punti a fine partita, direi che non è andata poi così male. Se il campionato High School si fosse giocato a Gennaio, invece che a fine Settembre, forse i risultati sarebbero stati diversi.

C'è qualche atleta pronto per un vero exploit quest'anno?

A dir la verità non lo so, questo sarà tutto un anno da scoprire. Avrei qualcuno da citare, ma preferisco non dire nulla e aspettare di vedere i risultati sul campo.

Come gestisci l'approccio dei ragazzi nuovi?

Su questo siamo molto attenti ai Blue Storms. Abbiamo innanzitutto dedicato un giorno alla settimana e degli allenatori apposta per dare il “benvenuto” a chi viene a praticare questo sport da noi. Il sabato pomeriggio è il nostro giorno “open” in cui tutti possono venire a parlare e a provare; gli allenatori che sono adibiti a questo incarico decideranno poi chi e quando è pronto per proseguire nei vari settori, ma soprattutto se una persona è pronta o meno a indossare casco e spalline.

Sappiamo che per i giovanissimi siete sempre molto attivi. Come vi muoverete quest'anno?

Quest’anno ci stiamo muovendo verso le scuole, abbiamo già un progetto Flag School avviato verso un istituto qui di Busto e stiamo intanto cercando di portarlo in altre scuole della Provincia di Varese. Il Flag Junior per noi è un settore essenziale, secondo noi un giocatore dovrebbe cominciare proprio da lì. Abbiamo sempre avuto un settore portante nel flag, si vede chiaramente la differenza di un giocatore che arriva da questo settore, soprattutto in giovanile. Quest’anno stiamo cercando di fare nuovi reclutamenti sia per il Flag, sia per la Junior, ma per quest’ultimo settore più avanti, dopo la primavera.

Ritagliamo adesso un piccolo angolo rosa: A che punto è il team di tackle football femminile, le Tempeste? Chi le allena? Quali i progetti in vista? E la novità Thunders cheerleading group?…

Beh, il Team Tempeste nasce per una scommessa, persa ovviamente: quest’estate le ragazze di alcuni giocatori mi continuavano a chiedere di fare una squadra femminile, a settembre risposi che se fossero state almeno 15 lo avrei fatto e le avrei allenate. Due settimane dopo erano in circa 20… scommessa persa, quindi mi tocca (con piacere) allenarle. Sono un bel gruppo, tutte a digiuno di football, ma con tanta voglia e tanto entusiasmo; per questo sto cercando di allenarle al meglio, dando loro innanzitutto le basi e i fondamentali, partendo dall’ABC e non dando nulla per scontato. Ho preferito iniziare con poco, ancora non hanno messo casco e spalline, ma conto che siano tutte “vestite” in questo mese, per vederle veramente alla prova. Quello che posso dire è che “tecnicamente” i “piccoli” miglioramenti si sono visti in questi mesi, ma la strada è ancora lunga, poi in previsione di un loro campionato questa primavera c’è tanto da fare. Anche qui vige la regola dell’umiltà e dei piccoli passi: ci sono squadre in Italia che si preparano da almeno 2 anni e squadre molto più numerose di noi. L’importante sarà dare il nostro meglio. Sono molto fiducioso per questo nuovo piccolo gruppo che si è aggiunto alla nostra “famiglia”. Altra novità sono le Thunders, le nostre cheerleader: quest’anno è stata la prima novità “al femminile” a fare ingresso in società… anche di loro sono molto orgoglioso, ma fortunatamente non le alleno io!!

In questi tempi si dibatte parecchio a proposito della suddivisione (e dei meccanismi) delle categorie in Italia. Football A 9, a 11, le varie fasce d'età, suddivisioni regionali, etc… Tu come la pensi?

Sarebbe bello avere una retrocessione e promozione vera e propria… anche se bisognerebbe guardare bene la situazione costi, un campionato di A1 su uno di A2 e uno di A2 rispetto a uno di CIF9 hanno costi e necessità di numeri ben differenti. Non  è sempre detto che la squadra che vince un campionato abbia le risorse per poter giocare in una categoria maggiore. Detto questo, io ho la mia opinione su come strutturare i campionati, forse è un po’ anacronistica ma soprattutto prevede una vera e propria rivoluzione strutturale, che sicuramente non piace a tutte le società ma sarebbe un bel salto di qualità. Forse questa è la prima volta che ne parlo pubblicamente…Attualmente abbiamo due periodi temporali in cui si giocano i campionati di football: Marzo/Luglio abbiamo CIF9, A2, A1, Flag Senior, Football Femminile, Flag Junior (un bel caos) e Ottobre/dicembre U18, U21, FiveMen U15 e U18…Non mi addentro in critiche o pregi della situazione attuale che credo siano di pubblico dominio, ma questa sarebbe la mia “anacronistica” proposta:

• Marzo/Giugno A1, U19 (a 11), U16 (a 7),  Football Femminile, Flag Junior (U13)
• Ottobre/Gennaio A2 e CIF9

Parliamo di vantaggi/svantaggi di questa soluzione:

• Vantaggi:

- Un giocatore di A2 o CIF9 potrebbe essere prestato senza alcun problema in A1 in quanto i campionati non sono in concomitanza, questo porterebbe sia ad una crescita qualitativa per le squadre di A1 sia per quelle squadre (A2/CIF9) che prestano i propri giocatori ad una serie maggiore;

- Meno partite da gestire ogni domenica, quindi più arbitri a disposizione a ogni incontro e una cadenza degli incontri più regolare (attualmente capita che si rimane fermi anche 3/4 settimane di fila prima di un incontro);

- Più tempo per fare reclutamento e preparare i campionati giovanili: di solito è vero, si fa reclutamento durante l’estate, ma la pausa di agosto annulla quasi sempre il lavoro fatto e quando riparti a settembre hai solo un mese per metterli in campo, così si avrebbe più tempo. Poi so benissimo che da fine maggio a giugno i ragazzi sono “intoccabili” per via degli esami e degli ultimi mesi di scuola, ma se il campionato andasse da febbraio a maggio si starebbe fuori da questo pericolo…Inoltre il campionato durerebbe 4 mesi, un mese in più rispetto alla situazione attuale (ottobre/dicembre) quindi più possibilità di incontri e più divertimento per i ragazzi;

- In questo modo tutti i campionati avrebbero maggior spazio mediatico, soprattutto i senior che sono quelli che “vendono il biglietto allo stadio”, senza doversi accavallare e/o soffocare tutti nello stesso periodo e poi silenzio. Così si parlerebbe di “football” tutto l’anno;

- La A1 sarebbe veramente un campionato trascinante e spettacolare, con più giocatori di qualità, con più visibilità, è la serie che permetterebbe finalmente di far tornare sotto l’occhio “del popolo italiano” questo sport;

- Avere solo un A2 e un CIF9 in periodo autunnale/invernale ti fa sudare meno durante le partite… hahahahaa, scherzi a parte ti permette di essere un po’ più al centro dell’attenzione, avere un campionato più rilassato e giocartelo in contemporanea con quello USA;

- Poi si avrebbero delle finali per i vari campionati, con una cadenza migliore senza andare a sovrapporsi: si avrebbero 2 periodi per le finali, uno a fine inverno (gennaio) e uno a inizio estate (giugno) e ciascuna finale  potrebbe catalizzare tutto il pubblico footballistico (e non)
Attualmente le finali Senior sono quasi sempre una dopo l’altra e la gente spesso sceglie quale andare a vedere...

• Svantaggi:

- Bisogna trovare un punto 0 in cui far partire questa “rivoluzione”;

- Andare contro quelle che sono le abitudini delle squadre italiane;

Ma alla fine mi rendo conto che tutto ciò non sarà possibile, la vedo molto dura

Invece sembra abbastanza interessante come punto di vista..chissà che non possa stuzzicare i vertici amministrativi della Federazione….Vedremo…Dimmi adesso un pregio ed un difetto del Football in Italia…

La faccio breve, in troppi guardano troppo al bene del proprio orticello invece di pensare al bene del movimento. A volte bisogna andare oltre il proprio “blasone” e provare a sperimentare, altrimenti si diventa stagnanti. Soprattutto in situazioni di crisi economica come quella che stiamo vivendo, invece di aprire nuove realtà o dividersi, la cosa più intelligente sarebbe quella di aggregarsi e unirsi per cercare di aiutarsi a vicenda per il bene del movimento.

Quale team ti ha più impressionato la scorsa stagione?

Tra le squadre che abbiamo incontrato sono stati i Bills di Cavallermaggiore: bravi giocatori, molto umili, che hanno saputo giocare con meno errori rispetto a noi e con un buon seguito di pubblico, molto affiatato. Complimenti sinceri.

Ipotizzando che la formula dei playoff 2013 rimanga immutata…scommetti 1 euro sulle 4 squadre che arrivano alle finali di Conference [North e South] quest'anno…Qual è il tuo pronostico?

Bella domanda… di solito non scommetto mai, ma prendiamo pure il fatto che sia un'ipotesi, credo che quest’anno sia una vera e propria scommessa, forse sarebbe più facile (per me) andare a vincere al Superenalotto. Ci sono parecchie new entries, altre squadre sono uscite, ci sono stati dei rimescolamenti… quindi è difficile trovare riferimenti sulla scorsa stagione. Tieni presente che della South Conference so poco, per ovvi motivi di distanza, se non quello che si potrebbe vedere sui vari social media o sui siti…dico…Patriots Bari vs Eagles Salerno…Per la North Conference direi ancora Bills Cavallermaggiore vs una squadra Emiliana…sono indeciso veramente, Neptunes Bologna, vah!

E adesso, per chiudere...spazio ad una tua domanda ad Alessandro Di Lorenzo..

Domanda: Secondo te dopo tutte le domande che mi hai fatto ho ancora voglia di farmi io una domanda e di rispondermi? Risposta: No, grazie penso di aver già parlato troppo! Scusa la battuta ma penso che chi leggerà questa intervista sarà già stufo da un pezzo prima di arrivare a questo punto…ahahahahahahaha

Ahahahahah..speriamo di no… anche perché tutti gli argomenti trattati credo fossero molto interessanti…non solo per i Blue Storms, ma per tutti gli appassionati..Ad ogni modo, grazie ancora DiLo e alla prossima.


Ufficio Stampa Cif9.com

martedì 22 gennaio 2013

Prima discesa in campo per i Blackreds

Domenica 27 gennaio a Ivrea nell’evento “Insieme per la solidarietà”

Prima discesa in campo per i giovani BlackReds 1983 Aosta che domenica prossima 27 gennaio alle 14.30 avranno modo di farsi le ossa andando ad infoltire la squadra degli Oldies for Solidarity, compagine di “vecchie glorie” del football americano made in Italy nata con l’intento di raccogliere fondi da destinare ad iniziative benefiche, nell’incontro di beneficienza che si terrà a Pavone Canavese nel campo dei Mastini Ivrea, storica compagine eporediese.

Sarà l’occasione per i giocatori aostani di fare esperienza in vista della prima amichevole ufficiale che si disputerà a fine marzo ad Aosta contro una squadra piemontese ancora da definire.

Informazioni sull’evento “Insieme per la solidarietà” a questo indirizzo:

MASTINI IVREA VS OLDIES FOR SOLIDARITY 27-01-2013

Football americano, partita amichevole a scopo benefico tra MASTINI IVREA e OLDIES FOR SOLIDARITY. L’intero incasso sarà devoluto all’Associazione Piccolo Carro di Chiaverano (TO) e all’Unione Genitori Italiani di Torino. Guest star: Max Bertolani dell’Isola dei Famosi insieme alla FOOTBALL ACADEMY GLADIATORI. Sponsor ufficiale dell’evento: OME CATELLA S.r.l. di Ivrea (TO)

Note:
“L’Associazione Piccolo Carro è una associazione di volontariato Onlus che nel suo primo anno di attività ha già percorso le prime tappe del progetto di vita comunitaria. L’Associazione, ispirandosi ai principi di solidarietà sociale, si prefigge di aiutare, sostenere e promuovere le persone che si trovano in difficoltà fisiche e psichiche avvalendosi dei principi della socioterapia: vivere, lavorare ed imparare insieme.Abbiamo bisogno anche del tuo aiuto per acquistare la serra della fotografia che ci permetterà di continuare il laboratorio di ortofloricoltura che abbiamo intrapreso”.

L’U.G.I, Unione Genitori Italiani contro il tumore dei bambini, è un’associazione di volontariato, legalmente riconosciuta, nata a Torino nel 1980, per iniziativa di un gruppo di genitori protagonisti della dolorosa esperienza della malattia di un loro bambino, al fine di promuovere e sostenere progetti per migliorare l’assistenza medica e sociale dei bambini affetti da tumore. Da allora è presente costantemente presso l’Ospedale Infantile Regina Margherita (www.oirmsantanna.piemonte.it) e si occupa di assistenza ai bambini ricoverati e alle loro famiglie”

“OLDIES FOR SOLIDARITY"
L’obiettivo che si sono posti i soci fondatori nel momento della loro aggregazione è stato semplice e univoco; fare beneficenza per mezzo del football americano. Sulla base di questa scintilla è nata l’associazione sportiva dilettantistica “Oldies” che raccoglie ex giocatori intorno al principio fondante. L’Assemblea dei soci ha poi deciso di contribuire in maniera preferenziale a quei progetti di ricerca e cura delle malattie infantili. Se nel football americano non è quindi il singolo a vincere, “ma è la squadra che raggiunge il risultato” Oldies è la sintesi ottimale di questo messaggio di solidarietà. I soci giocatori di Oldies non fanno altro che restituire ciò che un tempo questo di sport di fratellanza e sacrificio ha dato loro” “La ASD Football Academy Gladiatori è la prima scuola di Football Americano il cui intento è quello di promuovere,formare ed educare i ragazzi attraverso questa meravigliosa disciplina sportiva partendo dai giovanissimi under 12 bambini/e e a seguire di ragazzi/e formandoli e addestrandoli dapprima attraverso il Flag Football ( football americano senza contatto fisico) per poi ,a formazione completata,inserirli nella squadra amatoriale della Football Academy Gladiatori di Tackle disputando incontri amatoriali con fine benefico e di formazione sia in formula Fiveman ( 5 vs 5 ) che Arena ( 9 vs 9).

La ASD FOOTBALL ACADEMY GLADIATORI è un progetto e programma creato e realizzato da Max Bertolani e Roberta Antignozzi per consentire a tutti i ragazzi/e di far sport in un ambiente ricco di valori,pulito e familiare…dove ci si allena imparando l’ABC del football con uno stile di vita sportivo e corretto..”

“L’Azienda OME CATELLA S.r.l. con sede in Via G. Di Vittorio, 9 10015 Ivrea (TO) opera dal 1963 in tutto il nord Italia nel settore della serramentistica in alluminio e della carpenteria metallica. E’ formata da 22 addetti fra dirigenza, impiegate, responsabili tecnici, operai qualificati, posatori, progettisti e commerciali. L’area produttiva di 1800 mq completamente organizzata, la produzione utilizza le migliori tecnologie ed i macchinari più evoluti nel pieno rispetto di tutte le normative di sicurezza ed ambientali. Costruisce serramenti in grado di soddisfare tutte le esigenze del mercato, in particolare, sistemi per porte e finestre, sistemi in legno-alluminio, finestre a nastro, costruzioni speciali, facciate continue, coperture, rivestimenti in alucobond ed automazioni d’ogni tipo. In oltre proponiamo anche la fornitura e posa di pareti mobili in alluminio – anche attrezzate – e in cartongesso. Fra i loro pregiati Clienti segnalano: Pirelli Real Estate, Ansaldo Segnalamento Ferroviario, Johnson Control, Vodafone S.p.A., Gefim S.p.A., Infostrada, Wind, Bioindustry Park del Canavese, Enel”.

Ufficio Stampa BlackReds Aosta

Quando gli Italiani sanno insegnare il Football americano

Qualche settimana fa abbiamo elogiato Aldo Stanzani per le sue imprese oltre oceano (ha portato una piccola high school della Florida alla vittoria del campionato statale, ndr) ed il presidente dei Crabs, Fabrizio Moretti, suo amico da diversi lustri nonché suo ex compagno di squadra nei Bologna Warriors, lo ha invitato a tenere un coach clinic ed un camp per i giovani atleti abruzzesi di football americano.

Stanzani (modenese, 55 anni), da diversi anni in America, da diversi anni allenatore nelle high schools: forte della "scuola" italiana di football americano, ha cercato di insegnarla agli americani stessi. Ma i risultati non sono mai arrivati. Allora ha deciso di cambiare mentalità, ha deciso di comprendere la mentalità "americana, ha deciso di studiare il football americano "americano" ed i risultati lo hanno immediatamente premiato. Nel 2009 il primo campionato, quest'anno il secondo.

Con budget ridottissimo (pochissime decine di migliaia di euro) e con un roster "europeo" (tra cui sei giovani Under18 italiani...), forte del suo motto "Onestà, Persistenza, Competenza", ha sbaragliato un nutrito nugolo di avversari (oltre 150 le high schools del torneo della Florida) e agguantato il suo Championship.

Il Presidente Moretti, all'ombra della lungimiranza del suo vecchio compagno di squadra, ha ottimamente organizzato un clinic per allenatori (regolarmente patrocinato dalla Federazione e dall'Associazione Allenatori) ed un camp riservato solo ad alcuni ruoli di una squadra (quarterbacks, wide receivers, running backs, linebackers, defensive backs). La partecipazione è stata importante: circa 20 tra aspiranti coaches ed altri con esperienza già sul campo, tutti abruzzesi; ma, soprattutto, 30 giovani atleti tra i 17 ed i 25 anni delle tre franchigie regionali: Lanciano Goblins, Poggiofiorito Leones e, naturalmente, Pescara Crabs. Domenica 20, dalle 9.30 del mattino, fino alle 18.00 (clinic diviso in due sessioni), coaches ed atleti si sono divisi tra campo ed aula per seguire gli insegnamenti del "prof." Stanzani.

Nella sua full immersion, Stanzani è stato un fiume in piena di nozioni, di modi e metodi di allenamento e di gioco, di come far divertire i ragazzi, di come introdurli al football americano, di come farli appassionare, di come programmare un ciclo, di come insegnare, ma anche di medicina e doping (inutile!!). Coaches ed atleti sono rimasti estasiati dalle parole e la dirigenza Crabs si è impegnata a ripetere, almeno una volta all'anno, questo tipo di esperienza.

"Non amo sognare il passato per il gusto di farlo, ma quando mi succede, lo uso per costruire il miglior futuro possibile per i nostri figli. Almeno nello sport che amo" (Aldo Stanzani).

Con questa frase di coach Stanzani, chiudiamo ed invitiamo a seguire il football americano: non è uno sport di questa terra italica, non è seguito degnamente come gli appassionati nazionali desidererebbero, tanti sono i sacrifici che gli oltre 5000 tesserati in Italia compiono giornalmente e nonostante le difficoltà del periodo, si tira avanti dignitosamente; personalmente difficilmente riuscirei a starne senza e ritengo di non conoscere sports che riescano a dare delle emozioni più forti del football americano.

Buon Football a tutti.

Daniele Mancini | Ufficio Stampa Crabs Pescara

Galleria Fotografica

Gorillas: Tra Football e Cheerleading emozioni assicurate!

Esordio di successo per le ragazze del cheer team delle Flying Monkeys Varese.

Scelte come testimonial di uno sponsor della squadra di volley femminile campione d’Italia, la “Unendo Yamamay Busto Arsizio”, le cheerleader varesine hanno animato i tempi fra un set e l’altro con movimentate esibizioni di cheerdance e cheerleading acrobatico.

Il “tutto esaurito” del Palayamamay non ha fermato le ragazze affiliate ai neonati “Gorillas Varese”. L’energia e l’allegria che le caratterizzano hanno sorpreso l’intero pubblico della partita, finita fra l’altro, con una vittoria per le biancorosse Bustesi. Esperimento riuscito dunque: il cheer team Varesino seguirà anche altre partite del campionato, trasferte comprese.

L’allenatrice Laura Marocchi promette per il resto della stagione altre sorprese che coinvolgeranno l’intera squadra, compresa la componente maschile. In vista dei tanti impegni futuri è in corso la ricerca di nuove reclute: ragazze e ragazzi dai 16 ai 35 anni. Per chi volesse provare l’emozione di “volare” gli allenamenti si svolgono a Varese il Martedì dalle 20.30 alle 23 alla palestra della Scuola Elementare “Pascoli” e il Giovedì dalle 20 – 22.30 alla palestra della Scuola Media “Dante Alighieri”.


Le Flying Monkeys inoltre si esibiranno a tutte le partite della squadra di Football Americano dei Gorillas che hanno ricominciato da poco ad allenarsi dopo la pausa invernale.

Anche gli scimmioni biancorossi stanno cercando nuove leve per incrementare i ranghi di un club giovane ed in rapida crescita. Gli allenamenti si tengono il Martedì dalle 19.45 alle 21.30 alla palestra della Scuola Media “Dante” (sessione tecnica e atletica), Mercoledì e il Venerdì sul campo di Via Vivirolo dalle 20.15 alle 22.00. Tra Football e Cheerleading le emozioni e lo spettacolo sono assicurati.

Ufficio Stampa Gorillas Varese


lunedì 21 gennaio 2013

I protagonisti dietro l'obiettivo - Angela Albanese

Pisa, 21 Gennaio 2013 - Abbiamo sempre e ben volentieri ospitato sulle nostre rubriche tanti protagonisti. Coach, dirigenti, atleti ed atlete, addetti ai lavori, appassionati, etc…adesso, per la prima volta, ispirati proprio dall'importante ruolo che queste figure rivestono all'interno del contesto in cui operiamo, a volte trascurate dalla maggioranza degli amanti di questa disciplina, vogliamo dare spazio e voce a chi spesso, con grandi e gratuiti sacrifici, mette la propria qualità, la propria professionalità, la propria passione al servizio del football americano, delle squadre, delle testate giornalistiche, di tutti quegli utenti che costituiscono lo zoccolo duro dell'interesse mediatico nei confronti del nostro sport: i fotografi. Siano essi talentuosi ed incalliti esperti oppure semplici e smaliziati amatori, ognuno di loro è degno di essere annoverato nel club dei "Weekend-Warriors"…già, dei veri e propri eroi e guerrieri del fine settimana, che mettono a nostra disposizione emozioni sotto forma di immagini…che attraverso il loro punto i vista ci regalano molto spesso più che una semplice una carrellata di foto. Uno dei primissimi nomi che ci è venuto in mente è quello di Angela Albanese, fotografa [e, all'occorrenza cronista d'assalto] dell'Ufficio Stampa dei toscani Storms, con la quale ci siamo intrattenuti in una piacevole chiacchierata:

Ciao Angela e benvenuta. E' un piacere ospitarti sulle nostre pagine. Per rompere il ghiaccio, comincio proprio con la domanda più semplice: come è nata la tua passione per la fotografia?

Sembrerà scontato dirlo, ma ho sempre avuto la passione per la fotografia. Da piccola, con i soldi della paghetta, preferivo andare a comprare le kodak usa e getta e sviluppare i rullini piuttosto che le caramelle, con grande gioia di mia madre ma un po' meno del mio dentista! Specialmente da piccola, viaggiavo molto con la scuola e, dato che i miei genitori non potevano viaggiare per motivi di lavoro, volevo portargli a casa più immagini possibili, come a fargli rivivere quello che avevo vissuto io.

E' un modo assolutamente interessante per iniziare ad appassionarsi!…Adesso però, che non ci sono più le kodak usa e getta, con quale tipo di attrezzatura esegui i tuoi scatti?

Nonostante non sia l'attrezzatura a fare il fotografo, diciamo che nella fotografia sportiva gioca un ruolo di maggioranza. Ho appena cambiato la mia attrezzatura e uso una Nikon D800 e un obiettivo Nikon 80-400 f\2.8. Sono stati il mio ultimo acquisto, per il quale sia io che i miei genitori abbiamo lavorato molto, ma mi sta facendo togliere moltissime soddisfazioni. Nonostante questo non dimenticherò mai come ho cominciato, sentendomi quasi a disagio in mezzo a tanti altri miei colleghi con obiettivi mostruosi, come i 500mm f\1.4 o 2.8, con la mia Nikon d3000 e il mio 55-200, con cui ho fatto comunque ottime foto in tre anni, ad ulteriore conferma che l'attrezzatura non è tutto se si ha occhio.

Ti regala maggiore soddisfazione una foto tecnicamente impeccabile oppure uno scatto emotivamente forte e toccante?

Fondamentalmente non sono una tecnicista. Penso che la tecnica sia assolutamente necessaria per iniziare, per riuscire a muovere i primi piccoli passi nel mondo della fotografia ma, una volta assimilata, averne conosciuto i pregi e, molto spesso, i limiti, e sopratutto una volta compresi i propri scopi, aver compreso quale tipo di fotografia ci attrae e ci riesce meglio, sia il caso di prendere la tecnica e stravolgerla, arrivando in alcuni casi addirittura ad abbandonarla. Per questo preferisco scatti emotivamente forti, magari mossi o dove il volto, le mani o i piedi sono tagliati. Ma deve essere una foto che mi porta dentro l'azione, che mi fa vivere l'attimo e mi coinvolga nel suo fluire. Ad esempio, ultimamente, grazie a un mio docente di fotografia di Reportage all'Università, sono riuscita ad apprezzare dei miei scatti completamente mossi, ma dove questo mosso aveva una fluidità tale da rendere quasi aggraziati i movimenti dei giocatori, senza disturbare la vista.

Visto che hai subito chiamato in causa lo sport ed i suoi protagonisti, gli atleti, rompiamo gli indugi e scendiamo in campo…quando hai cominciato a seguire gli Storms, il tuo team?

Ho iniziato a scattare per gli Storms nel 2011. Quell'anno, infatti, mi ero appena trasferita a Firenze da Milano, per continuare il mio percorso universitario e, per rimanere nel "giro" del football americano dopo i Falcons Milano e i Seamen, ero diventata fotografa per i Guelfi Firenze. Poi una sera, su facebook, Eros Braccini, all'epoca WR degli Storms, mi convinse ad andarlo a trovare e a fare qualche foto per loro. Una volta conosciuti, non li ho mai più potuti lasciare.

Eh già, gli Storms [così come molte altre squadre in Italia] rappresentano una gran bella realtà. Una società seria che sta dando prova di grande equilibrio nelle proprie scelte e strategie…a proposito, ti occupi di altro in seno a questa societá?

Lavorando per una testata giornalistica, quest'anno mi sono presa anche il ruolo di Ufficio Stampa, in modo da diffondere sul territorio pisano la conoscenza di questo sport, scrivendo un articolo ogni qualvolta succeda qualcosa in seno alla società che valga la pena di far conoscere, come ad esempio l'accesso alle semifinali nazionali sia della nostra under18 five-men sia della nostra U21. Al momento sto anche lavorando ad un articolo sul nostro Alberto "Bellosguardo" Adduci, reduce da una meravigliosa esperienza in Florida che lo ha anche incoronato, con i Clearwater Knights di coach Stanzani, campione di stato.

Cosa vuol dire far parte di una famiglia vera e propria come un football team?

Per una ragazza come me che è lontana dalla famiglia per questioni di studio, far parte di un football team è un po' come stare a casa. Avere sempre qualcuno su cui contare, qualcuno con cui confrontarsi e con cui sfogarsi, nonché condividere momenti importanti, è fondamentale. Ti fa sentire meno sola, meno lontana e più sicura. Perché sai che, nel momento del bisogno, hai sempre qualcuno su cui contare, qualcuno che è sempre pronto a sostenerti e a correre in tuo aiuto.

Qual è stato il momento più emozionante vissuto con loro, sul campo e non?

Sono stati molti i momenti emozionanti vissuti con i ragazzi. Il primo, purtroppo alquanto spiacevole, è stato l'anno scorso, contro i Condor Grosseto, quando, ad un secondo dalla fine (si proprio un secondo) e su un punteggio di parità, abbiamo visto la vittoria sfuggirci dalla vita, grazie a una ricezione dei grossetani in end-zone. Non credo di aver mai pianto così prima d'ora. Il secondo, molto più piacevole, è stata la sicurezza dell'accesso ai playoff, conquistata sempre lo scorso anno sull'ostico campo dei Predatori.


Positive o negative, queste esperienze ti hanno sempre e comunque donato delle emozioni assolutamente uniche quindi...Ti va di descriverci la foto più bella che ti sia capitato di scattare per il football?

Sicuramente una delle più belle che mi è mai capitato di scattare è stato un primo piano a Elvis Tarroni, QB dei Guelfi, durante la stagione 2011 contro i Redskins Verona, che esce dal terreno di gioco a occhi chiusi e con la palla stretta in una mano mentre viene placcato da due giocatori veronesi. La cosa che più amo in questa foto è la tensione che si legge sul viso di Elvis.

Quali caratteristiche o doti bisogna possedere, secondo te, per fotografare bene lo sport e nella fattispecie uno sport come il football americano?

Nella fotografia di sport, uno scatto è il risultato di almeno due fattori: una buona posizione del fotografo, senza però dimenticare le basilari norme di sicurezza e senza intralciare gli atleti e gli allenatori e il valore del gesto atletico. Senza dimenticare, ovviamente, un'interpretazione creativa ma al contempo fedele del momento. Questo vuol dire che il fotografo deve, prima di tutto, conoscere la disciplina che sta seguendo, in modo da poterne sempre prevedere lo svolgimento. In caso contrario si riempirà la memoria delle schede e si troverà davanti un enorme lavoro di post-produzione, senza avere al certezza di essere in possesso degli scatti giusti. In generale, una buona foto si decide prima ancora che venga scattata, in quanto è importante se non fondamentale prevedere quale sarà il momento decisivo di una partita.

Ti è capitato di fotografare il football per lavoro? O resta ancora un'attivitá che fai per pura passione e spirito di sacrificio?

Mi sto muovendo in questo senso, per far diventare questa passione un lavoro. La mia tesi di laurea [una riflessione sulla storia della fotografia sportiva partendo dall'arte classica greca] il cui progetto fotografico è proprio sul football americano in italia, è solo il primo passo. Spero di pubblicare la tesi sotto forma di libro e, chi lo sa, magari trasferirmi in America e cercare di entrare nel team di Sport Illustrated o diventare fotografo freelance e avere l'accesso alle partite della NFL.

E' un progetto talmente ambizioso che non possiamo fare altro che complimentarci con te solo per averlo concepito…e te ne diamo atto, Angela. E' giusto coltivare i propri sogni a prescindere da quanto grandi essi siano…Evidentemente questo magico sport sa ispirare molti di questi sogni…ma che cosa possiede, appunto, il football che altre discipline non hanno?

Ciò che penso abbia il football americano, più di qualsiasi altro sport, è lo spirito di sacrificio. La linea d'attacco si sacrifica per difendere il proprio runner o il proprio Qb, la linea di difesa si sacrifica per ridare la palla all'attacco, per non far guadagnare neanche un centimetro agli avversari. E senza avere nulla in cambio, se non la gratitudine dei propri compagni e dei propri coach. Quello che i ragazzi fanno, che tutti noi, dirigenti, scorer, fotografi e quant'altro, lo facciamo per passione. We play for pizza...

Piccola curiosità…hai un rito?...prima, durante o dopo un match?...qualcosa che ripeti sempre?...una routine, un gesto?

Si. Un bel caffè corretto con sambuca prima di ogni partita. E' un rito propiziatorio che io e Lorenzo Gorelli degli Storms facciamo dalla partita contro i Dolphins Ancona che abbiamo portato a casa per 3-0, contro ogni pronostico. Diciamo che aiuta a scattare più creativamente. Ed è anche un ottimo digestivo!

Alla faccia del digestivo!…Chissà cosa ne pensano i tuoi colleghi, sarei curioso di conoscere anche la loro di opinione!…ahahahah…..comunque, allontaniamoci per un attimo dalla palla lunga un piede…oltre a questo sport, cosa ti piace fotografare?

Sinceramente? Poco altro. Non amo la fotografia di studio, anche se una cosa che mi riesce particolarmente bene sono le foto di nudo femminile e i ritratti in studio. La paesaggistica non fa per me, troppi tempi morti, troppa tecnica. E potrei andare avanti così per molto tempo. Vado molto a periodi, diciamo. Certi giorni mi chiuderei in studio e non farei altro che ritratti ai miei amici vestiti nel peggior modo possibile e nelle peggiori situazioni. Altri vado in giro per Pisa a fotografare la città, la gente. Altre (le più frequenti) smanio di stare in sideline, godere dell'adrenalina della partita, gioire o piangere con i ragazzi.

…E' proprio questa la cosa più bella del far parte della famiglia Storms, vero?

Esatto...La "famiglia" Storms. I ragazzi sono la cosa migliore che mi sia capitata da molto tempo a questa parte. E non c'è altro da aggiungere.

Quali consigli possiamo dare a chi vuol fotografare questo sport?

Di avere tanta, tanta, tanta pazienza. Davvero. Perché purtroppo non si ottengono buone foto in una sola partita, nè si conosce appieno lo sport dopo un paio di volte che lo si va a guardare. Io stessa, dopo ormai quasi 5 anni, riesco a ottenere poche foto davvero buone, rispetto all'enormità di quelle che scatto. La pazienza sta nel…magari...avvicinarsi a questo sport prima andando a vedere qualche allenamento, conoscendo i coach, la dirigenza e i ragazzi e cominciando a scattare proprio in queste occasioni, in modo da prendere familiarità con gli schemi e i movimenti.

Quali precauzioni, accorgimenti deve rispettare un fotografo su un football field?

Prima di tutto non bisogna mai in alcun modo disturbare i Ref, tenendosi sempre a una certa distanza da loro, in modo da non impedirgli movimenti, visuale e comunque non essere d'ostacolo a quello che stanno facendo. E' un accorgimento essenziale sia per la nostra sicurezza che per quella delle nostre costosissime attrezzature, che per la loro. In secondo luogo, tenersi a una certa distanza anche dai giocatori e dai coach, anche se è la nostra squadra che stiamo fotografando e conosciamo tutti per rfilo e per segno. Sappiamo tutti che i cambi nel football sono "volanti" e non è piacevole trovarsi nel mezzo mentre la Defense e la Offense si danno il cambio o mentre un ragazzo entra o esce di corsa dal campo. Ad ogni modo, è sempre necessario seguire tutte le indicazioni fornite dai Ref, come ad esempio, se il campo non lo permette, non posizionarsi mai oltre la linea di TD o in sideline. Molto spesso è meglio rinunciare a fotografare una partita o fotografarla da fuori piuttosto che mettere a rischio la propria salute.

Come cambia il tuo modus operandi a seconda della location?

In verità non cambia molto, se non per il tipo di obiettivo che scelgo di usare. Non sono amante dei flash esterni e anche se a volte maledico la scarsa illuminazione, specialmente nelle partite "in notturna", ho uno stile e un modus operandi che ritengo ormai vincenti e sono molto restia ad abbandonarlo. Poi, specialmente in Italia, le location si assomigliano tutte per quanto riguarda i campi da gioco. Siamo noi a doverci adattare alla luce, mai il contrario.

Lo sport va veloce, Angela..come si coglie l'attimo?

Allora, raramente durante una partita di qualsiasi sport, ci si trova a scattare a meno di 1\320 di secondo. Diciamo che un aiuto lo danno le fotocamere con servomotore per lo scatto continuo, in modo da avere il soggetto che stiamo seguendo sempre a fuoco, che esso si avvicini o si allontani, senza dover sempre premere a metà il pulsante di scatto per focalizzarlo. Diciamo che esistono dei parametri per scattare nelle diverse condizioni, che indicativamente (perchè poi bisogna sperimentare e vedere cosa funziona) sono: Durante il giorno, all'aperto, soleggiato - 200 iso, 1\2000, f4; Nuvoloso di giorno all'aperto - 400 iso, 1\1600 f4; Di notte, all'aperto e con luci da stadio - 1600 iso, 1\320, f 2.8; All'interno, senza flash esterni - 1600 iso, 1\400 f 2.8; All'interno con flash esterni - 1600 iso, 1\250 f4. Al contrario di molti io non ho paura di spingere gli iso fino a 1600, in quanto preferisco una foto leggermente più rumorosa che una a fuoco ma sottoesposta. Inoltre non sono amante dello scatto continuo, lo uso solo in situazioni in cui non conosco la squadra e il loro gioco ma per iniziare va benissimo! Altri consigli per cogliere l'attimo sono di seguire sempre la palla, cercare di anticipare il gioco e scattare, scattare tantissimo!

Accidenti, che dovizia di particolari…un po' mi sono perso, da profano…vediamo se riesco a farti tornare "sulla terra" con la domanda successiva…ti è mai capitato un episodio divertente o curioso in....azione?

Il più curioso che ho dovuto affrontare, e al contempo il più pericoloso, è stato durante il mio primo anno ai Falcons Milano. Ci allenavamo al chiuso quell'inverno, per via della neve e io ero seduta sui gradini dell'uscita dentro questo enorme tendone. Ebbene, mentre ricontrollavo gli scatti fatti fino a quel momento e i ragazzi si allenavano, improvvisamente sento urlare il mio nome da più o meno tutti i ragazzi. Ebbene alzo gli occhi e mi ritrovo a meno di un centimetro dal naso il casco del Centro, Simone Sasso se non ricordo male, che dopo un esercizio, forse un Oklahoma, era caduto ed era scivolato fino ad arrivare dov'ero io. Con assoluta noncuranza e con una faccia abbastanza sorpresa, ci siamo salutati, tornando entrambi tranquillamente a quello che stavamo facendo. Ma non nego, con il senno di poi, di essermi davvero spaventata!

Ahahaha…fantastico…..ok, Angela…è stato un vero piacere. Lasciaci con una dedica o un messaggio.... Insomma massimo spazio e libertà a te per qualsiasi tipo di riflessione o pensiero del quale tu voglia rendere partecipi noi ed i lettori...

Ne approfitto per ringraziare un po' di persone allora: La Fidaf che quest'anno, grazie a uno speciale "accredito per motivi di studio" pensato per me appositamente da Sergio Brunetti, mi ha permesso di partecipare come fotografo alle partite del campionato Under21 in modo da accrescere il materiale per la mia tesi. Un grazie particolare dunque sia a Sergio che Stefano Simeoni che, durante le finali che si sono svolte a Milano, mi ha anche chiesto di ripetere l'esperienza l'anno prossimo e che accetto di buon grado. Un grazie anche agli Storms per i motivi già espressi prima e che non starò a ripetere. E un grazie anche a cif9.com per questa occasione che mi avete dato e per la pazienza che, ogni volta, avete nei miei confronti. Grazie a tutti!

Grazie a te, Angela. Il rispetto per la tua professionalità, l'attaccamento al nostro sport e la serietà del contesto in cui agiamo a volte ci impongono di essere formali…ma esistono, fortunatamente, anche le eccezioni. Tu rappresenti una di queste. Grazie, "Lalla".


Ufficio Stampa Cif9.com