Roma, 16 Maggio 2012 - Non può di certo essere etichettata come fallimentare la stagione del Farm Team dei Marines. Se si guarda esclusivamente il punto di vista dei risultati, allora si, sono arrivate sei sconfitte in altrettante gare, ma osservando bene la situazione scopriamo che esiste una squadra in salute, che conta un bel numero di tesserati e che ha come obiettivo finale (Nel Campionato Italiano di Football a 9) quello di far crescere e maturare i suoi atleti, affinché siano pronti per affrontare l'avventura IFL al più presto (anche l'anno scorso i laziali attinsero abbondantemente dal loro vivaio per riuscire a rimpinguare il gruppo che vediamo sfidare le Big italiane sui palcoscenici della serie A1). Domenica scorsa i capitolini hanno dato vita, sul terreno di gioco dei cugini giallorossi dei Gladiatori, ad un derby acceso, terminato con il punteggio di 35 a 20 per i padroni di casa. L'ennesimo banco di prova per i giovani ragazzi del Farm Team Nero-blù. Fra i protagonisti abbiam deciso di raccogliere le impressioni di un "meno giovane", ma non per questo con meno motivazioni, Vezio Maria Orazi, DE #92 dei Marines, uomo di Football ed esperto atleta, che ci racconta come è andata la stracittadina e ci parla un po' di quel che succede nel "cuore" del team laziale.
Ciao Vezio e benvenuto. Come è andato allora questo derby coi Gladiatori? Come l'hai vista dal campo?
La tensione del derby si fa sempre sentire, soprattutto tra i più giovani di entrambe le squadre. È stato un bell'incontro tra due formazioni giovani che hanno tutte le carte in regola per crescere e maturare. I Gladiatori hanno dimostrato sul campo di essere già un po' più maturi di noi, ma i nostri ragazzi migliorano ogni down che giocano e questa è la cosa più importante. Sono curioso di vedere (e giocare) la partita del prossimo anno, promette di essere un derby da non perdere.
Cosa ha funzionato meglio del vostro collettivo? Quale invece il punto debole?
Sicuramente il punto debole della nostra squadra è la scarsa esperienza della maggior parte dei giocatori nel roster, ma questa, vista in prospettiva, è anche la forza di questa squadra. Ci sono tanti ragazzi e tanto entusiasmo su cui poter costruire.
Come giudichi invece la tua prestazione?…
Non ho giocato male, ma potevo fare molto meglio e un mio errore di comunicazione è costato caro. L'aspetto più interessante e avvincente per un atleta è per prima cosa la sfida con se stesso, il superare i propri limiti. Da sempre scendo in campo con la consapevolezza che dovrò imparare qualcosa di nuovo per battere i miei avversari e anche in questo campionato è stato così. Quindi, alla fine di questa stagione ho deciso che il prossimo anno dovrò essere più veloce ed efficace sulla pass rush.
Raccontaci un momento importante della partita…
Dovrei raccontare gli allenamenti dei mesi scorsi! Le partite si vincono o si perdono ancora prima di scendere in campo, come ha ricordato coach Tom alla fine dell'incontro, citando, peraltro Napoleone. Filosofia a parte, forse sono stati decisivi i primi drive del secondo tempo, quando il nostro attacco non è riuscito a segnare e i Gladiatori ne hanno approfittato per prendere il largo e fiaccare il nostro morale.
A questo punto della stagione, puoi tracciare un bilancio di come sia andata complessivamente per te? Cosa avresti voluto chiedere in più a questo Campionato?
Dopo qualche stagione lontano dal campo, sono felice di aver avuto l'occasione di tornare a giocare a football in questa organizzazione e con questo gruppo di ragazzi che hanno grande entusiasmo e voglia di imparare. Per un giocatore arrivato alla mia età, ciò che è importante è poter trasmettere almeno una parte dell'esperienza accumulata in tanti anni di gioco alle nuove generazioni, e avere ancora una volta l'opportunità di farlo direttamente dal campo è una cosa per me preziosa. Vedere, poi, che ancora sono in grado di fare la mia modesta parte gratifica non poco la mia autostima e a volte ci vuole.
Come giudichi la prestazione dei giallorossi?
I Gladiatori mi hanno sorpreso per la loro tenacia e determinazione. Hanno un gioco molto fisico e lineare, ed è la base ideale per poter costruire una buona squadra.
Qual è secondo te la qualità che i tuoi compagni apprezzano di più in te?
Spero sia il mio senso di squadra, la mia determinazione a dare tutto per i miei compagni. Spero poi sia la sincerità, che mi consente di giocare il football con grande passione e rispetto sia per i compagni che per gli avversari.
Con quale spirito ti prepari ad un incontro?…hai un gesto scaramantico? Qualcosa che fai sempre prima di ogni match?
No, niente rituali strani, non sono superstizioso. Cerco solo di concentrarmi sul compito che mi aspetta, ripasso le mie responsabilità, gli schemi. Il momento negli spogliatoi mentre indosso e controllo la mia attrezzatura è il momento che mi aiuta a entrare in partita. Forse quello è il mio rituale: la 'vestizione'.
Cosa rappresenta il Football nella tua vita?….che spazio gli dai?
È la grandissima passione che coltivo e di cui mi nutro da decenni. Posso dire che il football mi ha accompagnato in tutta la mia vita, dall'adolescenza fino ad ora che ho più di 40 anni. Sognavo potesse diventare la mia sola occupazione. Pur di poter giocare ho fatto cose che molti, a cominciare dai miei, considererebbero folli e solo per il piacere di giocare a football. Purtroppo a volte le cose non vanno come le sogni e non molto spesso non ho potuto dedicarmici come e quanto avrei voluto. Ora è tutto più difficile ma sono determinato a godermi ogni istante che posso passare sul campo sia in partita che in allenamento. Fuori dal campo sono appassionato della NFL e anche nella vita professionale cerco di dare spazio al football.
Cosa ti piace di più di questo sport? Quali sensazioni ti trasmette far parte del tuo team?
Mi intriga moltissimo l'aspetto tecnico e tattico del gioco. Il gioco di squadra, l'idea di avere un obiettivo comune e la necessità e la voglia di supportarsi a vicenda. A football capita, purtroppo, ma è raro sentirsi soli. Poi adoro i contatto: togliere i blocchi, placcare. L'emozione di lottare nella trincea, sulla linea di scrimmage, è indescrivibile e incomparabile. Nonostante il sudore, il dolore e il sangue, ti fa sentire davvero vivo. E, su tutto, c'è il sack. Secondo me è il gesto di sport più emozionante e spettacolare in assoluto.
Il numero che porti sulla maglia…rappresenta qualcosa in particolare per te?
Porto il 92, in onore di un grande della NFL, Reggie White, un grande DL, the minister of Defence. Ho sempre ammirato il suo modo di giocare, la sua potenza e la sua tecnica, così come la sua presenza in campo. Un vero giocatore di football. Inoltre ha giocato a Green Bay, la mia preferita.
Hai un nickname?
Con il mio nome non ho mai avuto soprannomi... Solo uno negli ultimi anni, DACCA (che non posso tradurre per decenza), perché sono uno che insiste a dire le cose come le vede. Comunque ne vado fiero.
Qual è la squadra più forte che avete incontrato finora?..e quale è la squadra che vorresti incontrare prima o poi?
Quest'anno ho incontrato tre sole squadre e ognuna aveva caratteristiche diverse, direi che i più fisici sono stati i Black Hammers, i più tecnici gli Steelers e i più tenaci i Gladiatori..
Esiste un giocatore al quale ti ispiri?
A parte Reggie White, ammiro moltissimo James Harrison dei Pittsburgh Steelers, Clay Matthews dei Green Bay Packers e il Dwight Freeney dei vecchi tempi dei Colts.
Ci racconti un episodio curioso o particolare che ti è capitato in campo oppure in allenamento?
Sono milioni, ci sarebbe da scrivere un libro! E' un ambiente davvero particolare...
Qual'è la cosa più bella che ti ha insegnato il football fino ad adesso?
Il gioco di squadra è l'aspetto più importante di questo sport. Se lo comprendi impari a rispettare gli altri, a mettere da parte il tuo ego per il bene comune. Capisci che collaborare per raggiungere un obiettivo più importante è la cosa che conta davvero, e che per farlo devi sempre dare il massimo, ogni down, e soprattutto nel quarto quarto.
Lasciaci con un pensiero finale….
Vorrei salutare e ringraziare tutti i miei compagni di squadra e tutti gli avversari che ho incontrato in tutte le stagioni che ho giocato fin qui, in tutte le serie e i campionati dall'86 a oggi, perché è grazie a voi, ragazzi, che ho potuto provare emozioni incredibili.
Grazie Vezio, è stato un piacere. Alla prossima…ed un saluto a tutto lo staff dei Marines.
US Cif9.com
Ciao Vezio e benvenuto. Come è andato allora questo derby coi Gladiatori? Come l'hai vista dal campo?
La tensione del derby si fa sempre sentire, soprattutto tra i più giovani di entrambe le squadre. È stato un bell'incontro tra due formazioni giovani che hanno tutte le carte in regola per crescere e maturare. I Gladiatori hanno dimostrato sul campo di essere già un po' più maturi di noi, ma i nostri ragazzi migliorano ogni down che giocano e questa è la cosa più importante. Sono curioso di vedere (e giocare) la partita del prossimo anno, promette di essere un derby da non perdere.
Cosa ha funzionato meglio del vostro collettivo? Quale invece il punto debole?
Sicuramente il punto debole della nostra squadra è la scarsa esperienza della maggior parte dei giocatori nel roster, ma questa, vista in prospettiva, è anche la forza di questa squadra. Ci sono tanti ragazzi e tanto entusiasmo su cui poter costruire.
Come giudichi invece la tua prestazione?…
Non ho giocato male, ma potevo fare molto meglio e un mio errore di comunicazione è costato caro. L'aspetto più interessante e avvincente per un atleta è per prima cosa la sfida con se stesso, il superare i propri limiti. Da sempre scendo in campo con la consapevolezza che dovrò imparare qualcosa di nuovo per battere i miei avversari e anche in questo campionato è stato così. Quindi, alla fine di questa stagione ho deciso che il prossimo anno dovrò essere più veloce ed efficace sulla pass rush.
Raccontaci un momento importante della partita…
Dovrei raccontare gli allenamenti dei mesi scorsi! Le partite si vincono o si perdono ancora prima di scendere in campo, come ha ricordato coach Tom alla fine dell'incontro, citando, peraltro Napoleone. Filosofia a parte, forse sono stati decisivi i primi drive del secondo tempo, quando il nostro attacco non è riuscito a segnare e i Gladiatori ne hanno approfittato per prendere il largo e fiaccare il nostro morale.
A questo punto della stagione, puoi tracciare un bilancio di come sia andata complessivamente per te? Cosa avresti voluto chiedere in più a questo Campionato?
Dopo qualche stagione lontano dal campo, sono felice di aver avuto l'occasione di tornare a giocare a football in questa organizzazione e con questo gruppo di ragazzi che hanno grande entusiasmo e voglia di imparare. Per un giocatore arrivato alla mia età, ciò che è importante è poter trasmettere almeno una parte dell'esperienza accumulata in tanti anni di gioco alle nuove generazioni, e avere ancora una volta l'opportunità di farlo direttamente dal campo è una cosa per me preziosa. Vedere, poi, che ancora sono in grado di fare la mia modesta parte gratifica non poco la mia autostima e a volte ci vuole.
Come giudichi la prestazione dei giallorossi?
I Gladiatori mi hanno sorpreso per la loro tenacia e determinazione. Hanno un gioco molto fisico e lineare, ed è la base ideale per poter costruire una buona squadra.
Qual è secondo te la qualità che i tuoi compagni apprezzano di più in te?
Spero sia il mio senso di squadra, la mia determinazione a dare tutto per i miei compagni. Spero poi sia la sincerità, che mi consente di giocare il football con grande passione e rispetto sia per i compagni che per gli avversari.
Con quale spirito ti prepari ad un incontro?…hai un gesto scaramantico? Qualcosa che fai sempre prima di ogni match?
No, niente rituali strani, non sono superstizioso. Cerco solo di concentrarmi sul compito che mi aspetta, ripasso le mie responsabilità, gli schemi. Il momento negli spogliatoi mentre indosso e controllo la mia attrezzatura è il momento che mi aiuta a entrare in partita. Forse quello è il mio rituale: la 'vestizione'.
Cosa rappresenta il Football nella tua vita?….che spazio gli dai?
È la grandissima passione che coltivo e di cui mi nutro da decenni. Posso dire che il football mi ha accompagnato in tutta la mia vita, dall'adolescenza fino ad ora che ho più di 40 anni. Sognavo potesse diventare la mia sola occupazione. Pur di poter giocare ho fatto cose che molti, a cominciare dai miei, considererebbero folli e solo per il piacere di giocare a football. Purtroppo a volte le cose non vanno come le sogni e non molto spesso non ho potuto dedicarmici come e quanto avrei voluto. Ora è tutto più difficile ma sono determinato a godermi ogni istante che posso passare sul campo sia in partita che in allenamento. Fuori dal campo sono appassionato della NFL e anche nella vita professionale cerco di dare spazio al football.
Cosa ti piace di più di questo sport? Quali sensazioni ti trasmette far parte del tuo team?
Mi intriga moltissimo l'aspetto tecnico e tattico del gioco. Il gioco di squadra, l'idea di avere un obiettivo comune e la necessità e la voglia di supportarsi a vicenda. A football capita, purtroppo, ma è raro sentirsi soli. Poi adoro i contatto: togliere i blocchi, placcare. L'emozione di lottare nella trincea, sulla linea di scrimmage, è indescrivibile e incomparabile. Nonostante il sudore, il dolore e il sangue, ti fa sentire davvero vivo. E, su tutto, c'è il sack. Secondo me è il gesto di sport più emozionante e spettacolare in assoluto.
Il numero che porti sulla maglia…rappresenta qualcosa in particolare per te?
Porto il 92, in onore di un grande della NFL, Reggie White, un grande DL, the minister of Defence. Ho sempre ammirato il suo modo di giocare, la sua potenza e la sua tecnica, così come la sua presenza in campo. Un vero giocatore di football. Inoltre ha giocato a Green Bay, la mia preferita.
Hai un nickname?
Con il mio nome non ho mai avuto soprannomi... Solo uno negli ultimi anni, DACCA (che non posso tradurre per decenza), perché sono uno che insiste a dire le cose come le vede. Comunque ne vado fiero.
Qual è la squadra più forte che avete incontrato finora?..e quale è la squadra che vorresti incontrare prima o poi?
Quest'anno ho incontrato tre sole squadre e ognuna aveva caratteristiche diverse, direi che i più fisici sono stati i Black Hammers, i più tecnici gli Steelers e i più tenaci i Gladiatori..
Esiste un giocatore al quale ti ispiri?
A parte Reggie White, ammiro moltissimo James Harrison dei Pittsburgh Steelers, Clay Matthews dei Green Bay Packers e il Dwight Freeney dei vecchi tempi dei Colts.
Ci racconti un episodio curioso o particolare che ti è capitato in campo oppure in allenamento?
Sono milioni, ci sarebbe da scrivere un libro! E' un ambiente davvero particolare...
Qual'è la cosa più bella che ti ha insegnato il football fino ad adesso?
Il gioco di squadra è l'aspetto più importante di questo sport. Se lo comprendi impari a rispettare gli altri, a mettere da parte il tuo ego per il bene comune. Capisci che collaborare per raggiungere un obiettivo più importante è la cosa che conta davvero, e che per farlo devi sempre dare il massimo, ogni down, e soprattutto nel quarto quarto.
Lasciaci con un pensiero finale….
Vorrei salutare e ringraziare tutti i miei compagni di squadra e tutti gli avversari che ho incontrato in tutte le stagioni che ho giocato fin qui, in tutte le serie e i campionati dall'86 a oggi, perché è grazie a voi, ragazzi, che ho potuto provare emozioni incredibili.
Grazie Vezio, è stato un piacere. Alla prossima…ed un saluto a tutto lo staff dei Marines.
US Cif9.com
Nessun commento:
Posta un commento