Messina, 30 Settembre 2012 - La realtà del Sud a volte è croce e delizia per lo sport. I segnali positivi arrivano quasi sempre dall'entusiasmo, dallo spirito di iniziativa, dalla forza di volontà e dal non arrendersi, in una sola parola: dall'ispirazione di atleti e membri degli staff dei team, senza i quali nulla andrebbe avanti. Le difficoltà ti circondano, a volte ti soffocano. Per lasciare un segno devi graffiare, per farti capire devi alzare la voce, per emergere devi perseverare oltremodo. Francesco Imbesi è uno di quelli che non mollano mai…ed incarna queste caratteristiche:
"L’aria qui a Messina è identica a quella del resto d’Italia, cioè
se prima vi erano pochissime risorse economiche ora è molto peggio…e il Comune e la Regione mancano sempre di sostenere chi ha voglia di lavorare e fare sport per i giovani, specie se lo strumento principe non è a forma di sfera con esagoni bianchi e pentagoni neri. Noi
ci siamo sempre sostenuti da soli perciò troveremo nuove soluzioni pur di giocare. Del resto il nostro Team riscuote un successo e una notorietà in piena crescita. Lo scorso anno si sono iscritti in squadra diversi ragazzini di varie età insieme ad alcune ragazze tanto che è nata la squadra delle
Black Matas per il Flag femminile e con ogni probabilità
quest’anno debutteremo nel torneo 5men Under 18. Non ultimo quest’anno entreremo nelle scuole Messinesi per la prima volta portando il flag negli istituti, contando sul supporto della F.I.D.A.F. e del C.O.N.I. Il lavoro svolto in questo triennio poi è stato ripagato con la crescita spirituale e morale di diversi Caribdes che da giocatori adesso si occupano di vari mansioni e sono sempre pronti ed attivi nel dare manforte all’intera società, proponendo nuove soluzioni e dando la massima disponibilità."
Bilancio 2012, progetti 2013….
"Il voto ce lo ha dato il campionato, 23° posto nel Ranking nazionale ed è esattamente quanto meritiamo. Da parte mia
posso dire di essere esterrefatto dai risultati raccolti in questi anni. Tutti sono a conoscenza della durezza del nostro sport e che normalmente un team che parte da zero impiega oltre 3 anni per segnare qualche punto. Noi abbiamo coronato il triennio andando a giocare a Pescara una partita gagliarda in bilico fino all’ultimo minuto in cui hanno vinto i più forti Crabs ma di certo per loro non è stata una passeggiata, significa che il lavoro svolto dai miei ragazzi qui a Messina è di alto livello. Quella in arrivo sarà una stagione di transizione. Stiamo riorganizzando tutto dagli allenamenti alla preparazione fisica. Inoltre toccherà
rinnovare l’organico per più di un terzo, i ragazzi qui giù al Sud faticano molto più degli altri a trovare lavoro una volta finito il loro percorso di studi universitari sono obbligati quindi ob torto collo a migrare lasciando la loro famiglia e anche quella dei Caribdes. Non posso fare previsioni quindi ancora…tra l’altro non sappiamo la composizione dei nuovi gironi di CIF9 ne la logica dell’accesso ai Play off. Il nostro obiettivo rimane il medesimo di sempre, scendere in campo e divertirci giocando a football. Rispetto la passata stagione diminuiremo il numero di allenamenti sul campo, da tre si passerà a due almeno in preseason. Durante questi incontri però il lavoro sarà maggiore e di diversa qualità supportato dall’allenamento in palestra. Speriamo così di colmare il Gap di prestazioni che ci separa dai team di alto livello.
Il settore che intendiamo perfezionare è la Defense. In questi anni è stato capace di prestazioni eccezionali e di svarioni degni di principianti alle prime armi. Toccherà lavorare sulla tecnica e sulla lettura del gioco oltre che sui fondamentali. Dai ragazzi mi aspetto che giochino al meglio e con professionalità. Se qualcuno ha i numeri per eccellere lo farà senza meno come già altri hanno fatto negli scorsi campionati".
Al sud a volte è davvero complesso riuscire a pianificare come si deve……
"Navighiamo a vista. Pianifichiamo ogni annata mediante idee e soluzioni a errori passati. Pianificheremmo volentieri gli anni a venire ma ciò
è possibile solo avendo delle risorse fondamentali come un campo da gioco nostro, e un budget economico che ci consenta di investire su risorse che non abbiamo come attrezzature e Coach specifici per ruolo".
Test-match in vista?
"Si. Con ogni probabilità ripeteremo la splendida esperienza dello scorso anno a Palermo nel Rookies Bowl. Un evento partorito dalla fervida inventiva degli
Sharks in cui scendono in campo giocatori giovanissimi e Rookies che, anche se sopra i 21 anni, ancora non hanno mai giocato uno scrimmage. Lo scorso anno è venuta fuori una splendida partita ben giocata da tutti. Per l’inizio del campionato poi proveremo a incontrare qualche team del CIF9".
In cosa riesci a trovare lo stimolo per continuare a fare sacrifici gratuiti per guidare il tuo team?…
"Mi piace troppo questo sport per lasciarlo giocare solo ad altri. Il regolamento prevede che dopo i 42 anni, previa una super visita medica, si possa ancora giocare. Intendo quindi tesserarmi sia da giocatore che da Coach ancora per un anno. Del resto in allenamento finisce che manca sempre qualche elemento e io non perdo l’occasione di vedere la squadra direttamente dal suo interno.
Li in mezzo si notano cose che da fuori sfuggono. Ovviamente non penso proprio di scendere in campo durante il campionato ma il nostro roster è sempre ristretto quindi ancora abbiamo bisogno di tutti gli elementi arruolabili. Mi sono spesso chiesto chi mi faccia fare questo super lavoro non richiesto e a pagamento. Finchè i miei ragazzi mostreranno voglia di imparare e gioia nel praticare questo sport io non mollerò mai. Dipende esclusivamente da loro".
Come gestite l'approccio che i ragazzi nuovi devono avere, allorché si affacciano per la primissima volta verso la pratica di questa disciplina?
"Con molta moderazione.
L’inserimento avviene per gradi e sempre supervisionato da me. Sono solo io che da il bene stare ad indossare Shoulder e casco e iniziare il percorso che li porterà a diventare giocatori.
Una delle cose caratteristiche del Football è che fa scoprire ad ognuno di noi un lato del proprio essere che prima era spesso celato..il che porta a volte a mollare questo sport poiché troppo in alto per alcune possibilità soprattutto morali, altre invece riesce a rendere delle persone migliori di quello che erano prima di indossare per la prima volta l’uniforme da gioco".
In questi tempi si dibatte parecchio a proposito della suddivisione (e dei meccanismi) delle categorie in Italia. Football A 9, a 11, le varie fasce d'età, suddivisioni regionali, etc… Tu come la pensi?
"Visto il numero delle squadre in Italia adesso
ritengo che le tre categorie vadano bene. La IFL che racchiude squadre economicamente forti tanto da poter sostenere un campionato lungo soprattutto per le trasferte. Mi piacerebbe una Lenaf con un numero maggiore di team suddivisi per division come è per il CIF 9 in maniera da avere un grande abbattimento dei costi per la regular Season, i più bravi andranno avanti. Il CIF 9 in fine lo vedrei bene come “CIF11”. Inutile nasconderci dietro un dito, il football a 9 giocatori non è football. Per carità è un campionato bellissimo ed entusiasmante forse più delle altre serie maggiori, ma tecnicamente cambia tutto, 4 giocatori in meno sul campo da gioco fanno assolutamente la differenza. Del resto
il CIF 9 dovrebbe essere un entry level ma quando trascorrono i primi anni, cosa avviene se poi le squadre da CIF9 vogliono passare a Lenaf? Non sarà un fatto così semplice e naturale come invece è tra Lenaf e IFL. Tocca ripartire da zero. Non mi piace invece la suddivisione e il caleidoscopio di campionati per le giovanili. La maggior parte dei Team italiani non possiede un numero talmente alto di atleti giovani da poter pensare di organizzare altri 4 settori oltre alla prima squadra. Questo sistema per me ha una logica quando negli anni a venire la maggior parte dei team avrà 150 atleti a roster. Oggi non è così per cui abbiamo aberrazioni in cui dei sedicenni non possono fare il campionato under 18 poiché troppo piccoli, magari sono in un team che non ha settore under 16 e magari giocano in prima squadra perché in una giornata ci sono giocatori indisponibili. Questa cosa non ha alcun senso. Personalmente mi limiterei a un campionato under 19 e un campionato under 16. Con gli under 19 che possono giocare anche in prima squadra. I ragazzini under 16 avrebbero il loro campionato. Gli under 19 avrebbero il loro e in più, se meritano, la possibilità di giocare in prima squadra. Tocca porre l’attenzione da parte dei Coaches di non poter sfruttare i giovani nell’arco dell’annata per non limitarne e appiattirne la crescita fisico sportiva. Ma questo è un problema che non dovrebbe presentarsi se rimaniamo nell’ordine delle 12/15 partite ufficiali in un anno".
Dimmi un pregio ed un difetto del Football in Italia…
"Il pregio è quello che
siamo pieni di inventiva sono convinto che su questo potremmo dare lezioni anche ai mostri sacri americani. Il difetto è che siamo
incapaci di programmare".
Chiudiamo con un giochino fantasioso… se esistesse un "Heisman Trophy" del Football a 9 italiano…tu a chi lo avresti assegnato per la passata stagione?
"Nel CIF9 ho visto tanti buoni giocatori. Uno su tutti però spicca. Si tratta di
Ignazio Spinelli dei Cardinals. Oltre ad essere un eccellente atleta è un professionista a tutto tondo e racchiude in se la mia idea di football".
Cif9.com