Savona, 8 Maggio 2012 - Importante tassello, nel mosaico della corsa ai playoff, quello che i Pirates riescono a collezionare sabato sera a discapito dei Commandos. Un inizio sciolto e sicuro, con l'attacco che mette a segno un paio di efficaci giocate che creano subito un divario importante fra i pirati nero-blu ed i brianzoli. Distacco che, nonostante la generosa prova dei ragazzi di Lecco nella seconda parte del match, non è stato più colmato ed ha consentito agli uomini di coach Amoroso di uscire vittoriosi dal primo scontro interdivisionale della regular season. I padroni di casa con questo successo riagguantano il treno playoff e sperano in un ultimo turno a loro favorevole, se non tramite una vittoria sul difficilissimo campo dei Blue Storms, prossimi avversari, almeno nell'arrivo di notizie confortanti dagli altri terreni di gioco delle dirette concorrenti nella corsa verso il posizionamento sulla griglia ad eliminazione diretta della postseason. Ecco le impressioni di uno dei protagonisti del match, Simone Buetto, RB #41 (anche hc del team flag under15 e assistant coach offense - team under 18) capitano dei Pirates Savona, nel post-partita:
Ciao Simone e benvenuto. Vittoria importantissima sabato sera contro i brianzoli Commandos. Che partita è stata?
Vista l’importanza a livello playoff la tensione era alle stelle sia prima che durante l’incontro, è stata una partita molto combattuta, i Commandos si sono rivelati una squadra insidiosa e mai doma. Oltre che per noi in campo, credo sia stato un bel match anche per il nutrito e caloroso pubblico.
Proviamo ad individuare quelli che son stati i punti luce e le ombre di questo match per voi...
Il nostro punto debole è stato il calo di concentrazione in alcuni frangenti, che ci è costato qualche penalità di troppo e qualche momento di defaillance; la nostra forza invece è il gruppo, l’unione tra i compagni: pratico sport di squadra da quasi 20 anni, e da 10 sono dedito al football, ma non ho mai fatto parte di un gruppo così unito e affiatato. Siamo una grande famiglia, e questo (a mio avviso) è quello che conta e che serve per ottenere dei risultati.
Come giudichi invece la tua prestazione?...
Questo è uno sport che non lascia spazio a individualismi, le prestazioni di un singolo giocatore passano in secondo piano. Se devo scendere nei dettagli, però, sono abbastanza soddisfatto della mia prestazione, anche se so che avrei potuto fare di più. L’importante in ogni caso è il risultato della squadra. Sicuramente gli allenamenti in palestra hanno incrementato le mie prestazioni dal punto di vista fisico, ma bisogna sempre cercare di migliorarsi sotto tutti gli aspetti, dalla preparazione atletica alla tecnica alla capacità di coordinarsi con i propri compagni.
Raccontaci un momento-chiave della partita...
Secondo me un momento chiave è stato il kick-off return riportato in TD da Nader Said, una spinta al nostro entusiasmo e probabilmente un po’ di apprensione in più per gli ospiti.
A questo punto della stagione, puoi tracciare un bilancio di come sia andata complessivamente per te? Cosa vorresti chiedere in più a questo Campionato?
La mia stagione è lo specchio della stagione della squadra, il singolo non conta: si vince tutti e si perde tutti. L’unico rammarico della stagione è la sconfitta subita ad Alessandria, dove avremmo potuto sicuramente fare meglio, ma ci sta, siamo una squadra giovane e in fase di crescita, e ci siamo tolti anche la piccola soddisfazione di essere stati gli unici quest’anno a violare l’end zone della corazzata Bills. Anche quest’anno il nostro obiettivo sono i playoff, ma si saprà solo all’ultima giornata di regular season se riusciremo ad accedervi. Comunque vada sarà un successo!
Che avversari son stati in campo questi Commandos?
Non li avevamo mai incontrati (questi incontri interdivisionali sono, a mio giudizio, l’unica nota positiva del calendario di quest’anno), è bello giocare contro squadre nuove e che non si conoscono. Sono stati avversari temibili, molto veloci e reattivi, a loro il merito di non aver mai mollato fino alla fine, anche sul 22 a 0, e soprattutto i miei complimenti per la sportività: il nostro è uno sport violento ma con delle regole, e loro si sono dimostrati corretti e leali, nessun comportamento antisportivo ne polemiche (merito anche di una buona crew arbitrale), spero di rincontrarli l’anno prossimo.
Qual è secondo te la qualità che i tuoi compagni apprezzano di più in te?
Questo dovresti chiederlo a loro, penso di stargli abbastanza simpatico eheh… scherzi a parte, sono uno che non molla mai e vado d’accordissimo con tutti, credo sia questo.
Con quale spirito ti prepari ad un incontro?…hai un gesto scaramantico? Qualcosa che fai sempre prima di ogni match?
La tensione inizia a salire qualche giorno prima della partita, e dalla sera prima dell’incontro fino a che gli arbitri non fischiano la fine divento intrattabile, infatti la sera della vigilia sto sempre a casa, generalmente chiuso in camera mia. Poi, negli spogliatoi, siedo sempre di fianco al mio QB Simone Mazza, ormai un fratello, col quale condivido sempre qualche minuto di “isolamento” prima di scendere in campo. Ah, dimenticavo che la notte della vigilia la passo abbracciato al mio pallone…
Questo è davvero singolare!!!…Comunque..Cosa rappresenta il Football nella tua vita?….che spazio gli dai?
Definisco il football la mia “ancora di salvezza”, è uno sport che permette di sfogarsi quando le cose non vanno e che sa regalare emozioni uniche. Quando metto il casco, tutto quello di bello o di brutto che esiste fuori dai cancelli cessa momentaneamente di esistere. E’ un mondo a parte. Quanto allo spazio… ogni settimana 2 allenamenti sul campo e 3 in palestra, oltre a quelli dedicati ad allenare i “cuccioli” del settore giovanile. Direi che gli do uno spazio molto importante…
Cosa ti piace di più di questo sport? Quali sensazioni ti trasmette far parte del tuo team?
E’ uno sport che permette a ogni fisico di giocare e di trovare un ruolo idoneo alle proprie qualità e capacità, tuttavia questo non ne fa uno sport per tutti, ci vuole una certa tempra sia fisica ma soprattutto mentale. Con i compagni di squadra si crea un’unione che va al di la della semplice amicizia: si condividono fatica e sudore, gioie e dolori, e la consapevolezza che il compagno al tuo fianco è disposto a dare letteralmente una gamba per te, come tu faresti per lui. Credo che in nessun’altro sport esista qualcosa di simile. Sono fiero e orgoglioso di essere il capitano di QUESTA ciurma.
Il numero che porti sulla maglia…rappresenta qualcosa in particolare per te?
41 è il numero che ha indossato il mio coach in via eccezionale (il suo numero era il 57) una sola volta, giocando fuori ruolo e infortunandosi al ginocchio, lo stesso preciso giorno di 26 anni fa in cui sono nato io. E pensare che la prima volta l’ho indossato per caso.
Hai un nickname?...
Mi chiamano tutti "Trottola", nick attribuitomi da coach Nico Amoroso le prime volte che mi ha visto ad allenamento, un po’ di anni fa; ai tempi ero giovane e riuscivo a liberarmi bene dai placcaggi rimbalzando sugli avversari e girando su me stesso.
Qual'è la squadra più forte che avete incontrato finora?...e quale è la squadra che vorresti incontrare prima o poi?
Quest’anno sicuramente i Bills Cavallermaggiore, sono una squadra di livello superiore, effettivamente non vedo il senso di confrontarsi con squadre della nostra categoria. Non c’è una squadra in particolare con cui vorrei scontrarmi, l’esperienza Commandos ha rivelato il piacere di giocare contro squadre nuove, quindi…sotto a chi tocca.
Qual è la squadra favorita per la vittoria finale di questo Campionato?
Non saprei…quest’anno non son riuscito a seguire gli sviluppi degli altri gironi…
Esiste un giocatore al quale ti ispiri?
Gioco running back e IL running back per antonomasia è senz’altro Walter Payton. Però l mio preferito è Mike “the A-Train” Alstott, umile, gran cuore, legato alla propria maglia (ha iniziato da professionista nei Buccaneers e non è mai voluto andare via), per placcarlo dovevano sparargli almeno in due perché uno solo non bastava.
Ci racconti un episodio curioso o particolare che ti è capitato in campo oppure in allenamento?
Così su due piedi non me ne viene uno in particolare…c’è stata la volta che durante una partita, sul filo del rasoio, si sono attivati di colpo gli irrigatori in mezzo al campo, la volta che per combattere il gelo un mio compagno s’è presentato ad allenamento con la muta da sub e dopo un giro di campo è mezzo svenuto, un’invasione di campo da parte di un cane “implaccabile”…e tante altre…
Ahahahahah…questa del cane implacabile è stupenda, ma anche le prime due non sono da meno!!!…Senti un po', Simone…qual è la cosa più bella che ti ha insegnato il football fino ad adesso?
Stringere i denti e non mollare mai: la vita è una questione di centimetri, ed è la somma finale di quei centimetri a fare la differenza.
Ti va di terminare con una dedica?…fai tu, libero spazio...
“Il mondo ha senso solo quando lo vedo attraverso la mia facemask, allora tutto diventa chiaro. So chi sono e cosa devo fare. Ho uno scopo, un motivo per esserci. Il tempo si ferma, il mondo non esiste più. Solo io, i miei fratelli e una palla da muovere. Non c’è tempo per pensare, non c’è tempo per rimpiangere gli errori. Solo il tempo di agire."Un ringraziamento particolare va ai miei Pirati. E ovviamente grazie a voi per l’intervista.
Grazie Simone, è stato un piacere….speriamo che la trottola continui a girare sempre vorticosamente!… un saluto a tutta la ciurma Pirates!
US Cif9.com
Ciao Simone e benvenuto. Vittoria importantissima sabato sera contro i brianzoli Commandos. Che partita è stata?
Vista l’importanza a livello playoff la tensione era alle stelle sia prima che durante l’incontro, è stata una partita molto combattuta, i Commandos si sono rivelati una squadra insidiosa e mai doma. Oltre che per noi in campo, credo sia stato un bel match anche per il nutrito e caloroso pubblico.
Proviamo ad individuare quelli che son stati i punti luce e le ombre di questo match per voi...
Il nostro punto debole è stato il calo di concentrazione in alcuni frangenti, che ci è costato qualche penalità di troppo e qualche momento di defaillance; la nostra forza invece è il gruppo, l’unione tra i compagni: pratico sport di squadra da quasi 20 anni, e da 10 sono dedito al football, ma non ho mai fatto parte di un gruppo così unito e affiatato. Siamo una grande famiglia, e questo (a mio avviso) è quello che conta e che serve per ottenere dei risultati.
Come giudichi invece la tua prestazione?...
Questo è uno sport che non lascia spazio a individualismi, le prestazioni di un singolo giocatore passano in secondo piano. Se devo scendere nei dettagli, però, sono abbastanza soddisfatto della mia prestazione, anche se so che avrei potuto fare di più. L’importante in ogni caso è il risultato della squadra. Sicuramente gli allenamenti in palestra hanno incrementato le mie prestazioni dal punto di vista fisico, ma bisogna sempre cercare di migliorarsi sotto tutti gli aspetti, dalla preparazione atletica alla tecnica alla capacità di coordinarsi con i propri compagni.
Raccontaci un momento-chiave della partita...
Secondo me un momento chiave è stato il kick-off return riportato in TD da Nader Said, una spinta al nostro entusiasmo e probabilmente un po’ di apprensione in più per gli ospiti.
A questo punto della stagione, puoi tracciare un bilancio di come sia andata complessivamente per te? Cosa vorresti chiedere in più a questo Campionato?
La mia stagione è lo specchio della stagione della squadra, il singolo non conta: si vince tutti e si perde tutti. L’unico rammarico della stagione è la sconfitta subita ad Alessandria, dove avremmo potuto sicuramente fare meglio, ma ci sta, siamo una squadra giovane e in fase di crescita, e ci siamo tolti anche la piccola soddisfazione di essere stati gli unici quest’anno a violare l’end zone della corazzata Bills. Anche quest’anno il nostro obiettivo sono i playoff, ma si saprà solo all’ultima giornata di regular season se riusciremo ad accedervi. Comunque vada sarà un successo!
Che avversari son stati in campo questi Commandos?
Non li avevamo mai incontrati (questi incontri interdivisionali sono, a mio giudizio, l’unica nota positiva del calendario di quest’anno), è bello giocare contro squadre nuove e che non si conoscono. Sono stati avversari temibili, molto veloci e reattivi, a loro il merito di non aver mai mollato fino alla fine, anche sul 22 a 0, e soprattutto i miei complimenti per la sportività: il nostro è uno sport violento ma con delle regole, e loro si sono dimostrati corretti e leali, nessun comportamento antisportivo ne polemiche (merito anche di una buona crew arbitrale), spero di rincontrarli l’anno prossimo.
Qual è secondo te la qualità che i tuoi compagni apprezzano di più in te?
Questo dovresti chiederlo a loro, penso di stargli abbastanza simpatico eheh… scherzi a parte, sono uno che non molla mai e vado d’accordissimo con tutti, credo sia questo.
Con quale spirito ti prepari ad un incontro?…hai un gesto scaramantico? Qualcosa che fai sempre prima di ogni match?
La tensione inizia a salire qualche giorno prima della partita, e dalla sera prima dell’incontro fino a che gli arbitri non fischiano la fine divento intrattabile, infatti la sera della vigilia sto sempre a casa, generalmente chiuso in camera mia. Poi, negli spogliatoi, siedo sempre di fianco al mio QB Simone Mazza, ormai un fratello, col quale condivido sempre qualche minuto di “isolamento” prima di scendere in campo. Ah, dimenticavo che la notte della vigilia la passo abbracciato al mio pallone…
Questo è davvero singolare!!!…Comunque..Cosa rappresenta il Football nella tua vita?….che spazio gli dai?
Definisco il football la mia “ancora di salvezza”, è uno sport che permette di sfogarsi quando le cose non vanno e che sa regalare emozioni uniche. Quando metto il casco, tutto quello di bello o di brutto che esiste fuori dai cancelli cessa momentaneamente di esistere. E’ un mondo a parte. Quanto allo spazio… ogni settimana 2 allenamenti sul campo e 3 in palestra, oltre a quelli dedicati ad allenare i “cuccioli” del settore giovanile. Direi che gli do uno spazio molto importante…
Cosa ti piace di più di questo sport? Quali sensazioni ti trasmette far parte del tuo team?
E’ uno sport che permette a ogni fisico di giocare e di trovare un ruolo idoneo alle proprie qualità e capacità, tuttavia questo non ne fa uno sport per tutti, ci vuole una certa tempra sia fisica ma soprattutto mentale. Con i compagni di squadra si crea un’unione che va al di la della semplice amicizia: si condividono fatica e sudore, gioie e dolori, e la consapevolezza che il compagno al tuo fianco è disposto a dare letteralmente una gamba per te, come tu faresti per lui. Credo che in nessun’altro sport esista qualcosa di simile. Sono fiero e orgoglioso di essere il capitano di QUESTA ciurma.
Il numero che porti sulla maglia…rappresenta qualcosa in particolare per te?
41 è il numero che ha indossato il mio coach in via eccezionale (il suo numero era il 57) una sola volta, giocando fuori ruolo e infortunandosi al ginocchio, lo stesso preciso giorno di 26 anni fa in cui sono nato io. E pensare che la prima volta l’ho indossato per caso.
Hai un nickname?...
Mi chiamano tutti "Trottola", nick attribuitomi da coach Nico Amoroso le prime volte che mi ha visto ad allenamento, un po’ di anni fa; ai tempi ero giovane e riuscivo a liberarmi bene dai placcaggi rimbalzando sugli avversari e girando su me stesso.
Qual'è la squadra più forte che avete incontrato finora?...e quale è la squadra che vorresti incontrare prima o poi?
Quest’anno sicuramente i Bills Cavallermaggiore, sono una squadra di livello superiore, effettivamente non vedo il senso di confrontarsi con squadre della nostra categoria. Non c’è una squadra in particolare con cui vorrei scontrarmi, l’esperienza Commandos ha rivelato il piacere di giocare contro squadre nuove, quindi…sotto a chi tocca.
Qual è la squadra favorita per la vittoria finale di questo Campionato?
Non saprei…quest’anno non son riuscito a seguire gli sviluppi degli altri gironi…
Esiste un giocatore al quale ti ispiri?
Gioco running back e IL running back per antonomasia è senz’altro Walter Payton. Però l mio preferito è Mike “the A-Train” Alstott, umile, gran cuore, legato alla propria maglia (ha iniziato da professionista nei Buccaneers e non è mai voluto andare via), per placcarlo dovevano sparargli almeno in due perché uno solo non bastava.
Ci racconti un episodio curioso o particolare che ti è capitato in campo oppure in allenamento?
Così su due piedi non me ne viene uno in particolare…c’è stata la volta che durante una partita, sul filo del rasoio, si sono attivati di colpo gli irrigatori in mezzo al campo, la volta che per combattere il gelo un mio compagno s’è presentato ad allenamento con la muta da sub e dopo un giro di campo è mezzo svenuto, un’invasione di campo da parte di un cane “implaccabile”…e tante altre…
Ahahahahah…questa del cane implacabile è stupenda, ma anche le prime due non sono da meno!!!…Senti un po', Simone…qual è la cosa più bella che ti ha insegnato il football fino ad adesso?
Stringere i denti e non mollare mai: la vita è una questione di centimetri, ed è la somma finale di quei centimetri a fare la differenza.
Ti va di terminare con una dedica?…fai tu, libero spazio...
“Il mondo ha senso solo quando lo vedo attraverso la mia facemask, allora tutto diventa chiaro. So chi sono e cosa devo fare. Ho uno scopo, un motivo per esserci. Il tempo si ferma, il mondo non esiste più. Solo io, i miei fratelli e una palla da muovere. Non c’è tempo per pensare, non c’è tempo per rimpiangere gli errori. Solo il tempo di agire."Un ringraziamento particolare va ai miei Pirati. E ovviamente grazie a voi per l’intervista.
Grazie Simone, è stato un piacere….speriamo che la trottola continui a girare sempre vorticosamente!… un saluto a tutta la ciurma Pirates!
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