L'HEAD COACH PAOLO BASSI INTERVISTATO DALL'UFFICIO STAMPA DEI BILLS RIVELA I PIANI PER LA PROSSIMA STAGIONE.
·Dopo il primo anno alla guida della squadra di Cavallermaggiorese è giunto il momento di tirare le somme di quello che è stato fatto, dei risultati ricevuti e dei progressi effettuati. Qual è il suo pensiero?
Abbiamo iniziato a lavorare insieme ad ottobre,sui fondamentali individuali di questo sport. L'entusiasmo è salito pian piano e con i primi risultati positivi nelle amichevoli abbiamo preso consapevolezza del potenziale dell'organico. Sono quindi molto soddisfatto dei progressi fatti dai ragazzi e dai risultati ottenuti in questo campionato. Anche se ovviamente avrei voluto arrivare in finale. Ho dovuto piu volte durante la stagione spostare in avanti gli obiettivi che mi ero prefissato, potendo così svolegere lavori sempre piu complessi.
· Parlando di risultati: quest’anno la società ha raggiunto livelli di assoluto rispetto, entrando a far parte delle grandi squadre italiane, anche se è ancora lunga la strada da percorrere, quale aiuto può arrivare dal successo della stagione trascorsa?
Sicuramente ora i team di questa divisione ci guardano con rispetto e credo anche timore per alcune. Squadre di serie superiore iniziano a interessarsi a noi e anche a qualche giocatore che potenzialmente può giocare ad un livello superiore. Un team vincente attira più facilmente giocatori da altre squadre e sponsor.
·Quali sono i punti sui quali i Bills devono lavorare maggiormente per migliorarsi ed ingrandire ancora di più la società?
Bisogna continuare il reclutamento di giocatori giovani. Per raggiungere questo obiettivo c’è la necessità di presentarsi nelle scuole, organizzare camp in giro per la provincia, forse anche disputare delle partite itineranti. Ma è difficile organizzare tutto: si richiede uno sforzo non indifferente di tempo, di risorse umane e di disponibilità economica. Il football americano è uno sport molto dispendioso e difficile da qualsiasi aspetto lo si voglia vedere.
·La sua esperienza in campo è stata lunghissima e di grande importanza: i successi con le squadre nelle quali ha militato, prima fra tutte i Lions Bergamo, sono ancora oggi insuperabili. Come valuta l’esperienza da allenatore di una squadra in un campionato minore? Come è cambiato il modo di vivere questo sport nel passaggio atleta-allenatore?
Mi sono ritirato da campione per l'ennesima volta nel 2006. Con Bergamo ho vinto praticamente tutto. Abbiamo record che per ancora molto tempo rimarranno imbattuti. Hanno pure scritto un libro su di noi. Sono stato membro della nazionale per più di dieci anni. Poi subito dopo, a 37anni, ho iniziato a dedicarmi all'atletica leggera. Fortunatamente anche qui sono riuscito a raccogliere successi importanti a livello Master, in competizioni regionali e nazionali individuali e con le staffette. Compreso un bel sesto posto agli europei indoor di qualche anno fa. Quindi diciamo che il passaggio giocatore-allenatore non è completo perchè sono ancora un agonista anche se in uno sport diverso. Questi sei anni di atletica mi hanno portato a fare nuove esperienze e conoscenze importanti. Sopratutto in funzione della preparazione atletica e nella pianificazione del ciclo di allenamento. Atletica e football sono un connubbio negli Stati Uniti mentre troppo spesso in Italia ci si dimentica che prima di essere un giocatore bisogna essere un atleta nel senso più completo della parola. Mi ritengo fortunato, non solo della mia carriera ma anche di poter allenare un team di lega minore. E' vero che l’impegno è molto grande, anche se ricevo l’aiuto dei miei assistenti-giocatori, ma è anche vero che posso applicare al meglio la mia filosofia. Il vantaggio risiede nel fatto che i giocatori sono praticamente digiuni di football, li posso così plasmare come meglio ritengo opportuno. In un team più esperto e più grande queste cose non potrei farle. La società e i giocatori mi assecondano sempre nelle mie scelte spesso anche diciamo "strane“ e questo non può che farmi piacere.
·Da atleta ha potuto vivere una lunghissima serie di stagioni di successo dei Lions Bergamo: ora, vedendo i Bills crescere cosa pensa del loro lavoro dell’impegno e dei risultati che sono stati guadagnati fin’ora? Valuta possibile la crescita del team cavallermaggiorese fino ad arrivare alla massima serie?
Ho iniziato a giocare a football a sedici anni, crescendo come giocatore a Milano e dintorni nei favolosi anni 80: fu l'età d'oro in Italia per questo sport. Con allenatori e giocatori americani presenti in entrambe le serie e praticamente in tutte le società. Un periodo in cui gli sponsor erano Giorgio Armani o Sergio Tacchini piuttosto che la Philips o Foppapedretti. Con la nazionale Campione d'Europa due volte consecutive. Con i Lions abbiamo scritto la storia del football nostran. In molti dei miei ragazzi mi rivedo quando ero giovane io. Prima che iniziasse tutto. Lavoro, impegno, determinazione e sacrificio fanno la differenza tra un campione e tra un buon giocatore. Ma a Cavallermaggiore abbiamo imboccato la strada giusta.
Certo servono il doppio dei giocatori e quattro o cinque forse anche sei anni di sacrifici. Oltre all'aspetto economico che non deve essere trascurato. Di grande aiuto sarebbe uno staff decisamente più numeroso.
·I Bills con il passare del tempo e con i risultati sempre più soddisfacenti hanno raccolto tanta attenzione attorno a loro. Il pubblico è cresciuto incredibilmente, l’attenzione mediatica si è fatta sentire maggiormente. E’ sicuramente un segno positivo per la diffusione del football americano in provincia di Cuneo. Secondo lei è possibile riuscire a rendere più conosciuto e praticato il football anche nella nostra provincia? In quale modo?
Nelle ultime partite c'era una bella cornice di pubblico. Ora la gente mi ferma per strada e mi parla, mi chiede dei Bills. Ma la provincia di Cuneo é molto estesa e dispersiva. Come già accennato credo che servano molti sforzi e molto tempo per farsi conoscere e sviluppare un programma importante. Servirebbe sicuramente una maggiore copertura mediatica locale. Siamo un team attivo tutto l'anno praticamente, con partite e tornei in autunno e poi il campionato tra la primavera e l'estate. Probabilmente disputare delle gare o organizzare dei camp o tornei a vari livelli coinvolgendo diverse città della zona potrebbe aiutare alla diffusione in questo territorio esteso.
·Qquali prospettive vede per il prossimo anno? Quali progetti ha la società? In quale modo i Bills si prepareranno alla stagione futura, dove sicuramente l’obiettivo sarà quello di raggiungere il podio del campionato nazionale di football a nove?
Dopo la preparazione in palestra durante l’estate, sono ripresi la scorsa settimana gli allenamenti sul campo. In autunno dovremo disputare almeno una partita a "misura": un rodaggio generale è buona cosa sopratutto per le matricole. Poi un paio di partite con almeno uno dei due team finalisti del nostro campionato. Mi piacerebbe giocare anche con un team di lega superiore. Poi forse un mini-torneo di fine anno. Poi il campionato. L'obbiettivo ve lo lascio immaginare.
·Concludendo: quali sono le persone che vorrebbe ringraziare?
Devo partire dai miei ex-compagni di squadra dei Lions: vi porto sempre nel cuore anche se siete tantissimi e grossi! I miei compagni e il mio allenatore G.Viarengo della Vittorio Alfieri Asti di atletica. La Giunta comunale perchè (grazie alla premiazione di fine campionato in teatro n.d.r.) finalmente mi ha fatto sentire un cavallermaggiorese e non uno straniero in patria. I miei ragazzi che mi hanno regalato tantissime forti emozioni: non ho braccia abbastanza lunghe per potervi abbracciare tutti insieme! Infine, ma non meno importante, la mia famiglia. Mi seguono dappertutto e mi sopportano sopratutto. Tra campo, pista, palestra e ogni tanto anche in giro per lavoro. Martina, Chiara i vostri occhi mi mostrano la profondità della vostra anima! Vi amo tutti, grazie per questo quadro coloratissimo!
Davide Olocco | US Bills
·Dopo il primo anno alla guida della squadra di Cavallermaggiorese è giunto il momento di tirare le somme di quello che è stato fatto, dei risultati ricevuti e dei progressi effettuati. Qual è il suo pensiero?
Abbiamo iniziato a lavorare insieme ad ottobre,sui fondamentali individuali di questo sport. L'entusiasmo è salito pian piano e con i primi risultati positivi nelle amichevoli abbiamo preso consapevolezza del potenziale dell'organico. Sono quindi molto soddisfatto dei progressi fatti dai ragazzi e dai risultati ottenuti in questo campionato. Anche se ovviamente avrei voluto arrivare in finale. Ho dovuto piu volte durante la stagione spostare in avanti gli obiettivi che mi ero prefissato, potendo così svolegere lavori sempre piu complessi.
· Parlando di risultati: quest’anno la società ha raggiunto livelli di assoluto rispetto, entrando a far parte delle grandi squadre italiane, anche se è ancora lunga la strada da percorrere, quale aiuto può arrivare dal successo della stagione trascorsa?
Sicuramente ora i team di questa divisione ci guardano con rispetto e credo anche timore per alcune. Squadre di serie superiore iniziano a interessarsi a noi e anche a qualche giocatore che potenzialmente può giocare ad un livello superiore. Un team vincente attira più facilmente giocatori da altre squadre e sponsor.
·Quali sono i punti sui quali i Bills devono lavorare maggiormente per migliorarsi ed ingrandire ancora di più la società?
Bisogna continuare il reclutamento di giocatori giovani. Per raggiungere questo obiettivo c’è la necessità di presentarsi nelle scuole, organizzare camp in giro per la provincia, forse anche disputare delle partite itineranti. Ma è difficile organizzare tutto: si richiede uno sforzo non indifferente di tempo, di risorse umane e di disponibilità economica. Il football americano è uno sport molto dispendioso e difficile da qualsiasi aspetto lo si voglia vedere.
·La sua esperienza in campo è stata lunghissima e di grande importanza: i successi con le squadre nelle quali ha militato, prima fra tutte i Lions Bergamo, sono ancora oggi insuperabili. Come valuta l’esperienza da allenatore di una squadra in un campionato minore? Come è cambiato il modo di vivere questo sport nel passaggio atleta-allenatore?
Mi sono ritirato da campione per l'ennesima volta nel 2006. Con Bergamo ho vinto praticamente tutto. Abbiamo record che per ancora molto tempo rimarranno imbattuti. Hanno pure scritto un libro su di noi. Sono stato membro della nazionale per più di dieci anni. Poi subito dopo, a 37anni, ho iniziato a dedicarmi all'atletica leggera. Fortunatamente anche qui sono riuscito a raccogliere successi importanti a livello Master, in competizioni regionali e nazionali individuali e con le staffette. Compreso un bel sesto posto agli europei indoor di qualche anno fa. Quindi diciamo che il passaggio giocatore-allenatore non è completo perchè sono ancora un agonista anche se in uno sport diverso. Questi sei anni di atletica mi hanno portato a fare nuove esperienze e conoscenze importanti. Sopratutto in funzione della preparazione atletica e nella pianificazione del ciclo di allenamento. Atletica e football sono un connubbio negli Stati Uniti mentre troppo spesso in Italia ci si dimentica che prima di essere un giocatore bisogna essere un atleta nel senso più completo della parola. Mi ritengo fortunato, non solo della mia carriera ma anche di poter allenare un team di lega minore. E' vero che l’impegno è molto grande, anche se ricevo l’aiuto dei miei assistenti-giocatori, ma è anche vero che posso applicare al meglio la mia filosofia. Il vantaggio risiede nel fatto che i giocatori sono praticamente digiuni di football, li posso così plasmare come meglio ritengo opportuno. In un team più esperto e più grande queste cose non potrei farle. La società e i giocatori mi assecondano sempre nelle mie scelte spesso anche diciamo "strane“ e questo non può che farmi piacere.
·Da atleta ha potuto vivere una lunghissima serie di stagioni di successo dei Lions Bergamo: ora, vedendo i Bills crescere cosa pensa del loro lavoro dell’impegno e dei risultati che sono stati guadagnati fin’ora? Valuta possibile la crescita del team cavallermaggiorese fino ad arrivare alla massima serie?
Ho iniziato a giocare a football a sedici anni, crescendo come giocatore a Milano e dintorni nei favolosi anni 80: fu l'età d'oro in Italia per questo sport. Con allenatori e giocatori americani presenti in entrambe le serie e praticamente in tutte le società. Un periodo in cui gli sponsor erano Giorgio Armani o Sergio Tacchini piuttosto che la Philips o Foppapedretti. Con la nazionale Campione d'Europa due volte consecutive. Con i Lions abbiamo scritto la storia del football nostran. In molti dei miei ragazzi mi rivedo quando ero giovane io. Prima che iniziasse tutto. Lavoro, impegno, determinazione e sacrificio fanno la differenza tra un campione e tra un buon giocatore. Ma a Cavallermaggiore abbiamo imboccato la strada giusta.
Certo servono il doppio dei giocatori e quattro o cinque forse anche sei anni di sacrifici. Oltre all'aspetto economico che non deve essere trascurato. Di grande aiuto sarebbe uno staff decisamente più numeroso.
·I Bills con il passare del tempo e con i risultati sempre più soddisfacenti hanno raccolto tanta attenzione attorno a loro. Il pubblico è cresciuto incredibilmente, l’attenzione mediatica si è fatta sentire maggiormente. E’ sicuramente un segno positivo per la diffusione del football americano in provincia di Cuneo. Secondo lei è possibile riuscire a rendere più conosciuto e praticato il football anche nella nostra provincia? In quale modo?
Nelle ultime partite c'era una bella cornice di pubblico. Ora la gente mi ferma per strada e mi parla, mi chiede dei Bills. Ma la provincia di Cuneo é molto estesa e dispersiva. Come già accennato credo che servano molti sforzi e molto tempo per farsi conoscere e sviluppare un programma importante. Servirebbe sicuramente una maggiore copertura mediatica locale. Siamo un team attivo tutto l'anno praticamente, con partite e tornei in autunno e poi il campionato tra la primavera e l'estate. Probabilmente disputare delle gare o organizzare dei camp o tornei a vari livelli coinvolgendo diverse città della zona potrebbe aiutare alla diffusione in questo territorio esteso.
·Qquali prospettive vede per il prossimo anno? Quali progetti ha la società? In quale modo i Bills si prepareranno alla stagione futura, dove sicuramente l’obiettivo sarà quello di raggiungere il podio del campionato nazionale di football a nove?
Dopo la preparazione in palestra durante l’estate, sono ripresi la scorsa settimana gli allenamenti sul campo. In autunno dovremo disputare almeno una partita a "misura": un rodaggio generale è buona cosa sopratutto per le matricole. Poi un paio di partite con almeno uno dei due team finalisti del nostro campionato. Mi piacerebbe giocare anche con un team di lega superiore. Poi forse un mini-torneo di fine anno. Poi il campionato. L'obbiettivo ve lo lascio immaginare.
·Concludendo: quali sono le persone che vorrebbe ringraziare?
Devo partire dai miei ex-compagni di squadra dei Lions: vi porto sempre nel cuore anche se siete tantissimi e grossi! I miei compagni e il mio allenatore G.Viarengo della Vittorio Alfieri Asti di atletica. La Giunta comunale perchè (grazie alla premiazione di fine campionato in teatro n.d.r.) finalmente mi ha fatto sentire un cavallermaggiorese e non uno straniero in patria. I miei ragazzi che mi hanno regalato tantissime forti emozioni: non ho braccia abbastanza lunghe per potervi abbracciare tutti insieme! Infine, ma non meno importante, la mia famiglia. Mi seguono dappertutto e mi sopportano sopratutto. Tra campo, pista, palestra e ogni tanto anche in giro per lavoro. Martina, Chiara i vostri occhi mi mostrano la profondità della vostra anima! Vi amo tutti, grazie per questo quadro coloratissimo!
Davide Olocco | US Bills