Bologna, 1 Ottobre 2012 - Grandi novità, grandi progetti, tanta limpidezza di idee in casa Neptunes. Un'importante qualità che la società felsinea sta tirando in ballo è proprio la capacità di mettere perfettamente a fuoco quelli che sono i propri intenti, le modalità e le finalità del lavoro messo in piedi per ottenere i risultati che stanno costruendo e programmando insieme. Un contesto ideale, quindi, quello all'interno del quale può agire in tutta serenità Maurizio Brini, coach e neo-presidente dei Blues emiliani:
"Attualmente nei Neptunes stiamo lavorando alacremente per preparare la prossima stagione e non solo. Il cambio di dirigenza e del coaching staff hanno creato qualche disequilibrio nei primi mesi estivi, ma ora, dopo aver definito questi aspetti, siamo quasi pronti a partire e le premesse sono sicuramente motivanti per l'intera associazione. Si respira un'aria di ottimismo in tutti i settori e ad ogni livello (giocatori, coaching staff e dirigenti) e siamo tutti ansiosi di riprendere. Questi grandi cambiamenti speriamo siano stati migliorativi (ma solo il tempo potrà confermare queste sensazioni) e questo è il sentore e quello che ci auspichiamo. La parola d'ordine sarà solo una: CRESCERE. Questo perché siamo convinti che il potenziale della squadra sia molto più alto di quanto espresso fino ad ora: i cambiamenti in atto sono tutti mirati all'ottimizzazione delle risorse ed all'utilizzo completo del potenziale. Allo stesso tempo cerchiamo di ottimizzare le nostre risorse per compattare delle basi sulle quali radicare un futuro solido".
L'anno scorso avete bissato l'accesso ai playoff e siete passati inoltre dal 4-3 del 2011 al 7-1 del 2012, esclusi solo dagli ottimi Skorpions, una delle rivelazioni del torneo, se non la migliore outsider. Dai un voto da 1 a 10 alla tua squadra per il Campionato scorso…
"Mi odieranno in tanti ma il voto che personalmente mi sento di attribuire alla squadra (in tutte le sue componenti) per il campionato 2012 è un 6. Sicuramente il risultato ottenuto deve essere considerato sufficiente, ma personalmente non ragiono in termini assoluti ma relativamente alle possibilità. Se analizzando la stagione in modo introspettivo possiamo dirci “potevamo fare di più” allora significa che il risultato ottenuto non è sufficiente. La media dei due punti di vista, ripeto, lo considero un 6: questa è la base di partenza del concetto di crescita che stiamo provando ad installare".
Quali sono, alla luce di quanto detto allora, i presupposti per questa stagione?
"I tanti cambiamenti non ci permettono di ricercare troppi obiettivi nel brevissimo termine. Aspettiamo di vedere come riusciamo a digerire, come collettivo, tutte le novità ed attendiamo di vedere anche quali saranno i fattori esterni con i quali confrontarci (quali squadre affronteremo ad esempio) ed allora potremmo pensare a dove vogliamo arrivare. Nutro talmente tanta stima nei confronti del nostro nuovo coaching staff e della dirigenza che in cuor mio sono convinto di poter puntare molto in alto, ma onestamente non è questo lo scopo che ci siamo imposti ed il mandato che abbiamo dato agli allenatori. Noi dobbiamo arrivare dove le risorse ci permettono di arrivare a fronte di un duro lavoro, ed affrontando in questi termini le sfide, le vittorie, saranno una naturale conseguenza fino a quando il potenziale ce lo permette".
Quali sono le maggiori differenze rispetto allo scorso anno? E…dove credi che concentrerete maggiormente la vostra attenzione in fase di preparazione?
"La principale differenza riguarda ovviamente il coaching staff. Il nostro attuale Head Coach, Tony Mangiafico, viene dalla IFL, quindi un mondo diverso dal CIF9 e speriamo, anzi siamo convinti, che possa portare quell'aria di rinnovamento di cui abbiamo bisogno su tutti gli aspetti (dalla preparazione atletica, alla gestione dei fondamentali di gioco fino alle tecniche e tattiche che utilizzeremo sul campo). Questo comporta sicuramente di fare dei passi indietro per prendere lo slancio per poi superare il nostro attuale livello: vediamo come risponderanno i giocatori ma sono fiducioso".
Esiste un vostro planning che preveda un lavoro in prospettiva a lunga o breve scadenza?
"Ad oggi abbiamo fatto un progetto biennale: chiaro che abbiamo scelto questo periodo relativamente breve a fronte delle “grandi manovre” in atto. Ci siamo inventati una ricetta che in primo luogo coinvolge i giovani con lo scopo di sbarcare in LENAF nel 2014 ed essere fin da subito una squadra almeno da metà classifica. Tante sono le variabili ma il lavoro di quest'anno già si svolgerà in quest'ottica".
Qualche Test-match in programma in questa pre-season?
"Proprio nel planning che ci siamo costruiti c'è la volontà di fare alcune amichevoli/scrimmage già nel 2012 in cui far giocare i giovani ed i rookies in generale, tenendo “a riposo” chi ha già esperienza allo scopo di ridurre il gap tecnico/tattico che fisiologicamente esiste fra le 2 tipologie di giocatori. Quando e con chi saranno queste amichevoli verrà deciso successivamente, nel momento in cui anche i coach avranno le idee più chiare riguardo ai nostri giocatori".
Cosa ti spinge a continuare nella direzione che hai intrapreso, sia come sportivo che come coach, che come dirigente?
"Mi guardo indietro e vedo che il football in generale ed i Neptunes in particolare hanno occupato ed influenzato gran parte della mia vita. Tanti ricordi belli e brutti, ma ricordi importanti che mi hanno formato nel carattere. Sono relativamente giovane nel panorama del football essendo entrato nel 1996 (avevo 19 anni) ma comunque questo sarà il mio 17esimo anno e quindi un passato esiste. Allo stesso tempo vedo il futuro: giovani volti sorridenti grazie anche al mio lavoro nell'associazione, amici di lunga data che rispetto tantissimo che mi esprimono i loro apprezzamenti, ed una piccola parte di sano egoismo che mi dice che stiamo costruendo qualcosa di importante sono gli ingredienti che si oppongono ai sacrifici. Il passaggio più difficile è stato quello da giocatore ad allenatore: il richiamo del casco era veramente forte. Abituatomi all'idea il resto è stato meno traumatico. Tengo però a sottolineare che nei Neptunes il ruolo di presidente è importante, ma ancora più importante è l'intero collettivo: le decisioni sono sempre frutto di discussioni e ragionamenti collettivi fatti da uno staff molto unito e preparato e sempre considerando le opinioni dei coach ed anche dei giocatori. Quindi si, bello essere presidente, ma ancora più bello, per me, rappresentare i Neptunes".
Ti aspetti qualche importante conferma tra i tuoi ragazzi?…
"Sono contento che quest'anno non ci sia nessuno in pole position. Per come abbiamo deciso di impostare gli allenamenti e secondo le direttive del coaching staff, ad oggi, tutti sono sullo stesso livello. Sarà sicuramente più facile emergere per 'i soliti noti', ma nulla è scontato. Questo proprio per quel passo indietro che dicevo in precedenza che spero sia visto più come uno stimolo alla crescita che un arresto".
L'inizio della stagione, con i vari reclutamenti, offre ai neofiti la possibilità di avvicinarsi ad uno sport per loro nuovo…come gestite l'approccio che questi ragazzi devono avere, allorché si affacciano per la primissima volta verso la pratica di questa disciplina?
"Questo è sempre stato un aspetto di difficile gestione: bisogna innanzitutto dividere i vari periodi nei quali si presentano. Per ciò che ci riguarda, in questo periodo cerchiamo di inserirli direttamente nella squadra (visto che partiamo comunque dalle basi del football) ma in periodi dove l'iter della squadra è più avanzato abbiamo sempre destinato delle risorse (allenatori) a seguire questi ragazzi per inserirli gradualmente nel collettivo a seconda delle loro predisposizioni e caratteristiche. Finora è una politica che ha dato dei buoni frutti".
Come vi state muovendo per i più giovani?…
"Discorso delicatissimo. Per quest'anno abbiamo deciso, per vari fattori e valutazioni, di non partecipare a nessun campionato giovanile. Questo però non vuol dire che siamo fermi sotto questo fondamentale aspetto, anzi, abbiamo inserito nel nostro progetto diverse novità inerenti ai giovani e giovanissimi. In primo luogo, dopo la decisione difficilissima (nel rispetto dei giocatori) di non partecipare al campionato U21 abbiamo studiato un sistema per poterli inserire direttamente nella squadra senior: loro si stanno allenando sia a livello atletico che sui fondamentali già da fine agosto. Loro saranno il nucleo con il quale vorremmo affrontare le amichevoli che indicavo precedentemente. Su di loro stiamo investendo il nostro futuro più immediato. Poi, da quest'anno, abbiamo abbassato il target di riferimento per le giovanili: stiamo facendo reclutamento su un target che va dagli 11 ai 18 anni. Già abbiamo un nutrito gruppo di ragazzi che si stanno avvicinando al football in queste fasce di età e si stanno allenando da inizio settembre. Sempre per i settori giovanili, già lo scorso anno, abbiamo iniziato un progetto all'interno delle scuole sia in accordo con il Provveditorato agli studi, sia con diversi professori di scuole medie superiori che seguiamo durante tutto l'anno senza soluzione di continuità. Un grosso sforzo ma sempre in ottica di crescita futura".
In questi tempi si dibatte parecchio a proposito della suddivisione (e dei meccanismi) delle categorie in Italia. Football A 9, a 11, le varie fasce d'età, suddivisioni regionali, etc… Tu come la pensi?
"Parto dall'aspetto secondo me più scontato: promozioni e retrocessioni devono avvenire per meriti sportivi. Come implementare l'aspetto nel programma federale è compito della FIDAF che ha una visione d'insieme sicuramente migliore della mia, ma secondo me dobbiamo iniziare a ragionare per meriti sportivi (il che darebbe anche maggiore credibilità alle squadre quando si presentano all'esterno). Per le diatribe riguardo alla suddivisione dei campionati dico che si sta perdendo di vista una cosa fondamentale: non esiste una formula ottimale a livello assoluto, ma si deve inserire il tutto nel contesto contingente. Ad oggi, per me, le formule sono buone visto che oggettivamente il numero di squadre e di iscritti stanno crescendo. Secondo me l'unico correttivo da apportare è l'eliminazione del campionato U21 che se prima aveva un senso a livello generale ora rimane troppo fine a se stesso".
Dimmi un pregio ed un difetto del Football in Italia…
"Un pregio è la grande quantità di passione che viene riversata quotidianamente in questo sport, dalla maggior parte degli addetti ai lavori. Il grande difetto invece è volersi sempre rapportare a realtà troppo superiori alla nostra (il che di base sarebbe un bene) ma decontestualizzando dalla realtà nella quale siamo immersi: si distorce troppo il punto di vista portando a perdere il contatto con la realtà. Io dico sempre che siamo degli amatori e non dei professionisti e come tale dobbiamo comportarci".
Giochiamo un po'… se esistesse un "Heisman Trophy" del Football a 9 italiano…tu a chi lo avresti assegnato per la passata stagione?
"Onestamente guarderei le statistiche per non fare torti visto che non conosco abbastanza a fondo tutte le realtà. Troppo “politicaly correct”? No, la penso realmente così".
Dimmi quale team ti ha più impressionato la scorsa stagione...
"Positivamente i Cardinals. Sapevo che erano forti, ma devo complimentarmi soprattutto per l'organizzazione e la filosofia di football che hanno seguito. Per me è questa che alla fine ha pagato. Negativamente? Non ho visto nulla di particolarmente negativo anche se devo dire che alcuni team sono rimasti esclusi dai playoff pur meritandoli, ma purtroppo questa è l'altra faccia della medaglia della gestione del campionato (che reputo una formula corretta)".
Chi vedi in pole-position quest'anno?
"Dipende molto da chi ci sarà. Ad oggi non mi sono molto interessato ai vari cambi di “categoria” (chi passerà in LENAF) e per fare questo genere di pronostici questo aspetto è fondamentale. Spero nella finale di North Conference di vedere i Neptunes e se dovessi scommettere rischierei anche 2 euro (al cuor non si comanda)".
E per chiudere in modo simpatico...fai tu stesso una domanda a 'Maurizio Brini' e rispondi...
"Una domanda che richiede una risposta fin troppo lunga ma mi sarebbe sempre piaciuta è: Quale filosofia hanno i Neptunes? La risposta è lunga, come dicevo, ma provo a riassumerla. In cuor mio ho sempre saputo quale era questa filosofia ma non sarei mai stato in grado di descriverla. Qualche giorno fa, parlando con altre persone ho trovato le parole per descriverla in modo oggettivo e me ne sono compiaciuto. Mettiamo che riusciamo a dare un valore ad ogni giocatore e che la somma di questi singoli valori sia 1000: bene, il valore che hanno i Neptunes è 1200 perché ogni giocatore inserito nel collettivo ha una sua ragion d'essere e porta un valore aggiunto nel contesto generale. Dirigenza e staff lavorano perché questo valore aggiunto sia in continua crescita: maggiore sarà questo valore aggiunto e più alte saranno le vittorie. Abbiamo visto nella storia del football in Italia (e qui sottolineo il contestualizzare il nostro football nella realtà in cui ci troviamo) tantissime squadre formate da giocatori di valore ma che nel collettivo avevano un valore aggiunto basso perdere con squadre di valore inferiore ma con valore aggiunto alto: questo ci ha fatto pensare che lavorando su questo valore aggiunto le soddisfazioni sportive arriveranno come naturale effetto della crescita. Lavorare direttamente sulla ricerca della vittoria a volte potrebbe essere controproducente. Ovvio che si scende in campo per vincere ma la costruzione di ogni singola vittoria passa attraverso anche a questi aspetti e nei Neptunes ci crediamo fortemente tanto da considerarli la nostra ragion d'essere. Questa filosofia è difficile da portare avanti in modo integralista, ma cerchiamo di farlo sempre. Questa è la sfida sulla quale sono pronto veramente a scommettere".
Grazie per la tua presenza e per le tue parole, coach (anzi....Pres!...)...
"Vi ringrazio per avermi ospitato sul Vostro spazio e non mi stancherò mai di ringraziarvi per quanto state facendo per il nostro sport in generale ed il nostro campionato in particolare: complimenti vivissimi!!!".
Cif9.com
"Attualmente nei Neptunes stiamo lavorando alacremente per preparare la prossima stagione e non solo. Il cambio di dirigenza e del coaching staff hanno creato qualche disequilibrio nei primi mesi estivi, ma ora, dopo aver definito questi aspetti, siamo quasi pronti a partire e le premesse sono sicuramente motivanti per l'intera associazione. Si respira un'aria di ottimismo in tutti i settori e ad ogni livello (giocatori, coaching staff e dirigenti) e siamo tutti ansiosi di riprendere. Questi grandi cambiamenti speriamo siano stati migliorativi (ma solo il tempo potrà confermare queste sensazioni) e questo è il sentore e quello che ci auspichiamo. La parola d'ordine sarà solo una: CRESCERE. Questo perché siamo convinti che il potenziale della squadra sia molto più alto di quanto espresso fino ad ora: i cambiamenti in atto sono tutti mirati all'ottimizzazione delle risorse ed all'utilizzo completo del potenziale. Allo stesso tempo cerchiamo di ottimizzare le nostre risorse per compattare delle basi sulle quali radicare un futuro solido".
L'anno scorso avete bissato l'accesso ai playoff e siete passati inoltre dal 4-3 del 2011 al 7-1 del 2012, esclusi solo dagli ottimi Skorpions, una delle rivelazioni del torneo, se non la migliore outsider. Dai un voto da 1 a 10 alla tua squadra per il Campionato scorso…
"Mi odieranno in tanti ma il voto che personalmente mi sento di attribuire alla squadra (in tutte le sue componenti) per il campionato 2012 è un 6. Sicuramente il risultato ottenuto deve essere considerato sufficiente, ma personalmente non ragiono in termini assoluti ma relativamente alle possibilità. Se analizzando la stagione in modo introspettivo possiamo dirci “potevamo fare di più” allora significa che il risultato ottenuto non è sufficiente. La media dei due punti di vista, ripeto, lo considero un 6: questa è la base di partenza del concetto di crescita che stiamo provando ad installare".
Quali sono, alla luce di quanto detto allora, i presupposti per questa stagione?
"I tanti cambiamenti non ci permettono di ricercare troppi obiettivi nel brevissimo termine. Aspettiamo di vedere come riusciamo a digerire, come collettivo, tutte le novità ed attendiamo di vedere anche quali saranno i fattori esterni con i quali confrontarci (quali squadre affronteremo ad esempio) ed allora potremmo pensare a dove vogliamo arrivare. Nutro talmente tanta stima nei confronti del nostro nuovo coaching staff e della dirigenza che in cuor mio sono convinto di poter puntare molto in alto, ma onestamente non è questo lo scopo che ci siamo imposti ed il mandato che abbiamo dato agli allenatori. Noi dobbiamo arrivare dove le risorse ci permettono di arrivare a fronte di un duro lavoro, ed affrontando in questi termini le sfide, le vittorie, saranno una naturale conseguenza fino a quando il potenziale ce lo permette".
Quali sono le maggiori differenze rispetto allo scorso anno? E…dove credi che concentrerete maggiormente la vostra attenzione in fase di preparazione?
"La principale differenza riguarda ovviamente il coaching staff. Il nostro attuale Head Coach, Tony Mangiafico, viene dalla IFL, quindi un mondo diverso dal CIF9 e speriamo, anzi siamo convinti, che possa portare quell'aria di rinnovamento di cui abbiamo bisogno su tutti gli aspetti (dalla preparazione atletica, alla gestione dei fondamentali di gioco fino alle tecniche e tattiche che utilizzeremo sul campo). Questo comporta sicuramente di fare dei passi indietro per prendere lo slancio per poi superare il nostro attuale livello: vediamo come risponderanno i giocatori ma sono fiducioso".
Esiste un vostro planning che preveda un lavoro in prospettiva a lunga o breve scadenza?
"Ad oggi abbiamo fatto un progetto biennale: chiaro che abbiamo scelto questo periodo relativamente breve a fronte delle “grandi manovre” in atto. Ci siamo inventati una ricetta che in primo luogo coinvolge i giovani con lo scopo di sbarcare in LENAF nel 2014 ed essere fin da subito una squadra almeno da metà classifica. Tante sono le variabili ma il lavoro di quest'anno già si svolgerà in quest'ottica".
Qualche Test-match in programma in questa pre-season?
"Proprio nel planning che ci siamo costruiti c'è la volontà di fare alcune amichevoli/scrimmage già nel 2012 in cui far giocare i giovani ed i rookies in generale, tenendo “a riposo” chi ha già esperienza allo scopo di ridurre il gap tecnico/tattico che fisiologicamente esiste fra le 2 tipologie di giocatori. Quando e con chi saranno queste amichevoli verrà deciso successivamente, nel momento in cui anche i coach avranno le idee più chiare riguardo ai nostri giocatori".
Cosa ti spinge a continuare nella direzione che hai intrapreso, sia come sportivo che come coach, che come dirigente?
"Mi guardo indietro e vedo che il football in generale ed i Neptunes in particolare hanno occupato ed influenzato gran parte della mia vita. Tanti ricordi belli e brutti, ma ricordi importanti che mi hanno formato nel carattere. Sono relativamente giovane nel panorama del football essendo entrato nel 1996 (avevo 19 anni) ma comunque questo sarà il mio 17esimo anno e quindi un passato esiste. Allo stesso tempo vedo il futuro: giovani volti sorridenti grazie anche al mio lavoro nell'associazione, amici di lunga data che rispetto tantissimo che mi esprimono i loro apprezzamenti, ed una piccola parte di sano egoismo che mi dice che stiamo costruendo qualcosa di importante sono gli ingredienti che si oppongono ai sacrifici. Il passaggio più difficile è stato quello da giocatore ad allenatore: il richiamo del casco era veramente forte. Abituatomi all'idea il resto è stato meno traumatico. Tengo però a sottolineare che nei Neptunes il ruolo di presidente è importante, ma ancora più importante è l'intero collettivo: le decisioni sono sempre frutto di discussioni e ragionamenti collettivi fatti da uno staff molto unito e preparato e sempre considerando le opinioni dei coach ed anche dei giocatori. Quindi si, bello essere presidente, ma ancora più bello, per me, rappresentare i Neptunes".
Ti aspetti qualche importante conferma tra i tuoi ragazzi?…
"Sono contento che quest'anno non ci sia nessuno in pole position. Per come abbiamo deciso di impostare gli allenamenti e secondo le direttive del coaching staff, ad oggi, tutti sono sullo stesso livello. Sarà sicuramente più facile emergere per 'i soliti noti', ma nulla è scontato. Questo proprio per quel passo indietro che dicevo in precedenza che spero sia visto più come uno stimolo alla crescita che un arresto".
L'inizio della stagione, con i vari reclutamenti, offre ai neofiti la possibilità di avvicinarsi ad uno sport per loro nuovo…come gestite l'approccio che questi ragazzi devono avere, allorché si affacciano per la primissima volta verso la pratica di questa disciplina?
"Questo è sempre stato un aspetto di difficile gestione: bisogna innanzitutto dividere i vari periodi nei quali si presentano. Per ciò che ci riguarda, in questo periodo cerchiamo di inserirli direttamente nella squadra (visto che partiamo comunque dalle basi del football) ma in periodi dove l'iter della squadra è più avanzato abbiamo sempre destinato delle risorse (allenatori) a seguire questi ragazzi per inserirli gradualmente nel collettivo a seconda delle loro predisposizioni e caratteristiche. Finora è una politica che ha dato dei buoni frutti".
Come vi state muovendo per i più giovani?…
"Discorso delicatissimo. Per quest'anno abbiamo deciso, per vari fattori e valutazioni, di non partecipare a nessun campionato giovanile. Questo però non vuol dire che siamo fermi sotto questo fondamentale aspetto, anzi, abbiamo inserito nel nostro progetto diverse novità inerenti ai giovani e giovanissimi. In primo luogo, dopo la decisione difficilissima (nel rispetto dei giocatori) di non partecipare al campionato U21 abbiamo studiato un sistema per poterli inserire direttamente nella squadra senior: loro si stanno allenando sia a livello atletico che sui fondamentali già da fine agosto. Loro saranno il nucleo con il quale vorremmo affrontare le amichevoli che indicavo precedentemente. Su di loro stiamo investendo il nostro futuro più immediato. Poi, da quest'anno, abbiamo abbassato il target di riferimento per le giovanili: stiamo facendo reclutamento su un target che va dagli 11 ai 18 anni. Già abbiamo un nutrito gruppo di ragazzi che si stanno avvicinando al football in queste fasce di età e si stanno allenando da inizio settembre. Sempre per i settori giovanili, già lo scorso anno, abbiamo iniziato un progetto all'interno delle scuole sia in accordo con il Provveditorato agli studi, sia con diversi professori di scuole medie superiori che seguiamo durante tutto l'anno senza soluzione di continuità. Un grosso sforzo ma sempre in ottica di crescita futura".
In questi tempi si dibatte parecchio a proposito della suddivisione (e dei meccanismi) delle categorie in Italia. Football A 9, a 11, le varie fasce d'età, suddivisioni regionali, etc… Tu come la pensi?
"Parto dall'aspetto secondo me più scontato: promozioni e retrocessioni devono avvenire per meriti sportivi. Come implementare l'aspetto nel programma federale è compito della FIDAF che ha una visione d'insieme sicuramente migliore della mia, ma secondo me dobbiamo iniziare a ragionare per meriti sportivi (il che darebbe anche maggiore credibilità alle squadre quando si presentano all'esterno). Per le diatribe riguardo alla suddivisione dei campionati dico che si sta perdendo di vista una cosa fondamentale: non esiste una formula ottimale a livello assoluto, ma si deve inserire il tutto nel contesto contingente. Ad oggi, per me, le formule sono buone visto che oggettivamente il numero di squadre e di iscritti stanno crescendo. Secondo me l'unico correttivo da apportare è l'eliminazione del campionato U21 che se prima aveva un senso a livello generale ora rimane troppo fine a se stesso".
Dimmi un pregio ed un difetto del Football in Italia…
"Un pregio è la grande quantità di passione che viene riversata quotidianamente in questo sport, dalla maggior parte degli addetti ai lavori. Il grande difetto invece è volersi sempre rapportare a realtà troppo superiori alla nostra (il che di base sarebbe un bene) ma decontestualizzando dalla realtà nella quale siamo immersi: si distorce troppo il punto di vista portando a perdere il contatto con la realtà. Io dico sempre che siamo degli amatori e non dei professionisti e come tale dobbiamo comportarci".
Giochiamo un po'… se esistesse un "Heisman Trophy" del Football a 9 italiano…tu a chi lo avresti assegnato per la passata stagione?
"Onestamente guarderei le statistiche per non fare torti visto che non conosco abbastanza a fondo tutte le realtà. Troppo “politicaly correct”? No, la penso realmente così".
Dimmi quale team ti ha più impressionato la scorsa stagione...
"Positivamente i Cardinals. Sapevo che erano forti, ma devo complimentarmi soprattutto per l'organizzazione e la filosofia di football che hanno seguito. Per me è questa che alla fine ha pagato. Negativamente? Non ho visto nulla di particolarmente negativo anche se devo dire che alcuni team sono rimasti esclusi dai playoff pur meritandoli, ma purtroppo questa è l'altra faccia della medaglia della gestione del campionato (che reputo una formula corretta)".
Chi vedi in pole-position quest'anno?
"Dipende molto da chi ci sarà. Ad oggi non mi sono molto interessato ai vari cambi di “categoria” (chi passerà in LENAF) e per fare questo genere di pronostici questo aspetto è fondamentale. Spero nella finale di North Conference di vedere i Neptunes e se dovessi scommettere rischierei anche 2 euro (al cuor non si comanda)".
E per chiudere in modo simpatico...fai tu stesso una domanda a 'Maurizio Brini' e rispondi...
"Una domanda che richiede una risposta fin troppo lunga ma mi sarebbe sempre piaciuta è: Quale filosofia hanno i Neptunes? La risposta è lunga, come dicevo, ma provo a riassumerla. In cuor mio ho sempre saputo quale era questa filosofia ma non sarei mai stato in grado di descriverla. Qualche giorno fa, parlando con altre persone ho trovato le parole per descriverla in modo oggettivo e me ne sono compiaciuto. Mettiamo che riusciamo a dare un valore ad ogni giocatore e che la somma di questi singoli valori sia 1000: bene, il valore che hanno i Neptunes è 1200 perché ogni giocatore inserito nel collettivo ha una sua ragion d'essere e porta un valore aggiunto nel contesto generale. Dirigenza e staff lavorano perché questo valore aggiunto sia in continua crescita: maggiore sarà questo valore aggiunto e più alte saranno le vittorie. Abbiamo visto nella storia del football in Italia (e qui sottolineo il contestualizzare il nostro football nella realtà in cui ci troviamo) tantissime squadre formate da giocatori di valore ma che nel collettivo avevano un valore aggiunto basso perdere con squadre di valore inferiore ma con valore aggiunto alto: questo ci ha fatto pensare che lavorando su questo valore aggiunto le soddisfazioni sportive arriveranno come naturale effetto della crescita. Lavorare direttamente sulla ricerca della vittoria a volte potrebbe essere controproducente. Ovvio che si scende in campo per vincere ma la costruzione di ogni singola vittoria passa attraverso anche a questi aspetti e nei Neptunes ci crediamo fortemente tanto da considerarli la nostra ragion d'essere. Questa filosofia è difficile da portare avanti in modo integralista, ma cerchiamo di farlo sempre. Questa è la sfida sulla quale sono pronto veramente a scommettere".
Grazie per la tua presenza e per le tue parole, coach (anzi....Pres!...)...
"Vi ringrazio per avermi ospitato sul Vostro spazio e non mi stancherò mai di ringraziarvi per quanto state facendo per il nostro sport in generale ed il nostro campionato in particolare: complimenti vivissimi!!!".
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