Gallarate (VA), 16 Febbraio 2013 - Molto spesso dietro un blasone, dietro dei colori, una maglia, una storia, una squadra si celano dei princìpi forti, sani, fondamentali, valori che da sempre accompagnano la filosofia e la pratica di uno sport meraviglioso come il Football americano. L'efficacia dei messaggi trasmessi da un team che fa di questi valori un vero e proprio "Credo" rappresenta un ottimo veicolo per la diffusione della nostra tanto amata disciplina, anche negli ambienti meno attendibili e scontati. Una Società sportiva che incarna alla perfezione questo tipo di strategia è senza dubbio il neonato G-Team di Gallarate. Nata quasi "per gioco" da pochi anni, la squadra varesina porta avanti un disegno molto particolare, basato sulla formazione dei propri ragazzi non soltanto come atleti, ma anche e soprattutto come uomini, coscienziosamente attenti, rispettosamente vigili non solo sul piano individuale, ma anche nel Sociale. La curiosità di conoscerli era tanta, così siamo andati a trovare il loro Defensive Coordinator, Pasquale De Filippo, per farci raccontare un po' del G-Team e per capire come la formazione lombarda si prepara ad affrontare un torneo competitivo come il Cif9 2013:
Ciao Pas e benvenuto. Partiamo col parlare del vostro bel progetto. Per cosa sta la "G" di "G-Team"?…
Buongiorno a voi. L'idea fondare una società sportiva arriva molto più tardi della reale nascita della squadra. Don Giorgio Cremona, l'allora parroco di Cajello, frazione a nord di Gallarate dove il G-TEAM ha sede, incuriosito da questo strano sport mi chiese qualche dettaglio, al tempo ero coach presso i Seamen e tra le tante cose raccontai che già in passato il football, nella sua forma senza contatto detta Flag, passò negli oratori: negli anni ‘80 presso l'oratorio San Luigi di Busto Arsizio giocavo in una squadra, gli Eels, che sarebbe poi divenuta il bacino dei Frogs. Il parroco fu sempre più incuriosito e nel leggere il regolamento del Flag football si accorse che molti valori insiti in questa meravigliosa disciplina collimano perfettamente con gli insegnamenti che gli educatori cercano di trasmettere ai ragazzi dell'oratorio. Durante la Festa della famiglia un genitore lancia l'idea: organizzare una partita di flag genitori contro figli. Certo bell'idea, ma era necessaria una minima preparazione. Di lì a poco partirono quindi gli allenamenti e ciò che mi colpì fu vedere prima 7 poi 12 persone con età comprese tra i 10 e 50 anni allenarsi con intensità e impegno, per certi versi incomprensibilmente. Nevicava e le temperature erano molto rigide, ma quel gruppetto faticava e si sacrificava come per partecipare al Superbowl: in realtà li aspettava solo un piccolo incontro tra amici, in una domenica di metà dicembre, niente di più... Ma loro, padri e figli ci mettevano tutto! Non si poteva lasciar perdere quel seme buono che stava nascendo..Così in una riunione d'oratorio, fantasticando e raccontandosi come era andata quella giornata (per la cronaca vinsero gli anziani per 1 solo punto) l’attenzione venne portata sulle peculiarità di ciascuno e pensando a quel gruppo eterogeneo di personaggi qualcuno disse:"Sì, come quelli dell'A-Team... ma noi siamo di Gallarate, quindi G-TEAM!".
Quando è nata esattamente l'idea di formare la squadra?…
La società nasce il 28 ottobre 2011, esattamente un anno dopo l'idea del match genitori-figli. Oggi abbiamo 50 atleti tra flag e tackle, 10 coach e 32 persone nello staff organizzativo che prestano il proprio tempo con tanta passione. Provengono da Gallarate e dai comuni limitrofi (Besnate, Casorate, Sumirago, Jerago solo per citarne alcuni). Dovendo parlare di obiettivi credo di essere forse un po' deludente per molti: G-TEAM, per volontà dei fondatori e per sua natura non mira a grandi vittorie o a risultati eclatanti. Il football ha caratteristiche uniche: ha una grande capacità di aggregazione, permette a chi di solito viene isolato di trovare un gruppo dove essere apprezzato per i propri talenti anche se non eccelsi. Noi vogliamo questo, vogliamo che chiunque possa vivere quest'esperienza non solo sul piano sportivo bensì su quello della formazione personale, facendo venir fuori quanto di meglio alberga nei giovani. Potrebbe sembrare un elogio alla mediocrità, ma in realtà noi la vediamo più come un'opportunità di crescita personale: quanto investito non deve necessariamente corrispondere alla nascita di un grande giocatore di football, piuttosto deve esser rivolto alla formazione di un individuo che metta a frutto tutte le sue capacità, mettendosi al servizio dei propri compagni sostenendoli e supportandoli.
Skorpions, Blue Storms, Gorillas, G-Team…grande "densità" di Football in quel di Varese, eh?…come mai tutta questa concentrazione?…come spieghi tutto questo fermento?...
Gallarate e la provincia di Varese conoscono il football da molti anni, pertanto la diffusione è certamente più capillare che altrove. Non va dimenticato che i Frogs e gli Skorpions vincendo molto hanno dato risalto alle nostre città. In questi giorni ho sentito spesso parlare di "troppa concentrazione", argomentazioni imperniate sul rischio della troppa frammentazione dei giocatori. Non condivido queste osservazioni, una maggior densità può essere uno stimolo alla formazione: investire maggiormente sui piccoli affinché diventino giocatori esperti eviterebbe di continuare a rubacchiarsi atleti già capaci. Inoltre una maggior offerta costringe le società a rendersi più attraenti e competitive dal punto di vista delle opportunità.
Come è avvenuto il passaggio graduale dal Flag al takle?
Il passaggio è stato pressoché naturale: una volta imparato a giocare a flag c'è stata la volontà di vedere qualcosa in più. Alcuni atleti hanno lasciato le discipline agonistiche che frequentavano da anni per giocare a flag e successivamente a tackle.
C'è qualche giocatore, tra le vostre fila, con esperienze passate di rilievo?…qualche veterano che abbia avuto trascorsi in altre squadre e che possa guidare i più giovani?
Fin dalle origini decidemmo di partire da zero, formando ragazzi alle prime esperienze. Questa filosofia fu mantenuta anche per la formazione dei coach. Così quando giunse in oratorio il grande Marco Paganucci, s'innamorò del progetto e sposò anche lui questi presupposti.
Chi farà parte quindi del coaching staff? Chi si occuperà dei vari reparti? Da quale tipo di esperienze di allenamento provengono i vostri coach?
Marco Paganucci non necessita certamente di presentazioni, a lui ci siamo affidati quale Head coach. Il nostro offensive coordinator era Sergio Scoppetta che poi per esigenze personali è dovuto rientrare a Roma facendo sì che lo stesso Paganucci ricopra la sua mansione. Per lo special team l’Head coach si sta occupando della formazione di Stefano Gaiarsa, alle prime armi ma con molta passione. Oltre che dei fondamentali io mi occuperò della difesa. In questo lavoro saremo sostenuti dagli assistenti che a loro volta si occupano in maniera diretta del flag. Parliamo di Valter Zorzan (Off assist e Flag Senior Coach), Paolo Poggesi (Def assist e Flag Junior Coach) e Gianantonio Macchi (Head coach comparto Flag). Assistenti per il flag: Davide Betto e Marco Antoninom, che sono anche giocatori di tackle.
Come si svolgono i vostri allenamenti? In quale misura, in che percentuale, curate l'aspetto atletico, tecnico, teorico, etc?
Gli allenamenti si svolgono presso l'oratorio di Cajello, con due appuntamenti settimanali (martedì e venerdì) dalle 17.30 alle 19.30 per il flag football mentre dalle 19.30 alle 21.30 per il tackle. L'atletica trova la sua centralità ad inizio stagione per poi gradualmente ridursi ai primi minuti di ogni singolo allenamento. I nostri programmi sono suddivisi per capacità dell'atleta. I neofiti vengono seguiti per 24 allenamenti nel quale ricevono i fondamentali e si cerca di "rompere" le posizioni classiche per rendere automatici i movimenti che servono nel football. Coloro invece che già posseggono le nozioni base vengono gradualmente formati alla tecnica specifica di ruolo e si cerca di far sviluppare loro anche un po' di senso strategico che tornerà utile qualora volessero intraprendere l'esperienza di coach. Certamente una delle caratteristiche cui diamo maggior rilevanza è l'aspetto educativo che spazia dal rispetto verso gli altri al rispetto con se stessi, passando anche per l'alimentazione. Organizziamo sessioni teoriche che prendono spunto dalla pastorale diocesana e applichiamo quei valori sul campo. Nei periodi più freddi dell'anno ci ritroviamo nelle aule ed entriamo anche nella conoscenza delle regole del gioco.
Avete già disputato degli incontri con altri team? Avete già in programma qualche test-match pre-season?
I ragazzi del G-TEAM, seppur inseriti in una società sportiva da solo un anno, in realtà si cimentano in questo sport da almeno due. Per quanto riguarda il flag abbiamo incontrato 65ers, Seamen e Flames mentre per il tackle c'è stata una bella partita contro l'Academy gladiatori di Max Bertolani. Nel 2012 abbiamo partecipato al campionato LIFF. I risultati? Non eclatanti dal punto di vista del tabellone ma straordinari sull'aspetto della soddisfazione e della coesione dei ragazzi.
A che punto credi sia arrivato il vostro impianto di gioco? Quali indicazioni avete tratto da questi mesi di preparazione?…Siete pronti per affrontare un campionato nazionale interessante e con tante realtà pronte a darsi battaglia sul campo?
I giocatori del G-TEAM provengono da altre discipline agonistiche, pertanto sono consapevoli dell'impegno e della serietà che vanno messi in competizioni di carattere nazionale. Sono coesi e condividono molti momenti anche fuori dal campo. Tecnicamente sono preparati, sarà importante testare tutti questi fattori quando anche la componente della paura farà la sua comparsa. Il girone è molto interessante: ci sono i 65ers che incontrammo nel campionato LIFF, i Blitz con tutto il loro bagaglio di esperienza e tecnica e i Mastiffs che conosciamo poco.
Quali sono le vostre aspirazioni per il 2013? Dove può arrivare il G-Team?
G-TEAM mette al primo posto i ragazzi: la loro crescita, il loro sviluppo ed il loro carattere. G-TEAM si batterà con tutte le sue capacità e il premio finale che vogliamo ottenere non è necessariamente collegato al punteggio ed al Ranking.
Piccola curiosità. Che divisa indosserete? Esiste un motivo particolare per il quale è stata scelta questa colorazione delle uniformi?
L'ispirazione si è avuta dai Detroit Lions ma come spesso accade il risultato finale scosta poi molto dall'idea iniziale. Il logo, i colori sono sempre stati votati dai ragazzi su Facebook. Il nostro grafico Stefano Gaiarsa ha partorito outfit e marchio.
Quale sarà il vostro campo di gioco casalingo? è una struttura pronta ad ospitare i vostri fans?
Sin dagli inizi, partite ed allenamenti han sempre avuto la medesima location: il campo dell'oratorio di Cajello. Nel passaggio al tackle però si è dovuta affrontare la necessità di un impianto più grande, così in collaborazione con il Comune di Gallarate abbiamo trovato un campo a Madonna in Campagna, quartiere a sud di Gallarate, gestito dall'Arnatese Calcio che è stata disponibilissima fin dai primi approcci. Il campo è in erba, molto ampio e visibile ma privo di spalti anche se è presente molto spazio per curiosi e tifosi. Riguardo al movimento, sorridendo posso dire che i nostri più grandi fan sono proprio i genitori dei giocatori. Sono loro i primi divulgatori della squadra. Fin dalla nascita del progetto come dirigenza abbiamo voluto darne conoscenza alla diocesi ed in occasione del Natale dello sportivo 2011 abbiamo consegnato all’Arcivescovo Angelo Scola una lettera con la descrizione della nostra attività e dei nostri obiettivi. Abbiamo girato per i vari oratori del decanato di Gallarate organizzando partite ed “inviti alla prova” allo scopo di far conoscere questa splendida disciplina. A dicembre, in occasione della Giornata cittadina della riconoscenza, il Comune ha consegnato alla nostra atleta Marianna Tessera, partecipante con i colori della nazionale al mondiale di Flag a Goteborg, la benemerenza cittadina ricordando la nostra attività. Coltiviamo una stretta collaborazione con Natur-Art, una cooperativa che si occupa di attività sociali sul territorio e che ci ha reso partecipi di un progetto di riqualificazione di alcuni quartieri gallaratesi nell’ambito del coinvolgimento dei ragazzi con particolari esigenze. Insomma G-TEAM s’impegna anche in altri ambiti, non solo nello sport!
Quale sarà dunque la parola d'ordine quest'anno?
(Ride) Molto semplice... divertiamoci!
Qualche considerazione finale? Qualcosa che ti interessa evidenziare particolarmente per i nostri lettori?…inviti?…appuntamenti?…saluti?…
E' tutto molto strano, quando ci penso non ti nascondo che un po’ di emozione la provo. Fino a due anni fa nessuno di quei ragazzi conosceva la palla ovale, l’evoluzione interiore degli atleti è stata enorme. Oltre che essere prolisso spesso sono anche ripetitivo e giocatori ed allenatori sono ormai nauseati, ma non smetterò mai di dirlo: il football ha in sé grandi potenzialità che in realtà sono generate dalla forza interiore dei ragazzi stessi. Ci sono giovani contenti già solo di essere sul campo insieme: un ragazzo mette il suo corpo davanti all’avversario per proteggere un compagno che deve lanciare, il qb lancia sapendo che il ricevitore farà di tutto per prenderla, un difensore lotta affinché non sia vano l’avanzamento ottenuto dai suoi compagni dell’attacco, gli uomini di linea si scontrano contro altri che come loro escono la sera, in un altro paese, in un’altra località, aldilà di qualsiasi condizione meteo per allenarsi e per questo si stimano reciprocamente seppur in posizioni opposte. Tutti questi fattori generano rispetto, comprensione, unione, compassione, tutte note che Dio solo sa quanto mancano nella società di oggi. Sono idealista ed ingenuo ma quanto sono felice quando vedo i ragazzi contenti ed entusiasti anche solo di aver giocato insieme! Nei loro occhi vedi la gioia di chi si sente parte di un qualcosa di grande, e ti garantisco che per ogni grazie ricevuto da genitori ed atleti vedo materializzarsi un anello di un Superbowl al dito! Voglio salutare e ringraziare tutte le persone dello staff che sottraendo tempo proprio gestiscono la squadra come fosse il loro mestiere con professionalità e dedizione. L’appuntamento è per il 24 febbraio al campo di via Aleardo Aleardi a Gallarate per G-TEAM vs Mastiffs, un in bocca al lupo ad entrambe le compagini. Grazie a voi per la disponibilità.
Grazie a te per queste meravigliose parole, Pas. In bocca al lupo a te, i tuoi ragazzi e tutto il vostro staff. Alla prossima.
Ufficio Stampa Cif9.com
Ciao Pas e benvenuto. Partiamo col parlare del vostro bel progetto. Per cosa sta la "G" di "G-Team"?…
Buongiorno a voi. L'idea fondare una società sportiva arriva molto più tardi della reale nascita della squadra. Don Giorgio Cremona, l'allora parroco di Cajello, frazione a nord di Gallarate dove il G-TEAM ha sede, incuriosito da questo strano sport mi chiese qualche dettaglio, al tempo ero coach presso i Seamen e tra le tante cose raccontai che già in passato il football, nella sua forma senza contatto detta Flag, passò negli oratori: negli anni ‘80 presso l'oratorio San Luigi di Busto Arsizio giocavo in una squadra, gli Eels, che sarebbe poi divenuta il bacino dei Frogs. Il parroco fu sempre più incuriosito e nel leggere il regolamento del Flag football si accorse che molti valori insiti in questa meravigliosa disciplina collimano perfettamente con gli insegnamenti che gli educatori cercano di trasmettere ai ragazzi dell'oratorio. Durante la Festa della famiglia un genitore lancia l'idea: organizzare una partita di flag genitori contro figli. Certo bell'idea, ma era necessaria una minima preparazione. Di lì a poco partirono quindi gli allenamenti e ciò che mi colpì fu vedere prima 7 poi 12 persone con età comprese tra i 10 e 50 anni allenarsi con intensità e impegno, per certi versi incomprensibilmente. Nevicava e le temperature erano molto rigide, ma quel gruppetto faticava e si sacrificava come per partecipare al Superbowl: in realtà li aspettava solo un piccolo incontro tra amici, in una domenica di metà dicembre, niente di più... Ma loro, padri e figli ci mettevano tutto! Non si poteva lasciar perdere quel seme buono che stava nascendo..Così in una riunione d'oratorio, fantasticando e raccontandosi come era andata quella giornata (per la cronaca vinsero gli anziani per 1 solo punto) l’attenzione venne portata sulle peculiarità di ciascuno e pensando a quel gruppo eterogeneo di personaggi qualcuno disse:"Sì, come quelli dell'A-Team... ma noi siamo di Gallarate, quindi G-TEAM!".
Quando è nata esattamente l'idea di formare la squadra?…
La società nasce il 28 ottobre 2011, esattamente un anno dopo l'idea del match genitori-figli. Oggi abbiamo 50 atleti tra flag e tackle, 10 coach e 32 persone nello staff organizzativo che prestano il proprio tempo con tanta passione. Provengono da Gallarate e dai comuni limitrofi (Besnate, Casorate, Sumirago, Jerago solo per citarne alcuni). Dovendo parlare di obiettivi credo di essere forse un po' deludente per molti: G-TEAM, per volontà dei fondatori e per sua natura non mira a grandi vittorie o a risultati eclatanti. Il football ha caratteristiche uniche: ha una grande capacità di aggregazione, permette a chi di solito viene isolato di trovare un gruppo dove essere apprezzato per i propri talenti anche se non eccelsi. Noi vogliamo questo, vogliamo che chiunque possa vivere quest'esperienza non solo sul piano sportivo bensì su quello della formazione personale, facendo venir fuori quanto di meglio alberga nei giovani. Potrebbe sembrare un elogio alla mediocrità, ma in realtà noi la vediamo più come un'opportunità di crescita personale: quanto investito non deve necessariamente corrispondere alla nascita di un grande giocatore di football, piuttosto deve esser rivolto alla formazione di un individuo che metta a frutto tutte le sue capacità, mettendosi al servizio dei propri compagni sostenendoli e supportandoli.
Skorpions, Blue Storms, Gorillas, G-Team…grande "densità" di Football in quel di Varese, eh?…come mai tutta questa concentrazione?…come spieghi tutto questo fermento?...
Gallarate e la provincia di Varese conoscono il football da molti anni, pertanto la diffusione è certamente più capillare che altrove. Non va dimenticato che i Frogs e gli Skorpions vincendo molto hanno dato risalto alle nostre città. In questi giorni ho sentito spesso parlare di "troppa concentrazione", argomentazioni imperniate sul rischio della troppa frammentazione dei giocatori. Non condivido queste osservazioni, una maggior densità può essere uno stimolo alla formazione: investire maggiormente sui piccoli affinché diventino giocatori esperti eviterebbe di continuare a rubacchiarsi atleti già capaci. Inoltre una maggior offerta costringe le società a rendersi più attraenti e competitive dal punto di vista delle opportunità.
Come è avvenuto il passaggio graduale dal Flag al takle?
Il passaggio è stato pressoché naturale: una volta imparato a giocare a flag c'è stata la volontà di vedere qualcosa in più. Alcuni atleti hanno lasciato le discipline agonistiche che frequentavano da anni per giocare a flag e successivamente a tackle.
C'è qualche giocatore, tra le vostre fila, con esperienze passate di rilievo?…qualche veterano che abbia avuto trascorsi in altre squadre e che possa guidare i più giovani?
Fin dalle origini decidemmo di partire da zero, formando ragazzi alle prime esperienze. Questa filosofia fu mantenuta anche per la formazione dei coach. Così quando giunse in oratorio il grande Marco Paganucci, s'innamorò del progetto e sposò anche lui questi presupposti.
Chi farà parte quindi del coaching staff? Chi si occuperà dei vari reparti? Da quale tipo di esperienze di allenamento provengono i vostri coach?
Marco Paganucci non necessita certamente di presentazioni, a lui ci siamo affidati quale Head coach. Il nostro offensive coordinator era Sergio Scoppetta che poi per esigenze personali è dovuto rientrare a Roma facendo sì che lo stesso Paganucci ricopra la sua mansione. Per lo special team l’Head coach si sta occupando della formazione di Stefano Gaiarsa, alle prime armi ma con molta passione. Oltre che dei fondamentali io mi occuperò della difesa. In questo lavoro saremo sostenuti dagli assistenti che a loro volta si occupano in maniera diretta del flag. Parliamo di Valter Zorzan (Off assist e Flag Senior Coach), Paolo Poggesi (Def assist e Flag Junior Coach) e Gianantonio Macchi (Head coach comparto Flag). Assistenti per il flag: Davide Betto e Marco Antoninom, che sono anche giocatori di tackle.
Come si svolgono i vostri allenamenti? In quale misura, in che percentuale, curate l'aspetto atletico, tecnico, teorico, etc?
Gli allenamenti si svolgono presso l'oratorio di Cajello, con due appuntamenti settimanali (martedì e venerdì) dalle 17.30 alle 19.30 per il flag football mentre dalle 19.30 alle 21.30 per il tackle. L'atletica trova la sua centralità ad inizio stagione per poi gradualmente ridursi ai primi minuti di ogni singolo allenamento. I nostri programmi sono suddivisi per capacità dell'atleta. I neofiti vengono seguiti per 24 allenamenti nel quale ricevono i fondamentali e si cerca di "rompere" le posizioni classiche per rendere automatici i movimenti che servono nel football. Coloro invece che già posseggono le nozioni base vengono gradualmente formati alla tecnica specifica di ruolo e si cerca di far sviluppare loro anche un po' di senso strategico che tornerà utile qualora volessero intraprendere l'esperienza di coach. Certamente una delle caratteristiche cui diamo maggior rilevanza è l'aspetto educativo che spazia dal rispetto verso gli altri al rispetto con se stessi, passando anche per l'alimentazione. Organizziamo sessioni teoriche che prendono spunto dalla pastorale diocesana e applichiamo quei valori sul campo. Nei periodi più freddi dell'anno ci ritroviamo nelle aule ed entriamo anche nella conoscenza delle regole del gioco.
Avete già disputato degli incontri con altri team? Avete già in programma qualche test-match pre-season?
I ragazzi del G-TEAM, seppur inseriti in una società sportiva da solo un anno, in realtà si cimentano in questo sport da almeno due. Per quanto riguarda il flag abbiamo incontrato 65ers, Seamen e Flames mentre per il tackle c'è stata una bella partita contro l'Academy gladiatori di Max Bertolani. Nel 2012 abbiamo partecipato al campionato LIFF. I risultati? Non eclatanti dal punto di vista del tabellone ma straordinari sull'aspetto della soddisfazione e della coesione dei ragazzi.
A che punto credi sia arrivato il vostro impianto di gioco? Quali indicazioni avete tratto da questi mesi di preparazione?…Siete pronti per affrontare un campionato nazionale interessante e con tante realtà pronte a darsi battaglia sul campo?
I giocatori del G-TEAM provengono da altre discipline agonistiche, pertanto sono consapevoli dell'impegno e della serietà che vanno messi in competizioni di carattere nazionale. Sono coesi e condividono molti momenti anche fuori dal campo. Tecnicamente sono preparati, sarà importante testare tutti questi fattori quando anche la componente della paura farà la sua comparsa. Il girone è molto interessante: ci sono i 65ers che incontrammo nel campionato LIFF, i Blitz con tutto il loro bagaglio di esperienza e tecnica e i Mastiffs che conosciamo poco.
Quali sono le vostre aspirazioni per il 2013? Dove può arrivare il G-Team?
G-TEAM mette al primo posto i ragazzi: la loro crescita, il loro sviluppo ed il loro carattere. G-TEAM si batterà con tutte le sue capacità e il premio finale che vogliamo ottenere non è necessariamente collegato al punteggio ed al Ranking.
Piccola curiosità. Che divisa indosserete? Esiste un motivo particolare per il quale è stata scelta questa colorazione delle uniformi?
L'ispirazione si è avuta dai Detroit Lions ma come spesso accade il risultato finale scosta poi molto dall'idea iniziale. Il logo, i colori sono sempre stati votati dai ragazzi su Facebook. Il nostro grafico Stefano Gaiarsa ha partorito outfit e marchio.
Quale sarà il vostro campo di gioco casalingo? è una struttura pronta ad ospitare i vostri fans?
Sin dagli inizi, partite ed allenamenti han sempre avuto la medesima location: il campo dell'oratorio di Cajello. Nel passaggio al tackle però si è dovuta affrontare la necessità di un impianto più grande, così in collaborazione con il Comune di Gallarate abbiamo trovato un campo a Madonna in Campagna, quartiere a sud di Gallarate, gestito dall'Arnatese Calcio che è stata disponibilissima fin dai primi approcci. Il campo è in erba, molto ampio e visibile ma privo di spalti anche se è presente molto spazio per curiosi e tifosi. Riguardo al movimento, sorridendo posso dire che i nostri più grandi fan sono proprio i genitori dei giocatori. Sono loro i primi divulgatori della squadra. Fin dalla nascita del progetto come dirigenza abbiamo voluto darne conoscenza alla diocesi ed in occasione del Natale dello sportivo 2011 abbiamo consegnato all’Arcivescovo Angelo Scola una lettera con la descrizione della nostra attività e dei nostri obiettivi. Abbiamo girato per i vari oratori del decanato di Gallarate organizzando partite ed “inviti alla prova” allo scopo di far conoscere questa splendida disciplina. A dicembre, in occasione della Giornata cittadina della riconoscenza, il Comune ha consegnato alla nostra atleta Marianna Tessera, partecipante con i colori della nazionale al mondiale di Flag a Goteborg, la benemerenza cittadina ricordando la nostra attività. Coltiviamo una stretta collaborazione con Natur-Art, una cooperativa che si occupa di attività sociali sul territorio e che ci ha reso partecipi di un progetto di riqualificazione di alcuni quartieri gallaratesi nell’ambito del coinvolgimento dei ragazzi con particolari esigenze. Insomma G-TEAM s’impegna anche in altri ambiti, non solo nello sport!
Quale sarà dunque la parola d'ordine quest'anno?
(Ride) Molto semplice... divertiamoci!
Qualche considerazione finale? Qualcosa che ti interessa evidenziare particolarmente per i nostri lettori?…inviti?…appuntamenti?…saluti?…
E' tutto molto strano, quando ci penso non ti nascondo che un po’ di emozione la provo. Fino a due anni fa nessuno di quei ragazzi conosceva la palla ovale, l’evoluzione interiore degli atleti è stata enorme. Oltre che essere prolisso spesso sono anche ripetitivo e giocatori ed allenatori sono ormai nauseati, ma non smetterò mai di dirlo: il football ha in sé grandi potenzialità che in realtà sono generate dalla forza interiore dei ragazzi stessi. Ci sono giovani contenti già solo di essere sul campo insieme: un ragazzo mette il suo corpo davanti all’avversario per proteggere un compagno che deve lanciare, il qb lancia sapendo che il ricevitore farà di tutto per prenderla, un difensore lotta affinché non sia vano l’avanzamento ottenuto dai suoi compagni dell’attacco, gli uomini di linea si scontrano contro altri che come loro escono la sera, in un altro paese, in un’altra località, aldilà di qualsiasi condizione meteo per allenarsi e per questo si stimano reciprocamente seppur in posizioni opposte. Tutti questi fattori generano rispetto, comprensione, unione, compassione, tutte note che Dio solo sa quanto mancano nella società di oggi. Sono idealista ed ingenuo ma quanto sono felice quando vedo i ragazzi contenti ed entusiasti anche solo di aver giocato insieme! Nei loro occhi vedi la gioia di chi si sente parte di un qualcosa di grande, e ti garantisco che per ogni grazie ricevuto da genitori ed atleti vedo materializzarsi un anello di un Superbowl al dito! Voglio salutare e ringraziare tutte le persone dello staff che sottraendo tempo proprio gestiscono la squadra come fosse il loro mestiere con professionalità e dedizione. L’appuntamento è per il 24 febbraio al campo di via Aleardo Aleardi a Gallarate per G-TEAM vs Mastiffs, un in bocca al lupo ad entrambe le compagini. Grazie a voi per la disponibilità.
Grazie a te per queste meravigliose parole, Pas. In bocca al lupo a te, i tuoi ragazzi e tutto il vostro staff. Alla prossima.
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