Pisa, 8 Febbraio 2013 - Più volte su queste pagine ci è già capitato di tessere le lodi della società toscana degli Storms, per quanto fatto dentro e fuori dal terreno di gioco. Questa però è un'occasione particolarmente speciale e cara al team pisano. In questi giorni festeggiano il loro quinto compleanno e noi non ci siamo fatti sfuggire l'occasione di celebrare questa ricorrenza proprio in loro compagnia. Chi sarà il nostro Marty McFly in questo viaggio indietro nel tempo? Naturalmente il fondatore degli Storms, Lorenzo Giannecchini. Godetevi l'intervista:
Ciao Lorenzo e benvenuto. E' proprio il caso di dire: tanti auguri a voi! Buon Compleanno a tutta la famiglia Storms innanzitutto. Dunque, cominciamo proprio dal principio. Era il settembre del 2007 quando l'audace idea di portare il Football a Pisa ti è balenata in testa… dico bene?…ti va di raccontarci come sono andate le cose?
Ciao a tutti e innanzitutto grazie mille per l’opportunità che mi date, sarà un piacere raccontare come è nata questa idea. Dunque, la passione per il football americano è nata in me quando ero poco più che bambino, mio zio all’epoca si doveva recare spesso in America per lavoro e quando tornava mi portava sempre dei gadget delle squadre di football delle città in cui andava, vuoi i Bears di Chicago, vuoi i Patriots del New England, vuoi i Cowboys di Dallas, tutte squadre alle quali sono molto affezionato, in particolar modo ai Cowboys. La curiosità di provare il gioco del football cresceva in me ogni anno sempre più ed avevo il forte desiderio di realizzare un sogno: poter creare una squadra di football nella mia città; sentivo che era arrivato il momento. La prima struttura a cui pensai fu il Centro Universitario Sportivo, centro di rilevante importanza sportiva in toscana, all’inizio nessuno dei dirigenti Cus era favorevole all’apertura di un corso di football americano, disciplina mai vista prima di allora, ma tra mille difficoltà riuscii a trovare 15 ragazzi disposti a iniziare ad allenarsi. Trovata la struttura e i ragazzi rimaneva un problema molto importante: trovare gli allenatori. Ricordo che sentii anche alla vicina base militare americana (Camp Derby) se vi fosse qualche ex giocatore disposto ad allenarci ma non ottenni risposta positiva. Cercai su internet le squadre nelle vicinanze e la prima che vidi furono i Red Jackets Sarzana, contattai Enrico Bertorello, l’allora presidente, che mi disse che anni addietro a Livorno esisteva una realtà, gli Etruschi, e mi disse di contattare i fratelli Matteo e Andrea Dinelli. Contattai Matteo gli chiesi se qualcuno di loro fosse disposto a venire a Pisa per allenare un gruppo di pazzi che voleva giocare a football. La risposta fu positiva e il 5 febbraio del 2008, ormai 5 anni fa, i primi Storms “sperimentali” iniziarono la loro avventura nel magico mondo del football americano guidati dai Coach Antonio Mertoli, Paolo Campora e Marino Gragnani, che saluto con tanto affetto insieme agli altri ragazzi di Livorno che ci hanno formato e che hanno giocato insieme a noi. Anno dopo anno l’impegno e la passione sono cresciuti in maniera esponenziale, attrezzature, sempre più ragazzi appassionati sul campo e via dicendo. A inizio 2010, il 31 gennaio per la precisione, è arrivata anche la prima vittoria in occasione del I° Tuscany Bowl a Firenze, dove abbiamo battuto i Guelfi 16-0; in precedenza avevamo già giocato due amichevoli: la prima della storia il 15 novembre 2009 contro i Wolfpack La Spezia e la seconda il 5 dicembre contro I Drunken Irishmen di Massa, entrambe partite perse anche se ne conservo un bellissimo ricordo. Subito dopo disputammo il nostro primo campionato 9men classificandoci terzi su sei squadre nel girone, non male per essere all’esordio. A fine 2010 a seguito di un infortunio e per diversi altri motivi decisi a di smettere di giocare (l’attrezzatura però non l’ho mai venduta e mai la venderò, è lì pronta nell’armadio…) e di dimettermi da responsabile incaricando un’altra persona al posto mio, Alessandro Toni (grande appassionato e pozzo di scienza del football giocato italiano) di seguire la squadra. Adesso abbiamo una solida dirigenza e un solido coaching staff, e per questo ringrazio molto i ragazzi ex “Rivers Pontedera” senza i quali molti dei traguardi raggiunti non sarebbero stati nemmeno pensabili.
Il Football è anche stile di vita, cultura e principi. Credi che una città come Pisa sia stata subito pronta ad accoglierlo con la giusta predisposizione?
Quando andavo a giro e parlavo di football americano le persone storcevano il naso incuriosite, spesso mi guardavano quasi come un “alieno”. Pisa non aveva mai avuto una realtà salvo i Rivers Pontedera, nell’hinterland pisano, quindi devo dire che c’è voluto un bel po’ prima che la città e le istituzioni - che avevano sempre avuto a che fare con il calcio e altri sport - guardassero con accogliente speranza al football americano e ai suoi solidi principi.
La stretta collaborazione con l'Università ha certamente portato ottimi frutti all'inizio, per lo meno fino a quando non siete diventati una realtà a sé stante…non credi?
Credo pienamente; purtroppo però molti dei nostri ragazzi non vedevano di buon occhio la stretta collaborazione con il C.U.S. io invece si, e vorrei sottolineare ancora una volta che, nonostante i vari screzi, se non fosse stato per l’Università che ci ha dato fiducia e attrezzature (un bel campo in sintetico, un contributo economico, prima muta di maglie blu, ecc…) molti traguardi non sarebbero mai stati raggiunti.
Fra tutte le collaborazioni che avete col tempo instaurato (Etruschi, Rivers, etc…) quale ritieni sia stata la più importante e la più proficua? E quali i personaggi più determinanti ed influenti tra coach e assistant in questi anni?
La collaborazione con gli Etruschi Livorno è stata senza dubbio la più importante e proficua di tutte, è grazie a loro se siamo diventati una squadra di football poiché loro hanno posto le basi per diventarlo, e per questo noi Storms della vecchia guardia saremo loro sempre grati; per quanto riguarda quella con i ragazzi dei Rivers io non la definirei “collaborazione” ma qualcosa di molto più; grazie a loro ci siamo perfezionati, abbiamo cementato il nostro legame e abbiamo raggiunto il traguardo sportivo più importante mai ottenuto prima d’ora, i Playoff, tant’è che oggi se parliamo di Rivers e di Storms parliamo di una cosa unica.
Le cose belle non si ottengono mai subito e facilmente…ed ogni successo si costruisce tassello per tassello…Che tipo di "mosaico" state componendo?…e quale credi sia stata la difficoltà più importante attraverso la quale siete passati?..quale l'ostacolo più duro da sormontare?
Hai perfettamente ragione, difficoltà ce ne sono state diverse, uno dei momenti più difficoltosi è stato il delicato momento di transizione dopo le mie dimissioni e la costituzione di una nuova dirigenza a capo di Toni e, nello stesso periodo, del passaggio di testimone tra coaching staff Etruschi a coaching staff Rivers, momento nel quale, dal punto di vista tecnico, è stato fondamentale l’aiuto di coach Marco Fornero Monia (che ha militato nei Condor Grosseto e in altre squadre). Altro momento delicato è stato quando all’inizio della scorsa estate la dirigenza ha deciso di uscire dal C.U.S. e di formare una società a sé.
Com'è nato il nome "Storms"? Chi lo ha scelto? Se non vi foste chiamati Storms..come vi sareste chiamati, quali erano gli altri nomi "papabili"?
E’ una parentesi carina quella del nostro nome, l’abbiamo scelto una sera dopo cena in pizzeria a inizio 2009. In quel periodo eravamo ancora in fase di rodaggio e iniziavamo a ottenere risultati soddisfacenti agli allenamenti, mancava però un nome! Furono proposti vari nomi: “Towers” per la torre, “Ghibellini” (che bello sarebbe stato il derby Guelfi-Ghibellini!) e Storms. Le intemperie che caratterizzano Pisa in inverno, sotto le quali ci allenavamo, fecero sì che fosse quest’ultimo ad essere scelto. Il logo venne disegnato in seguito e rappresenta il pugno di Giove cha scaglia un fulmine e sullo sfondo un tornado visto dall’alto che forma la lettera “S”. Per la scelta grafica del fulmine ci siamo ispirati al logo della Brigata Paracadutisti “Folgore” la cui caserma è accanto al nostro campo. Ricordo con soddisfazione che alcuni amici emiliani una volta visti loghi e colori ci hanno definito “i Chargers della Toscana” solo, ovviamente, dal punto di vista estetico eheheh….
Per "festeggiare" questo compleanno, non a caso ovviamente, avete incontrato i Neptunes. E' cominciata proprio contro i blues bolognesi la vostra avventura agonistica qualche anno addietro…Cosa è cambiato sostanzialmente rispetto agli esordi? Chi sono gli Storms oggi? Dove possono arrivare? Quali sono gli obiettivi a medio e lungo termine?
Esatto, domenica 27 abbiamo ospitato i Neptunes, la squadra bolognese che abbiamo incontrato al nostro esordio nel campionato 9men 2010, rispetto ad allora molte cose sono cambiate, il coaching staff prima di tutto, poi ovviamente l’esperienza dei ragazzi e il livello di preparazione fisica e tecnica; gli obiettivi degli Storms quest’anno guardano in alto anche se ci aspetta un campionato molto difficile.
Come mai nel 2010 lasciasti la guida del team? Come giudichi la condotta di chi successivamente ti ha sostituito al timone della squadra?
Il 2010 è stato molto turbolento e di grandi cambiamenti per me; L’infortunio alla spalla mi limitava tantissimo sia nel il lanciare che nel bloccare (ho giocato QB e TE) poi sentivo ormai che il mio compito era concluso e il team bene avviato, quindi, dopo lunghe settimane di riflessione, ho preso la decisione di lasciare ad altri il timone, anche se comunque continuo ad aiutare i ragazzi. La condotta di chi mi ha sostituito all’inizio è stata alquanto… caotica ma poi tutto si è assestato; la voglia di ritornare a giocare c’è più di quanto immagini, ma adesso ho un altro grande sogno nel cassetto da realizzare..
Che ricordo hai della vostra partita di esordio?
La vera partita di esordio è stata secondo me l’amichevole contro i Drunken Irishmen di Massa del 5 dicembre 2009, prima di allora avevamo incontrato i Wolfpack La Spezia per uno scrimmage senza special teams, che fu più una “prova generale”; quella contro Massa fu la nostra prima vera partita: campo segnato per la prima volta, pali per i calci e, appunto, special teams. Ricordo benissimo il pre-partita negli spogliatoi: eravamo tutti tesissimi, non parlammo molto tra noi, ci guardavamo negli occhi e sentivamo che finalmente il momento era arrivato, c’era chi entrava e usciva dal bagno continuamente, chi si metteva il tape nervosamente e quasi tutti poi ci siamo messi il nero sotto gli occhi. Io ero molto teso, uscii dagli spogliatoi e iniziai a scaldarmi con l’Ipod nelle orecchie e Celebration di Madonna; dopo il kick off e il ritorno presi lo schema, entrai in campo e dopo l’huddle e un bel respirone iniziammo.
Quanto è stata importante per la vostra società (sempre nel 2010) la nascita del team giovanile, gli agguerriti Bolts?
La nascita dei Bolts è stata un traguardo di fondamentale importanza, basti considerare che è nei Bolts che vengono formati i futuri Storms.
Qual è stato il segreto per poter, da solo, creare una squadra in una città priva prima di allora di una squadra di football?
Ok faccio il filosofo…scherzo! Seriamente parlando il segreto è la forte determinazione e la costanza che ti danno la forza di andare avanti nonostante le difficoltà; e anche soprattutto la fedeltà, la fedeltà di inseguire sempre i propri sogni anche se noi stessi rimaniamo gli unici a crederci, anche quando ormai tutto sembra finito; perché se si rinuncia a un sogno in partenza solo per paura di fallire, sicuramente non si vincerà mai.
E' già trascorso un lustro da quella fredda serata del 2008 in cui una scintilla ha acceso la passione per questo sport con i colori del vostro team…come e dove vedi gli Storms fra altri 5 anni? (E' concesso sognare, ovviamente…)
Il 5 febbraio 2008, che bei ricordi! in questi lunghi 5 anni molti sono stati i ragazzi che hanno vestito i colori giallo-blu; alcuni avevano già militato in altre squadre come i Longhorns Grosseto, i Drunken Irishmen di Massa, gli Achei Crotone, i Guelfi Firenze; poi c’è chi adesso è a fare l’Erasmus, chi è partito militare, eccetera… e sono convinto che queste persone portano con affetto il ricordo dei tempi passati a giocare insieme; dove vedrei gli Storms tra 5 anni? A giocare (e perché no, vincere) il Superbowl IFL. In ogni caso un mega abbraccio a tutti (e tutte) coloro che quotidianamente sacrificano il loro tempo libero mettendo sempre sincera passione in tutto quel che fanno per tenere alto il nome degli Storms Pisa e, più in generale, a tutti coloro che impiegano corpo e mente per diffondere in Italia il nostro meraviglioso sport.
Grazie mille, Lorenzo. Ancora auguri e…cento di questi Storms!
Ufficio Stampa Cif9.com
Ciao Lorenzo e benvenuto. E' proprio il caso di dire: tanti auguri a voi! Buon Compleanno a tutta la famiglia Storms innanzitutto. Dunque, cominciamo proprio dal principio. Era il settembre del 2007 quando l'audace idea di portare il Football a Pisa ti è balenata in testa… dico bene?…ti va di raccontarci come sono andate le cose?
Ciao a tutti e innanzitutto grazie mille per l’opportunità che mi date, sarà un piacere raccontare come è nata questa idea. Dunque, la passione per il football americano è nata in me quando ero poco più che bambino, mio zio all’epoca si doveva recare spesso in America per lavoro e quando tornava mi portava sempre dei gadget delle squadre di football delle città in cui andava, vuoi i Bears di Chicago, vuoi i Patriots del New England, vuoi i Cowboys di Dallas, tutte squadre alle quali sono molto affezionato, in particolar modo ai Cowboys. La curiosità di provare il gioco del football cresceva in me ogni anno sempre più ed avevo il forte desiderio di realizzare un sogno: poter creare una squadra di football nella mia città; sentivo che era arrivato il momento. La prima struttura a cui pensai fu il Centro Universitario Sportivo, centro di rilevante importanza sportiva in toscana, all’inizio nessuno dei dirigenti Cus era favorevole all’apertura di un corso di football americano, disciplina mai vista prima di allora, ma tra mille difficoltà riuscii a trovare 15 ragazzi disposti a iniziare ad allenarsi. Trovata la struttura e i ragazzi rimaneva un problema molto importante: trovare gli allenatori. Ricordo che sentii anche alla vicina base militare americana (Camp Derby) se vi fosse qualche ex giocatore disposto ad allenarci ma non ottenni risposta positiva. Cercai su internet le squadre nelle vicinanze e la prima che vidi furono i Red Jackets Sarzana, contattai Enrico Bertorello, l’allora presidente, che mi disse che anni addietro a Livorno esisteva una realtà, gli Etruschi, e mi disse di contattare i fratelli Matteo e Andrea Dinelli. Contattai Matteo gli chiesi se qualcuno di loro fosse disposto a venire a Pisa per allenare un gruppo di pazzi che voleva giocare a football. La risposta fu positiva e il 5 febbraio del 2008, ormai 5 anni fa, i primi Storms “sperimentali” iniziarono la loro avventura nel magico mondo del football americano guidati dai Coach Antonio Mertoli, Paolo Campora e Marino Gragnani, che saluto con tanto affetto insieme agli altri ragazzi di Livorno che ci hanno formato e che hanno giocato insieme a noi. Anno dopo anno l’impegno e la passione sono cresciuti in maniera esponenziale, attrezzature, sempre più ragazzi appassionati sul campo e via dicendo. A inizio 2010, il 31 gennaio per la precisione, è arrivata anche la prima vittoria in occasione del I° Tuscany Bowl a Firenze, dove abbiamo battuto i Guelfi 16-0; in precedenza avevamo già giocato due amichevoli: la prima della storia il 15 novembre 2009 contro i Wolfpack La Spezia e la seconda il 5 dicembre contro I Drunken Irishmen di Massa, entrambe partite perse anche se ne conservo un bellissimo ricordo. Subito dopo disputammo il nostro primo campionato 9men classificandoci terzi su sei squadre nel girone, non male per essere all’esordio. A fine 2010 a seguito di un infortunio e per diversi altri motivi decisi a di smettere di giocare (l’attrezzatura però non l’ho mai venduta e mai la venderò, è lì pronta nell’armadio…) e di dimettermi da responsabile incaricando un’altra persona al posto mio, Alessandro Toni (grande appassionato e pozzo di scienza del football giocato italiano) di seguire la squadra. Adesso abbiamo una solida dirigenza e un solido coaching staff, e per questo ringrazio molto i ragazzi ex “Rivers Pontedera” senza i quali molti dei traguardi raggiunti non sarebbero stati nemmeno pensabili.
Il Football è anche stile di vita, cultura e principi. Credi che una città come Pisa sia stata subito pronta ad accoglierlo con la giusta predisposizione?
Quando andavo a giro e parlavo di football americano le persone storcevano il naso incuriosite, spesso mi guardavano quasi come un “alieno”. Pisa non aveva mai avuto una realtà salvo i Rivers Pontedera, nell’hinterland pisano, quindi devo dire che c’è voluto un bel po’ prima che la città e le istituzioni - che avevano sempre avuto a che fare con il calcio e altri sport - guardassero con accogliente speranza al football americano e ai suoi solidi principi.
La stretta collaborazione con l'Università ha certamente portato ottimi frutti all'inizio, per lo meno fino a quando non siete diventati una realtà a sé stante…non credi?
Credo pienamente; purtroppo però molti dei nostri ragazzi non vedevano di buon occhio la stretta collaborazione con il C.U.S. io invece si, e vorrei sottolineare ancora una volta che, nonostante i vari screzi, se non fosse stato per l’Università che ci ha dato fiducia e attrezzature (un bel campo in sintetico, un contributo economico, prima muta di maglie blu, ecc…) molti traguardi non sarebbero mai stati raggiunti.
Fra tutte le collaborazioni che avete col tempo instaurato (Etruschi, Rivers, etc…) quale ritieni sia stata la più importante e la più proficua? E quali i personaggi più determinanti ed influenti tra coach e assistant in questi anni?
La collaborazione con gli Etruschi Livorno è stata senza dubbio la più importante e proficua di tutte, è grazie a loro se siamo diventati una squadra di football poiché loro hanno posto le basi per diventarlo, e per questo noi Storms della vecchia guardia saremo loro sempre grati; per quanto riguarda quella con i ragazzi dei Rivers io non la definirei “collaborazione” ma qualcosa di molto più; grazie a loro ci siamo perfezionati, abbiamo cementato il nostro legame e abbiamo raggiunto il traguardo sportivo più importante mai ottenuto prima d’ora, i Playoff, tant’è che oggi se parliamo di Rivers e di Storms parliamo di una cosa unica.
Le cose belle non si ottengono mai subito e facilmente…ed ogni successo si costruisce tassello per tassello…Che tipo di "mosaico" state componendo?…e quale credi sia stata la difficoltà più importante attraverso la quale siete passati?..quale l'ostacolo più duro da sormontare?
Hai perfettamente ragione, difficoltà ce ne sono state diverse, uno dei momenti più difficoltosi è stato il delicato momento di transizione dopo le mie dimissioni e la costituzione di una nuova dirigenza a capo di Toni e, nello stesso periodo, del passaggio di testimone tra coaching staff Etruschi a coaching staff Rivers, momento nel quale, dal punto di vista tecnico, è stato fondamentale l’aiuto di coach Marco Fornero Monia (che ha militato nei Condor Grosseto e in altre squadre). Altro momento delicato è stato quando all’inizio della scorsa estate la dirigenza ha deciso di uscire dal C.U.S. e di formare una società a sé.
Com'è nato il nome "Storms"? Chi lo ha scelto? Se non vi foste chiamati Storms..come vi sareste chiamati, quali erano gli altri nomi "papabili"?
E’ una parentesi carina quella del nostro nome, l’abbiamo scelto una sera dopo cena in pizzeria a inizio 2009. In quel periodo eravamo ancora in fase di rodaggio e iniziavamo a ottenere risultati soddisfacenti agli allenamenti, mancava però un nome! Furono proposti vari nomi: “Towers” per la torre, “Ghibellini” (che bello sarebbe stato il derby Guelfi-Ghibellini!) e Storms. Le intemperie che caratterizzano Pisa in inverno, sotto le quali ci allenavamo, fecero sì che fosse quest’ultimo ad essere scelto. Il logo venne disegnato in seguito e rappresenta il pugno di Giove cha scaglia un fulmine e sullo sfondo un tornado visto dall’alto che forma la lettera “S”. Per la scelta grafica del fulmine ci siamo ispirati al logo della Brigata Paracadutisti “Folgore” la cui caserma è accanto al nostro campo. Ricordo con soddisfazione che alcuni amici emiliani una volta visti loghi e colori ci hanno definito “i Chargers della Toscana” solo, ovviamente, dal punto di vista estetico eheheh….
Per "festeggiare" questo compleanno, non a caso ovviamente, avete incontrato i Neptunes. E' cominciata proprio contro i blues bolognesi la vostra avventura agonistica qualche anno addietro…Cosa è cambiato sostanzialmente rispetto agli esordi? Chi sono gli Storms oggi? Dove possono arrivare? Quali sono gli obiettivi a medio e lungo termine?
Esatto, domenica 27 abbiamo ospitato i Neptunes, la squadra bolognese che abbiamo incontrato al nostro esordio nel campionato 9men 2010, rispetto ad allora molte cose sono cambiate, il coaching staff prima di tutto, poi ovviamente l’esperienza dei ragazzi e il livello di preparazione fisica e tecnica; gli obiettivi degli Storms quest’anno guardano in alto anche se ci aspetta un campionato molto difficile.
Come mai nel 2010 lasciasti la guida del team? Come giudichi la condotta di chi successivamente ti ha sostituito al timone della squadra?
Il 2010 è stato molto turbolento e di grandi cambiamenti per me; L’infortunio alla spalla mi limitava tantissimo sia nel il lanciare che nel bloccare (ho giocato QB e TE) poi sentivo ormai che il mio compito era concluso e il team bene avviato, quindi, dopo lunghe settimane di riflessione, ho preso la decisione di lasciare ad altri il timone, anche se comunque continuo ad aiutare i ragazzi. La condotta di chi mi ha sostituito all’inizio è stata alquanto… caotica ma poi tutto si è assestato; la voglia di ritornare a giocare c’è più di quanto immagini, ma adesso ho un altro grande sogno nel cassetto da realizzare..
Che ricordo hai della vostra partita di esordio?
La vera partita di esordio è stata secondo me l’amichevole contro i Drunken Irishmen di Massa del 5 dicembre 2009, prima di allora avevamo incontrato i Wolfpack La Spezia per uno scrimmage senza special teams, che fu più una “prova generale”; quella contro Massa fu la nostra prima vera partita: campo segnato per la prima volta, pali per i calci e, appunto, special teams. Ricordo benissimo il pre-partita negli spogliatoi: eravamo tutti tesissimi, non parlammo molto tra noi, ci guardavamo negli occhi e sentivamo che finalmente il momento era arrivato, c’era chi entrava e usciva dal bagno continuamente, chi si metteva il tape nervosamente e quasi tutti poi ci siamo messi il nero sotto gli occhi. Io ero molto teso, uscii dagli spogliatoi e iniziai a scaldarmi con l’Ipod nelle orecchie e Celebration di Madonna; dopo il kick off e il ritorno presi lo schema, entrai in campo e dopo l’huddle e un bel respirone iniziammo.
Quanto è stata importante per la vostra società (sempre nel 2010) la nascita del team giovanile, gli agguerriti Bolts?
La nascita dei Bolts è stata un traguardo di fondamentale importanza, basti considerare che è nei Bolts che vengono formati i futuri Storms.
Qual è stato il segreto per poter, da solo, creare una squadra in una città priva prima di allora di una squadra di football?
Ok faccio il filosofo…scherzo! Seriamente parlando il segreto è la forte determinazione e la costanza che ti danno la forza di andare avanti nonostante le difficoltà; e anche soprattutto la fedeltà, la fedeltà di inseguire sempre i propri sogni anche se noi stessi rimaniamo gli unici a crederci, anche quando ormai tutto sembra finito; perché se si rinuncia a un sogno in partenza solo per paura di fallire, sicuramente non si vincerà mai.
E' già trascorso un lustro da quella fredda serata del 2008 in cui una scintilla ha acceso la passione per questo sport con i colori del vostro team…come e dove vedi gli Storms fra altri 5 anni? (E' concesso sognare, ovviamente…)
Il 5 febbraio 2008, che bei ricordi! in questi lunghi 5 anni molti sono stati i ragazzi che hanno vestito i colori giallo-blu; alcuni avevano già militato in altre squadre come i Longhorns Grosseto, i Drunken Irishmen di Massa, gli Achei Crotone, i Guelfi Firenze; poi c’è chi adesso è a fare l’Erasmus, chi è partito militare, eccetera… e sono convinto che queste persone portano con affetto il ricordo dei tempi passati a giocare insieme; dove vedrei gli Storms tra 5 anni? A giocare (e perché no, vincere) il Superbowl IFL. In ogni caso un mega abbraccio a tutti (e tutte) coloro che quotidianamente sacrificano il loro tempo libero mettendo sempre sincera passione in tutto quel che fanno per tenere alto il nome degli Storms Pisa e, più in generale, a tutti coloro che impiegano corpo e mente per diffondere in Italia il nostro meraviglioso sport.
Grazie mille, Lorenzo. Ancora auguri e…cento di questi Storms!
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