martedì 19 febbraio 2013

I protagonisti dietro l'obiettivo - Alessandra Cassola

Milano, 19 Febbraio 2013 - Per il terzo appuntamento con gli occhi capaci e competenti dietro l'obiettivo che ogni weekend immortala le emozioni del nostro sport, abbiamo raggiunto un'altra bravissima artista e "guerriera dello scatto" del fine settimana, di origine toscana, ma ormai milanese d'adozione: Alessandra Cassola. Godetevi la nostra chiacchierata in compagnia di questa simpatica, sportiva e solare appassionata di fotografia, per scoprire un po' le passioni ed i segreti professionali di una abile fotoreporter che ha già avuto il merito d'essere pubblicata su diverse riviste del settore dell'Equitazione e su Formen e che adesso segue costantemente anche il Football Americano:

Ciao Alessandra e benvenuta. E' un piacere poterti ospitare sulle nostre pagine. Parlaci un po di te, sappiamo che sei un'artista a 360 gradi e una sportiva molto attiva...

Ciao a tutti e grazie per l’attenzione che mi avete dedicato.  Artista è un parolone però posso dire che  in famiglia siamo un po’ tutti disegnatori e pittori e quindi ho ereditato il gene grafico e non me la cavo male. Anche lo sport mi ha sempre appassionato fin da piccola. Seguivo moltissimo il tennis e l’ho anche praticato per qualche anno. Dopo il trasferimento dalla mia città natale di Pisa a Milano nel lontano 1984 ho iniziato a frequentare il liceo artistico. Adoravo la pallavolo ed ero anche piuttosto brava, ma è uno sport che necessita di una certa altezza e purtroppo mi sono fermata a un metro e sessantaquattro. In seguito c’è stata  la passione per gli sport chiamati estremi come il windsurf, il kite e lo snowboard. Il grande amore per l’equitazione è sbocciato in tarda età, circa sei anni fa anche se ho sempre disegnato e adorato cavalli fin da bambina. Mi sembrava pero' uno sport un po’ da “euro-dotati” e ho avuto sempre paura ad avvicinarmi ma trovando un giusto compromesso ho iniziato a imparare la disciplina americana del Reining con tutti i suoi pro e contro….

L’avvicinamento alla fotografia è stato inizialmente con la macchina analogica di mio padre e lì si doveva litigare con  rullini  e negativi e  prima di vedere che cosa avevo combinato bisognava aspettare 4 o 5 giorni. Poi il passaggio alla prima digitale, una Olympus  acquistata nel 2000. Il computer ha fatto la sua evoluzione e così con i software di post-produzione digitali ho iniziato a restaurare vecchie fotografie in bianco e nero rovinate dal tempo.

Il salto alla digitale reflex è accaduto molto tempo dopo, circa un anno e mezzo fa e qua è doveroso ringraziare il mio carissimo amico Giorgio Sivocci che per gioco e per scherzo in uno dei tanti pomeriggi trascorsi in maneggio mi ha sollecitato a provare la sua Nikon e il suo obiettivo 70-300. Da quel giorno sia Giorgio che alcuni amici mi hanno sostenuto nel continuare a specializzarmi sempre di più nella fotografia.

Che macchina usi e con quali ottiche?

Dopo aver usufruito gentilmente della Nikon di Giorgio, ho avuto occasione di comprarmi una reflex semi-professionale tutta mia, quindi attualmente utilizzo una Canon 7D con teleobiettivo 70-200 F/2.8  e duplicatore di focale 1x4. Diciamo che inizia ad essere una discreta attrezzatura  capace di dare ottimi risultati, in futuro vedremo di aggiungere qualche accessorio in più.

Quali sono i tuoi soggetti preferiti?

I miei soggetti preferiti sono tutti i soggetti in movimento. Mi affascina la loro dinamicità, quindi non c’è un soggetto particolare. E' chiaro che con lo sport ci vado a nozze, ma adoro anche la fotografia naturalistica. Da quando ho visto le potenzialità della reflex ho iniziato a fotografare qualsiasi evento mi capitasse a tiro, in primis i cavalli anche perché praticando la disciplina del reining mi ci trovavo in mezzo e partecipando spesso come spettatrice agli special event avevo occasione di esercitarmi e rubare qualche segreto del mestiere al fotografo ufficiale delle gare.

Come ti sei avvicinata al football americano?

Al football mi sono avvicinata grazie a Giorgio, lui allena gli Hurricanes di Vicenza e ho cominciato a capirne qualcosa partecipando alle loro partite, inizialmente devo essere sincera ho fatto un po’ fatica a capire la dinamica del gioco, inoltre in campo c’erano molti fotografi più navigati di me che però sono stati sempre molto cordiali e gentili offrendomi sempre il loro aiuto e consiglio prezioso.

Dopo le partite che hai visto, che ne pensi del Football? Quest'anno ci sarà anche un Campionato femminile, lo giocheresti?

Molto interessante l’inaugurazione di un campionato femminile. Per uno sport così fisico è una bella sfida per le donne un po’ come è stato per la boxe e altri sport considerati prettamente maschili. In quanto a grinta le donne ne hanno da vendere! Ci saranno sicuramente dei risultati interessanti. Probabilmente con 20 anni di meno proverei a giocare, ma iniziare adesso al primo placcaggio mi dovrebbero ricoverare. Per quanto riguarda lo sport del Football mi piace la sua forte e percepibile educazione al rispetto dell’avversario. Cerco sempre in uno sport l’etica sportiva e nel football è evidente, c’è complicità, collaborazione di squadra e molta strategia di gioco.

Qual e' la tua foto preferita tra quelle che hai scattato a bordo campo?

La foto che mi piace di più è un placcaggio “catturato” durante l'ultimo Superbowl tra Elephants e Panthers a Varese, a volte è anche questione di fortuna. Quel pomeriggio è stata una bellissima giornata, molto emozionante e suggestivo il pre-gara con la banda coreografica stile partite americane. Ritornando alla foto, il placcaggio è stato incredibile, il giocatore degli Elephants è riuscito ad afferrare l’avversario per il rotto della cuffia agganciandogli la caviglia destra e lo scatto è avvenuto proprio in quel preciso istante, mentre perdeva l’equilibrio e cadeva con l’arbitro concentrato sull’azione. E’ inutile dire che era il mese di giugno e la luce naturale è la pacchia di qualsiasi fotografo!

Trovi sia pericoloso per i fotografi stare a bordocampo?

Se il fotografo è rispettoso delle dinamiche del gioco e delle indicazioni fornite dagli organizzatori delle partite, difficilmente capitano incidenti. Il campo è grande e gli obiettivi utilizzati sono sempre molto potenti, basta aspettare in una zona non a rischio e con un po’ di fortuna si può immortalare una bell’azione di gioco senza disturbare nessuno. Certo, può esserci la probabilità che la palla possa volarti in testa, ma può succedere anche come spettatore sugli spalti durante una partita di hockey...

Hai un ricordo curioso o un aneddoto collegato al nostro sport?

Si, quando alla fine di una partita degli Hurricanes, dopo il saluto di rito tra le due squadre, i giocatori hanno "gavettonato" il loro coach (ogni riferimento è puramente casuale…)!!!! Per fortuna che era l’inizio dell’estate!

C'e' qualcosa che vorresti chiedere alla Federazione a nome di voi fotografi?

La mia richiesta è di maggiore elasticità ad accettare accrediti per chi si affaccia a questo sport. A volte ho trovato difficoltà perché sono sconosciuta nell’ambiente. L’accesso è sempre un portone aperto per chi è già nel giro, ma non tanto per chi non lo è,  però da qualche parte bisogna iniziare. Tra l’altro un fotografo più o meno professionale può essere sempre fonte di promozione dello sport, visto la visibilità che può avere con le sue foto sui social network.  E’ importantissimo però il rispetto alla sicurezza. Prima dell’accesso a bordo campo si possono indicare ai fotografi le postazioni sicure e proibite, l’idea di pettorine e un cartellino di riconoscimento ultimamente mi è sembrata positiva e in alcune partite mi è stato consegnato un foglio con le zone da rispettare.

Quale evento sportivo ti piacerebbe fotografare in futuro?

Mi piacerebbe partecipare ancora alla finale del campionato di football come l’anno scorso a Varese e punterei a fotografare il tennis e il pattinaggio sul ghiaccio. D’estate mi piacerebbe provare con gli sport acquatici e comunque l’equitazione tutta la vita..

Grazie Alessandra e a presto sui campi italiani.


Ufficio Stampa Cif9.com

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