venerdì 8 febbraio 2013

I protagonisti dietro l'obiettivo - Graziella Roberto

Messina, 8 Febbraio 2013 - Anche questa volta lasciamo da parte giocatori e coach, per occuparci di chi dietro le quinte ci racconta con i suoi scatti le partite e i momenti vissuti dai Caribdes ormai già da qualche anno. Abbiamo intervistato Graziella Roberto e ci siamo fatti raccontare da lei come vive questa esperienza con la società messinese e tanto altro.

Ciao Graziella e benvenuta. Prima domanda: come nasce la tua passione per la fotografia?

Ciao, beh che dire...è una passione che ho sviluppato nel tempo, di famiglia principalmente, in quanto mio nonno era un operatore video e fotografico e sono cresciuta in mezzo a roba vecchia: Polaroid, Zenit. Poi adesso studio Grafica Pubblicitaria e Fotografia, insomma, non si finisce mai.

Meglio una foto impeccabile o uno scatto forte e toccante?

Anche se in realtà sono qualità che dovrebbero un po’ trovarsi in tutti i generi, dipende anche un po' dal tipo di foto che vogliamo ottenere. Due esempi possono essere, per la tecnicamente impeccabile, una foto di Still Life oppure, per l’emotivamente toccante, sceglierei decisamente la street photography..

Nel football quale categoria di foto serve?

Diciamo che ci vuole un bel mix di entrambe le cose.

Quando hai cominciato a seguire i Caribdes?

Dal 2010..da quando sono nati, grazie a Claudio “Goz” Gorzegno che insisteva perché venissi a vedere gli allenamenti e alla fine mi ha convinto. Dopo qualche allenamento ho cominciato a portare la macchina fotografica. Mi è piaciuto e ho cominciato a sperimentare, dopodiché sono rimasta e non me ne sono più andata.

Trovi che ogni tanto sia anche un po' rischioso fare su e giù per la sideline?

Ah certo. Nelle prime partite magari avevo paura che mi arrivassero addosso, o anche agli allenamenti. Vederli arrivare attraverso l'obiettivo era quasi traumatizzante le prime volte, ma credo che sia una paura comune all’inizio.


Come ti trovi con i Caribdes?

Con la società mi trovo bene, tanto che non solo facevo le foto, ma poi ho cominciato a giocare anche a flag-football. C’è un ambiente molto familiare, di tanto in tanto si esce insieme, ci si vede a casa del coach e si guardano le partite, alla fine è sempre piacevole passare il tempo libero con loro.

Dopo tanti anni allora…adesso ne capisci di Football...

Si, ormai si. All’inizio non capivo un tubo, guardavo le partite di NFL e non vedevo nemmeno la palla, poi col tempo e qualche spiegazione in più ci ho preso la mano, cosa che mi è risultata utile per lavorare ai loro scatti, infatti credo di poter dire dopo la mia esperienza che per fare delle foto ad una squadra di football, un minimo, il gioco bisogna conoscerlo. E’ molto utile anche partecipare agli allenamenti della squadra, così si impara a conoscerla e così a prevedere le loro azioni.

Il momento più emozionante vissuto con loro sul campo e non?

Non so, è difficile, visto che di momenti con loro ce ne sono stati parecchi, forse potrei menzionare la prima partita del loro primo campionato. Eravamo tutti incuriositi e non sapevamo che fare. Io per prima, anche perché non era come in allenamento, c’erano molte più regole da seguire e cose a cui fare attenzione. L’aria era tesa, ma è stato decisamente un giorno emozionante e da ricordare.

Ti va di descriverci la foto più bella che ti sia capitata di scattare per il Football?

Beh, ne ho fatte tante, mi è un po’ difficile scegliere, ma tra le tante quella che mi viene in mente al momento è una in cui ci sono i Caribdes che vanno incontro ad una nuvola grigia: i Caribdes contro la tempesta.

Quali sono le caratteristiche bisogna avere per fotografare uno sport?

Una buona conoscenza dello sport che si va a fotografare prima di tutto, poi naturalmente anche un minimo di tecnica fotografica, giusto per scegliere i giusti tempi di ripresa, valori iso ed apertura del diaframma.

Lo fai per pura passione e spirito di sacrificio?

Anche se i miei obiettivi nella vita sono altri, perché studio grafica pubblicitaria, fotografare loro lo faccio decisamente per passione, mi fa piacere stare con loro e vederli giocare perché ormai questo sport, a prescindere dalla fotografia, mi piace. E’ bello guardarli giocare, dal placcaggio, al passaggio, alla corsa, all’organizzazione, ai discorsi del coach pre-partita. Spero di continuare a seguirli per tanto altro tempo.


Ti è mai capitato di dare un consiglio a qualcuno durante una partita?

No, no, di solito sto in disparte durante la partita perché ognuno fa solo il proprio compito…Forse poi…a fine partita magari, quando stiamo per tornare a casa…

Cosa ha il football che le altre discipline non hanno?

Non penso ci siano differenze con altri sport tranne che per le regole ovviamente, in tutti c’è spirito di sacrificio, compagni di squadra che si vogliono bene, coach attenti a seguirli.

Hai una routine o un rito prima di “affrontare” ogni partita?

Vale andare a cercare ai giocatori per un cappellino della squadra, in quanto lo dimentico sempre?

Certo che vale…. Cosa ti piace fotografare oltre il football?

La street photography, i ritratti. Mi piace fotografare molto le persone, organizzandoci anche sul momento. Mentre la paesaggistica e lo still life non li sento per niente miei. Poi la fotografia la uso principalmente per riutilizzarla nei progetti grafici o pubblicità che realizzo o che potrei in futuro realizzare, cioè in genere fotografo qualcosa quando credo che possa servirmi, non solo perché piace.

Quali consigli diamo a chi comincia a fotografare questo sport?

Di appassionarsi, perché se non ci si appassiona e lo sport non incuriosisce più di tanto, forse è meglio lasciar perdere, in quanto le partite hanno una durata abbastanza lunga, e bisogna armarsi di pazienza ed attenzione ancora prima di prendere l’obiettivo.

Precauzioni e accorgimenti da rispettare su un football field?

Regola numero uno: Non bisogna disturbare nessuno… e non solo i ref, ma nessuno proprio, bisogna essere quasi "invisibili". Poi assolutamente non entrare all’interno del campo. In tutto ciò bisogna trovare anche un posto strategico da dove le foto vengano bene e non trovare sorprese, e per sorprese intendo intendo elementi di disturbo nell’inquadratura.

Cosa cambia al cambiare della location?

Nulla in genere, i campi sono tutti uguali, sia che giochiamo in casa o fuori. L’unico “problema” rilevante è il clima, il giorno e la notte, è col cambiare di essi che tutto cambia. L’ideale è decisamente una giornata soleggiata, ma non è sempre così in quanto capita spesso che le partite si giochino anche in serale con le luci da stadio.

Come si coglie l’attimo?

Prestando attenzione al gioco, anche se ci vuole in realtà un po’ di fortuna.

Ti è mai capitato di assistere ad un episodio divertente o curioso?

Uno c’è ma..accaduto in allenamento. Praticamente io realizzavo un video mentre facevano dei passaggi tra loro, ad un certo punto “Kinder” passa davanti a “Goz” e gli prende la palla, si gira mentre corre e si vede Goz e il “Falco” dietro che lo rincorrono, urla spaventato e comincia a scappare. E’ bello perché Goz lo guarda malissimo e lui caccia un urlo quasi da donna. E’ stato divertente al momento ed anche a riguardarlo dopo...  > ecco il link al video.

Bene penso che possiamo chiudere qui con questo video davvero esilarante. E’ stato un vero piacere, se vuoi puoi lasciarci con una dedica o un messaggio per qualcuno.

Ne approfitto per ringraziare la squadra, il Coach e il Presidente che riescono a tenere tutto insieme e Claudio Gorzegno per avermi convinto a vedere i primi allenamenti.


Simone Milioti [US Caribdes] per Cif9.com

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