Bologna, 14 dicembre 2012 – Dopo l’ultima stagione a guidare i Warriors Bologna a un passo dal Super Bowl Ifl, in casa Neptunes c’è un gradito ritorno: quello di Toni Mangiafico, nuovo head coach dei gialloblù, già sulla sideline del team nella stagione 2007-2008.
Coach Mangiafico, dopo cinque stagioni sei tornato sulla sideline dei Neptunes. Che sensazioni provi?
«Nel 2008 erano una realtà diversa rispetto a quella che ho ritrovato. Sapevo dei loro miglioramenti, li ho sempre seguiti in questi anni e penso che ci sia una buona base di partenza per il nuovo progetto che prevede il passaggio dal football a nove a quello a undici nella prossima stagione. Abbiamo iniziato una fase di costruzione tecnica e un grande lavoro con tutto il coaching staff, stiamo crescendo insieme giorno dopo giorno, sia come staff sia come squadra: l’obiettivo è di migliorare il team per portarlo a un livello tale da poter affrontare il prossimo campionato a undici».
Cosa t’ha convinto della proposta dei Neptunes e che ambiente hai ritrovato?
«È stato un desiderio reciproco: volevo restare a Bologna, tant’è che ho chiesto personalmente al consiglio se poteva essere interessato a una mia collaborazione. Ho trovato grande coinvolgimento da parte della dirigenza, e devo dire che sono stato accolto molto bene da parte dei giocatori. L’ambiente è molto positivo e mi permette di esprimere le mie competenze. Cinque anni fa l’atmosfera era più da “pizza e birra” e poco football, oggi invece ho trovato un interesse da parte di dirigenza e giocatori molto elevato rispetto al gioco e c’è attenzione nei riguardi del miglioramento tecnico, ma al tempo stesso sono rimasti intatti i valori d’amicizia e rispetto che hanno sempre contraddistinto la società.
Che idea ti sei fatto della squadra dopo due mesi di allenamenti e lo scrimmage non ufficiale contro i Cowboys Selvazzano?
«La squadra ha avuto sicuramente un miglioramento, però siamo molto lontani dagli standard a cui voglio arrivare. Il livello tecnico non è ancora al top, ma l’entusiasmo di tutto l’ambiente è veramente contagioso, e questo mi stimola molto nel proseguire e nel credere nei ragazzi. I margini di miglioramento sono grandi e quando c’è voglia di imparare e di cambiare si riesce a far tutto. Nello scrimmage contro i Cowboys ho voluto vedere tutti i giocatori all’opera, dai veterani ai rookies, e ho voluto provare in particolare due formazioni offensive. Qualcosa l’abbiamo provata anche in difesa per vedere la reazione dei ragazzi, e devo dire che l’esperienza è stata comunque positiva e utile, e ci permetterà di pensare ad eventuali cambiamenti».
Quali sono i punti forti e i punti deboli dei Neptunes?
«I punti forti sono i quarterbacks e i runningbacks, con cui ho lavorato moltissimo. Sta crescendo anche la linea d’attacco, che ha iniziato a lavorare sui bloccaggi a zona, mentre i ricevitori devono ancora lavorare molto, ma si stanno impegnando al massimo. In difesa abbiamo un buon personale in tutti i reparti, ma c’è ancora un discreto gap fra starters e backups, considerando che molti di loro sono giovani e inesperti».
Che obiettivi ti poni per questa stagione?
«Crescere tanto, cercando di vincere partita dopo partita. Prenderemo quel che viene, e anche se mi è stato chiesto anzitutto di far crescere la squadra, anche a scapito dei risultati, io voglio anche quelli. Pagheremo lo scotto dei cambiamenti nel team, specialmente a livello tecnico: abbiamo modificato il sistema offensivo, sia i bloccaggi sia le formazioni, e tutto il sistema difensivo. Non sappiamo cosa succederà, ma sono fiducioso».
Che tipo di football vorresti vedere dalla squadra?
«Voglio un football offensivo, basato sulle multiformazioni (spread e west coast offense), mentre in difesa cureremo molto la pass rush e le coperture. In ogni caso voglio vedere un football molto aggressivo e moderno».
Che livello ti aspetti dal prossimo torneo del Cif9?
«In alcune squadre sarà molto alto, e ci sarà un grande avversario: i Bills Cavallermaggiore. Hanno ottime individualità e una struttura di squadra rodata: sono la squadra da battere, e come minimo punteranno alla vittoria della North Conference. Ma credo nei Neptunes, e non ci precludiamo nessun risultato».
Quali sono gli avversari che pensi possano essere fra i più temibili?
«Aspettiamo di vedere i gironi, ma dai primi rumors la nostra division sembra che possa essere molto diversa rispetto a quella dell’anno scorso. La scorsa stagione era di buon livello, ma non come quello che si prospetta quest’anno. Potremmo affrontare i Doves Bologna, le Aquile Ferrara e i Persiceto Knights, che è una squadra in grande crescita. Se la division dovesse essere questa sarà di ferro, ma cercheremo di fare il massimo contro tutti».
Il valore aggiunto potresti essere proprio tu: che cosa pensi di portare in dote ai Neptunes?
«La consapevolezza di essere migliorati col mio apporto e quello degli altri coaches (li ringrazio tutti: William Ziosi, Andrea Poggi e Francesco Benelli che ho portato con me dai Warriors, Daniele Ventura che ha lavorato con me ai Knights, Stefano Ferrari, Alessandro Monti, Andrea Tosti, Claudio Biavati e Maurizio Brini che ho ritrovato ai Neptunes) e la forza di chi sa di essere pronto. Sono orgoglioso di allenare questi ragazzi e non mi sento declassato per essere passato dall’Ifl al Cif9: per un coach è importante insegnare football e ai Neptunes ho tutte le possibilità per potermi esprimere al meglio».
Dario Giordo | Ufficio Stampa Neptunes Bologna
Coach Mangiafico, dopo cinque stagioni sei tornato sulla sideline dei Neptunes. Che sensazioni provi?
«Nel 2008 erano una realtà diversa rispetto a quella che ho ritrovato. Sapevo dei loro miglioramenti, li ho sempre seguiti in questi anni e penso che ci sia una buona base di partenza per il nuovo progetto che prevede il passaggio dal football a nove a quello a undici nella prossima stagione. Abbiamo iniziato una fase di costruzione tecnica e un grande lavoro con tutto il coaching staff, stiamo crescendo insieme giorno dopo giorno, sia come staff sia come squadra: l’obiettivo è di migliorare il team per portarlo a un livello tale da poter affrontare il prossimo campionato a undici».
Cosa t’ha convinto della proposta dei Neptunes e che ambiente hai ritrovato?
«È stato un desiderio reciproco: volevo restare a Bologna, tant’è che ho chiesto personalmente al consiglio se poteva essere interessato a una mia collaborazione. Ho trovato grande coinvolgimento da parte della dirigenza, e devo dire che sono stato accolto molto bene da parte dei giocatori. L’ambiente è molto positivo e mi permette di esprimere le mie competenze. Cinque anni fa l’atmosfera era più da “pizza e birra” e poco football, oggi invece ho trovato un interesse da parte di dirigenza e giocatori molto elevato rispetto al gioco e c’è attenzione nei riguardi del miglioramento tecnico, ma al tempo stesso sono rimasti intatti i valori d’amicizia e rispetto che hanno sempre contraddistinto la società.
Che idea ti sei fatto della squadra dopo due mesi di allenamenti e lo scrimmage non ufficiale contro i Cowboys Selvazzano?
«La squadra ha avuto sicuramente un miglioramento, però siamo molto lontani dagli standard a cui voglio arrivare. Il livello tecnico non è ancora al top, ma l’entusiasmo di tutto l’ambiente è veramente contagioso, e questo mi stimola molto nel proseguire e nel credere nei ragazzi. I margini di miglioramento sono grandi e quando c’è voglia di imparare e di cambiare si riesce a far tutto. Nello scrimmage contro i Cowboys ho voluto vedere tutti i giocatori all’opera, dai veterani ai rookies, e ho voluto provare in particolare due formazioni offensive. Qualcosa l’abbiamo provata anche in difesa per vedere la reazione dei ragazzi, e devo dire che l’esperienza è stata comunque positiva e utile, e ci permetterà di pensare ad eventuali cambiamenti».
Quali sono i punti forti e i punti deboli dei Neptunes?
«I punti forti sono i quarterbacks e i runningbacks, con cui ho lavorato moltissimo. Sta crescendo anche la linea d’attacco, che ha iniziato a lavorare sui bloccaggi a zona, mentre i ricevitori devono ancora lavorare molto, ma si stanno impegnando al massimo. In difesa abbiamo un buon personale in tutti i reparti, ma c’è ancora un discreto gap fra starters e backups, considerando che molti di loro sono giovani e inesperti».
Che obiettivi ti poni per questa stagione?
«Crescere tanto, cercando di vincere partita dopo partita. Prenderemo quel che viene, e anche se mi è stato chiesto anzitutto di far crescere la squadra, anche a scapito dei risultati, io voglio anche quelli. Pagheremo lo scotto dei cambiamenti nel team, specialmente a livello tecnico: abbiamo modificato il sistema offensivo, sia i bloccaggi sia le formazioni, e tutto il sistema difensivo. Non sappiamo cosa succederà, ma sono fiducioso».
Che tipo di football vorresti vedere dalla squadra?
«Voglio un football offensivo, basato sulle multiformazioni (spread e west coast offense), mentre in difesa cureremo molto la pass rush e le coperture. In ogni caso voglio vedere un football molto aggressivo e moderno».
Che livello ti aspetti dal prossimo torneo del Cif9?
«In alcune squadre sarà molto alto, e ci sarà un grande avversario: i Bills Cavallermaggiore. Hanno ottime individualità e una struttura di squadra rodata: sono la squadra da battere, e come minimo punteranno alla vittoria della North Conference. Ma credo nei Neptunes, e non ci precludiamo nessun risultato».
Quali sono gli avversari che pensi possano essere fra i più temibili?
«Aspettiamo di vedere i gironi, ma dai primi rumors la nostra division sembra che possa essere molto diversa rispetto a quella dell’anno scorso. La scorsa stagione era di buon livello, ma non come quello che si prospetta quest’anno. Potremmo affrontare i Doves Bologna, le Aquile Ferrara e i Persiceto Knights, che è una squadra in grande crescita. Se la division dovesse essere questa sarà di ferro, ma cercheremo di fare il massimo contro tutti».
Il valore aggiunto potresti essere proprio tu: che cosa pensi di portare in dote ai Neptunes?
«La consapevolezza di essere migliorati col mio apporto e quello degli altri coaches (li ringrazio tutti: William Ziosi, Andrea Poggi e Francesco Benelli che ho portato con me dai Warriors, Daniele Ventura che ha lavorato con me ai Knights, Stefano Ferrari, Alessandro Monti, Andrea Tosti, Claudio Biavati e Maurizio Brini che ho ritrovato ai Neptunes) e la forza di chi sa di essere pronto. Sono orgoglioso di allenare questi ragazzi e non mi sento declassato per essere passato dall’Ifl al Cif9: per un coach è importante insegnare football e ai Neptunes ho tutte le possibilità per potermi esprimere al meglio».
Dario Giordo | Ufficio Stampa Neptunes Bologna
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