venerdì 13 luglio 2012

La difesa del Blue Team? La voglio aggressiva, attenta e veloce

Continua con Aristide Marossi la scoperta del Blue Team che dal 19 al 22 luglio parteciperà alla terza edizione del Four Helmets, che quest'anno si svolgerà a Firenze.

Quali sono i punti di forza che un atleta deve avere per esser inserito nell'osservatorio del blue team?

Se un coach del Blue Team ti nota, vuol dire che hai fatto un buon campionato, che ti sei preparato per un anno intero, che sei veloce, che possiedi degli ottimi individuali, che non ti accontenti mai e cerchi continui metodi per migliorarti allenandoti sul campo ed in palestra lavorando sodo. Se un atleta fa questo, darà un grosso contributo al suo team e durante le partite i coach delle squadre avversarie, o quelli del blue team, cominciano a notarlo, questo è il primo passo. Poi vengono le convocazioni ai raduni e qui si vedono anche i progressi, i miglioramenti. Un buon atleta deve essere veloce, forte, con dei buoni individuali. Un'altra dote che si acquisisce con il tempo è l'esperienza nel continuare a giocare. Per ultimo io inseriscono il fattore Foxy, vale a dire quanto sei furbo, scaltro e veloce a ragionare durante le azioni di gioco.

A quali principi deve attenersi un azzurro?

I principi a cui deve attenersi un giocatore del blue team primo tra tutti il rispetto della maglia che porti, il rispetto per tutte le persone che girano all'interno della nazionale e il rispetto per tutti i giocatori. Per un atleta, quando arriva la convocazione ai raduni, è suo dovere comportarsi come un atleta: fare gli allenamenti ed ascoltare quello che dicono i coach, dimostrare quello che vale. Se poi non viene convocato per il raduno successivo, o per la partita, non c'è problema. Continuando a lavorare sodo verrà richiamato. Non deve demonizzare il blue team ma aiutare e promuovere questa squadra, perché forse in un futuro lui sarà uno di loro farà parte di quel gruppo di 45 giocatori che in campo si muove come una persona sola, verso un unico scopo, un unico obbiettivo: vincere. Battere gli avversari, questa è la sensazione che ci accomuna tutti. Questa è la sensazione che ho io da 3 anni a questa parte, quella di essere il dodicesimo uomo in campo a fianco di questi ragazzi che vedo poche volte in un anno ma che durante gli allenamenti o le partite capiscono quello che voglio da loro anche solo con lo sguardo o un segnale. Questi ragazzi nascono sinergie che per uno che non ha mai giocato a football sono difficili da capire. In campo si gioca, si prendono botte, si placca e si viene placcati ma quando finisce la partita tutto passa, tutto termina con un “blue” urlato con tutto te stesso. Questo significa che sei uno del blue team.

Come viene impostato un allenamento della nazionale?

Tutti i coach passano tanto tempo in sky conference, oppure al telefono, oppure via mail per preparare al meglio ogni allenamento senza perdere minuti preziosi. Si calcola tutto in base alle esigenze di ogni allenatore in base ai filmati degli avversari che abbiamo visto, cercando di togliere durante la partita ogni errore che possa compromettere il risultato. Nessun imprevisto, nessun errore. Poi prepariamo i drills, gli esercizi specifici per i vari ruoli, e prepariamo o modifichiamo gli schemi in base a quello che abbiamo visto nei filmati.

Come sarà il gioco difensivo del blue team?

Come sarà il gioco difensivo del blue team... Prima di dire come sarà il gioco ti spiego come saranno i giocatori. Voglio ventidue giocatori che entrano in campo con la fame per la palla, vale a dire che vogliono la palla o chi la porta o chi la lancia o la riceve. Trovati questi giocatori il nostro gioco sarà aggressivo, copriremo tutti i punti del campo e, arrivando sempre in undici sulla palla. Colpiremo, placcheremo ma soprattutto fermeremo questa palla tutte le volte.

Sergio Brunetti | US Fidaf

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