Ciao, coach... e grazie per la tua disponibilità…Quali sono i punti di forza espressi maggiormente dalla tua squadra e dove invece c'è più bisogno di migliorare?
Sicuramente i punti di forza dei Neptunes sono rappresentati da giocatori di qualità tecnica e fisica e dal lungo roster. Le cose da migliorare sono indubbiamente tante, in quanto ritengo che il migliorarsi sia l'obbiettivo di ogni singolo allenamento, ma forse quello su cui è maggiormente urgente lavorare è l'intensità che la squadra, nel suo complesso, deve esprimere per giocare un football sempre più incisivo: attualmente, all'interno di ogni singola partita abbiamo notato un andamento altalenante che spesso ci crea difficoltà.
Quali sono realisticamente, in percentuale, le speranze di arrivare ai playoff? E, comunque, rispetto alle tue previsioni, come giudichi l'andamento sinora della tua squadra?
Per i playoff, al momento attuale, direi che abbiamo un 75% di possibilità di raggiungerli e quel 25% mancante non mi rende sereno, ma, essendo ottimisti, meglio vedere il bicchiere mezzo pieno. Rispetto alle previsioni o meglio alle aspettative, speravo in una regular season più serena mentre abbiamo incontrato difficoltà inaspettate. Forse abbiamo commesso il grave errore di sottovalutare gli avversari o ci siamo sopravvalutati noi, ma nel complesso non c'è di che lamentarsi, le vittorie sono arrivate e partiamo da quelle.
Come si svolgono abitualmente i vostri allenamenti? Quali sono gli aspetti sportivi e disciplinari che curate maggiormente?
Cerchiamo di bilanciare gli allenamenti coprendo tutti gli aspetti, sia fisici che tecnici, ma il tempo è sempre poco. Puntiamo sicuramente ad avere dei giocatori atleticamente preparati (per la loro sicurezza e per compensare gli altri aspetti) poi puntiamo alla tecnica, sia fondamentali di gioco sia schemi. Una grossa fetta viene anche dedicata allo studio degli avversari. Come aspetto disciplinare puntiamo soprattutto sul rispetto che riteniamo la prima fonte di disciplina.
In percentuale, quanti giocatori del vostro Roster hanno un'età giovane, diciamo compresa tra i 16 ed i 21 anni?
A roster non saprei dire, ma non tantissimi onestamente nella fascia da voi citata. L'età media però non è altissima e si attesta poco oltre i 21 anni.
Qual è la squadra più forte che avete incontrato finora?…e perché?
Sicuramente le Aquile Ferrara e non solo perché ci hanno battuto. Hanno giocato con la stessa intensità fisica e mentale dal primo all'ultimo minuto, con una varietà di schemi ed adattamenti che sottolineano le capacità del loro coaching staff e la dedizione dei loro giocatori. Dovremo rincontrarli a breve e sarà dura, ma non credo impossibile riscattarci se correggeremo il nostro problema di intensità.
E' anche quella che esprime il miglior gioco?
Indubbiamente, sia come esecuzione che come varietà di giochi. Nulla di trascendentale ma giocano un football solido.
Come vi preparate ad un incontro? Qual è lo spirito giusto con il quale affrontate l'impegno di una gara, sia essa in casa o in trasferta?
Ci prepariamo facendo tanto scouting sul nostro avversario in allenamento. Il giorno della partita, quando è in casa cerchiamo di riunirci presto e parlare tanto, dirimere ogni eventuale dubbio ai giocatori e fare un ripasso generale fino al momento del kick off. Che sia in casa o in trasferta l'approccio è lo stesso, cambiano le tempistiche.
Qual è la squadra favorita per la vittoria finale di questo Campionato a tuo avviso? e la favorita della Conference alla quale appartieni?
Devo ammettere che mi sono concentrato sulle squadre che abbiamo affrontato e ho una visione globale del campionato piuttosto scarsa. Per la vittoria finale voterei Cagliari in quanto lo scorso campionato mi ha impressionato molto positivamente e se quest'anno non hanno problemi particolari può bissare. Nella nostra Conference non saprei in quanto i soli risultati non possono essere un metro di misurazione.
Come giudichi l'organico a tua disposizione? Ti va di citare qualcuno dei tuoi ragazzi, del quale sentiremo senz'altro parlare, a tuo avviso?
Mi ritengo un coach fortunato in quanto ci sono elementi di sicuro valore nell'organico dei Neptunes. Tanti di questi sono talmente bravi che sono loro a dare consigli a me e c'è un continuo scambio di opinioni molto proficuo per entrambe le parti (giocatori e allenatori): alcuni sono veri valori aggiunti di cui non solo si sentirà parlare ma se ne è già parlato. In un modo o nell'altro tutti quelli che si impegnano per portare in alto i colori dei Neptunes, nel mio cuore, sono meritevoli di menzione. Detto ciò però vorrei citare Giovanni Lo Biondo, capitano della difesa che è con noi da ormai 5 anni e ha sempre dato il massimo per la squadra, Luigi Onza, LB nato con i Neptunes e rientrato dopo un breve periodo di assenza, Stefano Martelli, colonna portante delle linee difensive. Non so se si parlerà di loro, ma chi li conosce sia come compagni che come avversari ne apprezza sia le doti tecniche che quelle comportamentali e sono un vero valore aggiunto.
Qual è la situazione del football americano in Italia? Quali iniziative possono risultare utili per promuovere la diffusione del Football nella tua città? E in generale in tutta Italia? Come giudichi la "spinta" alla pratica di questo sport nella tua regione?
Noi siamo di Bologna e diffondere più di così il football nella nostra città diventerebbe quasi controproducente: siamo fortunati ma la concorrenza è spietata, in senso buono fortunatamente. In regione la situazione mi pare rosea in quanto la diffusione è buona, ma spero che diventi più capillare. Se consideriamo che in IFL su 10 squadre 4 sono emiliane, di cui 2 bolognesi, è un segnale di tutto rispetto. A livello generale non so che dire per lo sviluppo: lascio alla Federazione l'onore e l’onere di indicare la via. Quello che mi sento di dire però è che se ogni entità del nostro movimento, a partire dalla più piccola squadra, lavora con umiltà, onesta, serietà e dedizione, nel lungo periodo sono convinto che ci possa essere una crescita costante. Basta non avere fretta e puntare subito ad essere un'elite, ma rendersi conto che la per la maggior parte dei partecipanti al movimento si tratta di un hobby e come tale trattarlo: puntare sulla passione per attirare i professionisti veri.
Da quanto tempo alleni questa squadra?
Più di 5 anni e conto di farlo ancora per molto se mi daranno la possibilità.
In quale squadra hai militato come giocatore?
Ho iniziato nel 1996 con la Virtus seguendone l'evoluzione fino al 2003 con i Warriors. Poi sono passato ai Neptunes.
Cosa rappresenta il football nella tua vita? Che spazio gli dai?
Doveva rappresentare un hobby, ma se non sto attento e limito volutamente l'impegno rischio che superi anche il lavoro come spazio nella mia vita.
Un aggettivo per definirti?
Mi hanno definito con tante parole negli anni (alcune è meglio non indicarle) ma se posso definirmi io direi “severo”.
Quale lato del tuo carattere pensi sia più apprezzato dai ragazzi della tua squadra? E perchè?
Forse la sincerità. A ogni ragazzo dico le cose come stanno, nel bene e nel male, per renderlo partecipe di ogni aspetto della squadra e sanno perfettamente che loro possono esserlo con me. In questo modo non mi metto su un piedistallo come coach ma cerco di instaurare con loro più un rapporto di amicizia e fiducia e spero di riuscirci. Anche dare una strigliata a un giocatore ed evidenziarne i limiti significa essere sinceri con lui.
Possiedi un motto che ripeti spesso?
No, ma, negli anni mi sono creato una mia filosofia rispetto al football che uso anche nella vita di tutti i giorni e che provo a trasmettere ai ragazzi (a piccole dosi però).
Cosa dici ai tuoi giocatori appena prima di entrare in campo? e al termine del match?
Prima di entrare in campo dico spesso “Andiamo a divertirci”. Al termine dipende come è andata la partita: preferisco quando riesco a complimentarmi.
Grazie, coach, per il tempo che ci hai dedicato. Lasciaci con una frase, esprimendo liberamente un tuo pensiero, qualcosa a cui tieni particolarmente o semplicemente, se credi dei saluti o dei ringraziamenti.
Ringrazio voi per dare voce al nostro campionato e per il lavoro impeccabile che fate. Ringrazio i Neptunes che mi permettono di vivere questo sport nel modo che più mi piace. Ringrazio Moreno Cevenini (giocatore dei Warriors Bologna negli anni 80) che un giorno mi disse: “Vieni a provare a giocare a football...”.
Sicuramente i punti di forza dei Neptunes sono rappresentati da giocatori di qualità tecnica e fisica e dal lungo roster. Le cose da migliorare sono indubbiamente tante, in quanto ritengo che il migliorarsi sia l'obbiettivo di ogni singolo allenamento, ma forse quello su cui è maggiormente urgente lavorare è l'intensità che la squadra, nel suo complesso, deve esprimere per giocare un football sempre più incisivo: attualmente, all'interno di ogni singola partita abbiamo notato un andamento altalenante che spesso ci crea difficoltà.
Quali sono realisticamente, in percentuale, le speranze di arrivare ai playoff? E, comunque, rispetto alle tue previsioni, come giudichi l'andamento sinora della tua squadra?
Per i playoff, al momento attuale, direi che abbiamo un 75% di possibilità di raggiungerli e quel 25% mancante non mi rende sereno, ma, essendo ottimisti, meglio vedere il bicchiere mezzo pieno. Rispetto alle previsioni o meglio alle aspettative, speravo in una regular season più serena mentre abbiamo incontrato difficoltà inaspettate. Forse abbiamo commesso il grave errore di sottovalutare gli avversari o ci siamo sopravvalutati noi, ma nel complesso non c'è di che lamentarsi, le vittorie sono arrivate e partiamo da quelle.
Come si svolgono abitualmente i vostri allenamenti? Quali sono gli aspetti sportivi e disciplinari che curate maggiormente?
Cerchiamo di bilanciare gli allenamenti coprendo tutti gli aspetti, sia fisici che tecnici, ma il tempo è sempre poco. Puntiamo sicuramente ad avere dei giocatori atleticamente preparati (per la loro sicurezza e per compensare gli altri aspetti) poi puntiamo alla tecnica, sia fondamentali di gioco sia schemi. Una grossa fetta viene anche dedicata allo studio degli avversari. Come aspetto disciplinare puntiamo soprattutto sul rispetto che riteniamo la prima fonte di disciplina.
In percentuale, quanti giocatori del vostro Roster hanno un'età giovane, diciamo compresa tra i 16 ed i 21 anni?
A roster non saprei dire, ma non tantissimi onestamente nella fascia da voi citata. L'età media però non è altissima e si attesta poco oltre i 21 anni.
Qual è la squadra più forte che avete incontrato finora?…e perché?
Sicuramente le Aquile Ferrara e non solo perché ci hanno battuto. Hanno giocato con la stessa intensità fisica e mentale dal primo all'ultimo minuto, con una varietà di schemi ed adattamenti che sottolineano le capacità del loro coaching staff e la dedizione dei loro giocatori. Dovremo rincontrarli a breve e sarà dura, ma non credo impossibile riscattarci se correggeremo il nostro problema di intensità.
E' anche quella che esprime il miglior gioco?
Indubbiamente, sia come esecuzione che come varietà di giochi. Nulla di trascendentale ma giocano un football solido.
Come vi preparate ad un incontro? Qual è lo spirito giusto con il quale affrontate l'impegno di una gara, sia essa in casa o in trasferta?
Ci prepariamo facendo tanto scouting sul nostro avversario in allenamento. Il giorno della partita, quando è in casa cerchiamo di riunirci presto e parlare tanto, dirimere ogni eventuale dubbio ai giocatori e fare un ripasso generale fino al momento del kick off. Che sia in casa o in trasferta l'approccio è lo stesso, cambiano le tempistiche.
Qual è la squadra favorita per la vittoria finale di questo Campionato a tuo avviso? e la favorita della Conference alla quale appartieni?
Devo ammettere che mi sono concentrato sulle squadre che abbiamo affrontato e ho una visione globale del campionato piuttosto scarsa. Per la vittoria finale voterei Cagliari in quanto lo scorso campionato mi ha impressionato molto positivamente e se quest'anno non hanno problemi particolari può bissare. Nella nostra Conference non saprei in quanto i soli risultati non possono essere un metro di misurazione.
Come giudichi l'organico a tua disposizione? Ti va di citare qualcuno dei tuoi ragazzi, del quale sentiremo senz'altro parlare, a tuo avviso?
Mi ritengo un coach fortunato in quanto ci sono elementi di sicuro valore nell'organico dei Neptunes. Tanti di questi sono talmente bravi che sono loro a dare consigli a me e c'è un continuo scambio di opinioni molto proficuo per entrambe le parti (giocatori e allenatori): alcuni sono veri valori aggiunti di cui non solo si sentirà parlare ma se ne è già parlato. In un modo o nell'altro tutti quelli che si impegnano per portare in alto i colori dei Neptunes, nel mio cuore, sono meritevoli di menzione. Detto ciò però vorrei citare Giovanni Lo Biondo, capitano della difesa che è con noi da ormai 5 anni e ha sempre dato il massimo per la squadra, Luigi Onza, LB nato con i Neptunes e rientrato dopo un breve periodo di assenza, Stefano Martelli, colonna portante delle linee difensive. Non so se si parlerà di loro, ma chi li conosce sia come compagni che come avversari ne apprezza sia le doti tecniche che quelle comportamentali e sono un vero valore aggiunto.
Qual è la situazione del football americano in Italia? Quali iniziative possono risultare utili per promuovere la diffusione del Football nella tua città? E in generale in tutta Italia? Come giudichi la "spinta" alla pratica di questo sport nella tua regione?
Noi siamo di Bologna e diffondere più di così il football nella nostra città diventerebbe quasi controproducente: siamo fortunati ma la concorrenza è spietata, in senso buono fortunatamente. In regione la situazione mi pare rosea in quanto la diffusione è buona, ma spero che diventi più capillare. Se consideriamo che in IFL su 10 squadre 4 sono emiliane, di cui 2 bolognesi, è un segnale di tutto rispetto. A livello generale non so che dire per lo sviluppo: lascio alla Federazione l'onore e l’onere di indicare la via. Quello che mi sento di dire però è che se ogni entità del nostro movimento, a partire dalla più piccola squadra, lavora con umiltà, onesta, serietà e dedizione, nel lungo periodo sono convinto che ci possa essere una crescita costante. Basta non avere fretta e puntare subito ad essere un'elite, ma rendersi conto che la per la maggior parte dei partecipanti al movimento si tratta di un hobby e come tale trattarlo: puntare sulla passione per attirare i professionisti veri.
Da quanto tempo alleni questa squadra?
Più di 5 anni e conto di farlo ancora per molto se mi daranno la possibilità.
In quale squadra hai militato come giocatore?
Ho iniziato nel 1996 con la Virtus seguendone l'evoluzione fino al 2003 con i Warriors. Poi sono passato ai Neptunes.
Cosa rappresenta il football nella tua vita? Che spazio gli dai?
Doveva rappresentare un hobby, ma se non sto attento e limito volutamente l'impegno rischio che superi anche il lavoro come spazio nella mia vita.
Un aggettivo per definirti?
Mi hanno definito con tante parole negli anni (alcune è meglio non indicarle) ma se posso definirmi io direi “severo”.
Quale lato del tuo carattere pensi sia più apprezzato dai ragazzi della tua squadra? E perchè?
Forse la sincerità. A ogni ragazzo dico le cose come stanno, nel bene e nel male, per renderlo partecipe di ogni aspetto della squadra e sanno perfettamente che loro possono esserlo con me. In questo modo non mi metto su un piedistallo come coach ma cerco di instaurare con loro più un rapporto di amicizia e fiducia e spero di riuscirci. Anche dare una strigliata a un giocatore ed evidenziarne i limiti significa essere sinceri con lui.
Possiedi un motto che ripeti spesso?
No, ma, negli anni mi sono creato una mia filosofia rispetto al football che uso anche nella vita di tutti i giorni e che provo a trasmettere ai ragazzi (a piccole dosi però).
Cosa dici ai tuoi giocatori appena prima di entrare in campo? e al termine del match?
Prima di entrare in campo dico spesso “Andiamo a divertirci”. Al termine dipende come è andata la partita: preferisco quando riesco a complimentarmi.
Grazie, coach, per il tempo che ci hai dedicato. Lasciaci con una frase, esprimendo liberamente un tuo pensiero, qualcosa a cui tieni particolarmente o semplicemente, se credi dei saluti o dei ringraziamenti.
Ringrazio voi per dare voce al nostro campionato e per il lavoro impeccabile che fate. Ringrazio i Neptunes che mi permettono di vivere questo sport nel modo che più mi piace. Ringrazio Moreno Cevenini (giocatore dei Warriors Bologna negli anni 80) che un giorno mi disse: “Vieni a provare a giocare a football...”.
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